|Capitolo 26|

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Vengo svegliato da un forte odore di cioccolata. Che strano, che in un ospedale servino la cioccolata calda.
Apro gli occhi lentamente e noto una figura rannicchiata sulla sedia accanto al letto. Ormai sono più o meno cinque giorni che passo in ospedale e, ogni volta che mi svegliavo, Yoongi era accanto a me, a dormire oppure ad osservarvi.
"Yoon?" Lo richiamo a bassa voce. Si volta verso di me e mi raggiunge in fretta.
"Buongiorno, amore. Ti ho portato la colazione" sussurra. Mi lascia un bacio sulla guancia e poi sulle labbra.
Porto una mano ad accarezzargli il viso e sorrido per la sua tenerezza.
"Sei tornato a casa?" Sono preoccupato, che possa passare tutta la giornata qui, senza pensare alla sua salute.
"Verso le due di notte, sono andato a casa e mi sono lavato. Ti ho preso anche qualche vestito più comodo e un film da vedere." Riesco a vedere le occhiaie scure sotto i suoi occhi, chissà quante ore avrà dormito in tutto.
"Hyung, vai a riposare, io starò bene" mi siedo sul letto e lui mi avvicina un vassoio con una cioccolata calda da bere e un cornetto al pistacchio.
"Non se ne parla, io resto con te"
"Almeno tu hai potuto farti la doccia, io vorrei ma hanno paura che io possa fare cose pericolose, tipo annegarmi" sbuffo per la stupidità delle loro affermazioni. Io vorrei semplicemente lavarmi per conto mio, in una vera doccia.
Afferro il cornetto e lo divido in più pezzi possibili, per poi iniziare a mangiarlo lentamente. Nel mentre, sorseggio anche la cioccolata calda, cercando di reprimere la vocina nella mia testa che mi grida di smetterla.
Con la coda dell'occhio vedo la faccia di Yoongi sorpresa per il mio gesto. Si siede dietro di me, circondandomi con le braccia. Mi lascia piccoli baci sul collo, accarezzandomi il ventre.
Dopo una ventina di minuti, riesco a mangiare solo un quarto della colazione, senza sentire però un pesante macigno sul petto. Forse questo è il primo passo, magari non riuscirò a mangiare il pranzo, ma a piccoli passi ce la farò.
"Sei bravissimo" sussurra, per poi sorprendermi. Mi prende in braccio e mi porta nel bagno della stanza, dove è presente un grande lavandino e un gabinetto. Mi fa sedere sul piano a lato del lavandino, per poi iniziare a togliermi la camicia che mi hanno messo gli infermieri.
Prende una spugna nuova da uno dei cassetti e inizia a lavarmi il corpo, mentre io sono appoggiato completamente sulla sua spalla e il suo braccio destro.
Fa movimenti lenti e circolari per tutta la schiena, facendomi quasi addormentare.
Sento le gocce d'acqua arrivare fino all'intimo, tanto da renderlo tutto fradicio.
Dopo aver pulito ogni centimetro del mio corpo, compresi i capelli, mi fa tornare con i piedi per terra per poi asciugarmi con un grande telo. Mi avvolge in esso e mi porta, in braccio, fino al letto. Mi aiuta ad indossare i vestiti che ha portato con sé e noto, con piacere, che si tratta dei suoi vestiti. Infatti sono molto più grandi di me ed emanano un forte profumo di Yoongi.
Mi aiuta a lavarmi i denti e poi torniamo sul piccolo letto, al centro della stanza.
Farei tutto da solo, ma sono ancora troppo debole per riuscire a muovermi da solo, infatti ho sempre bisogno di qualcuno.
"Ecco fatto, ora sei pulito e profumato" afferma, prima coprirmi con le coperte.
"Tua madre dovrebbe arrivare a breve. Mi ha detto che passava a casa, mentre io resto con te." Si avvicina al suo zaino e tira fuori il portatile, lo posiziona sul tavolino alla base del letto, per poi inserire il dvd de "La Bella e la Bestia".
"La Bella e la Bestia?" Alzo il sopracciglio, sorridendo.
"Ei è bellissimo, quindi silenzio" mi fa segno di stare zitto con le dita, per poi avvicinarsi alla sedia accanto al letto.
"Dove vai?"
"Mi siedo" non vorrà mica restare lì?
"Sdraiati" gli ordino, spostandomi il più possibile verso il bordo. Si toglie le scarpe, per poi infilarsi sotto le coperte e stringermi a sé.
Restiamo così per tutta la durata del film, fino a quando non mi volto e vedo Yoongi dormire sereno. Cerco di muovermi il meno possibile e spengo il computer.
Tanto Yoongi ha il sonno pesante, perciò anche se faccio rumore, non se ne accorge.
Mi stendo di nuovo affianco a lui e lo abbraccio, respirando il suo dolce profumo e beandomi del calore che emana.
Dopo una mezz'oretta, qualcuno bussa alla porta, per poi aprirla lentamente.
"Ciao mamma" la saluto a bassa voce, facendole capire che Yoongi sta dormendo.
"Ciao tesoro, come ti senti?" Si avvicina a me, per lasciarmi un bacio sulla fronte accompagnato da una carezza.
"Meglio" inizia a sistemare il disordine che io e Yoongi abbiamo lasciato, per poi voltarsi verso di me.
"Tesoro, dobbiamo parlare" si siede sulla sedia accanto al letto. Percepisco fin qui, l'ansia che prova in questo momento.
"Mamma non preoccuparti, Yoongi mi ha spiegato tutto. So che lo hai fatto per proteggermi, ma è davvero eccessivo. Non ne ho bisogno, so badare a me stesso." Affermo con tono dolce, affinché possa capire.
"Ti assicuro che Yoongi non ha accettato nessun pagamento, lui ti ama veramente." Affretta a chiarire la situazione.
"Lo so, lo amo anche io" mi volto verso di lui, per poi stringerlo ancora di più.
"Tu sai che ti voglio bene, vero?" Sembra parecchio addolorata, non deve esserlo, io sto bene.
"Certo, anche io te ne voglio." Non ho mai dubitato del suo bene nei miei confronti e spero nemmeno lei.
"Sei il mio bambino" sussurra, prima di scoppiare in lacrime "credevo di aiutarti"
"Mamma non sono più il bambino di un tempo, sono cresciuto. So cosa fare, non devi preoccuparti."
"E i problemi alimentari? Perché non me lo hai detto?" Chiede, tirando su con il naso.
"Cosa avrei dovuto dire? Mamma tu non ci sei mai a casa, sei sempre a lavoro. Ogni volta che mi sono sentito male, tu non eri lì. Non è colpa tua, questo è ovvio, ma dirtelo non avrebbe cambiato nulla." È doloroso dirle tutto ciò, ma vorrei che capisse, almeno in parte, ciò che provo.
"Hai ragione, sono sempre fuori. Vorrei solo regalarti una vita degna di essere vissuta" continua a piangere, cercando di reprimere ogni singhiozzo.
"Mamma, ascoltami. Potrei avere tutti i soldi del mondo, vestiti, regali, case, ma non mi importerebbe. Io voglio passare del tempo con mia madre, riuscire a vederla più di due o tre ore al giorno. Voglio stare con i miei amici, il mio ragazzo. Non mi interessano le cose che possiedo e che i soldi potrebbero darmi, mi interessano le persone che amo e basta" allungò una mano verso di lei e gliela stringo.
"Quando sei diventato un uomo?" Chiede sorridente.
"Ti voglio bene" ripeto, non credo di averglielo detto abbastanza.
"Anche io"

Verso sera tardi, il dottore raggiunge la mia stanza per comunicarci una notizia bellissima. Yoongi sta ancora dormendo, a quanto pare gli mancavano molte ore di sonno.
"Bene Jimin, ho analizzato la tua situazione. I colpi che il tuo corpo ha ricevuto stanno guarendo, ma non mi preoccuperei per loro. Il taglio sul braccio lo abbiamo ricucito, l'unica cosa di cui devi preoccuparti è il cambio della medicazione. Devi disinfettarlo ogni giorno e cambiargli la benda, evitando di riaprire la ferita, ovviamente. L'unico fatto che mi preoccupa è il tuo peso. So che soffri di disturbi alimentari, almeno è ciò che abbiamo capito dalle analisi. Ti affiderò a una psicologa, specialista nel settore, ma tu dovrai essere costante con il percorso e mostrare il massimo impegno, altrimenti sarò costretto a ricoverarti. Ci siamo capiti?" Sento un velo di speranza attraversarmi il corpo, posso uscire finalmente.
"Certo, mi impegnerò assolutamente" sorrido ampiamente, per poi stringere di più la mano del mio Hyung.
"Bene, a questo punto puoi prepararti e tornare a casa. Signora Park, se non le dispiace dovrebbe compilare alcuni moduli e vorrei parlare con lei di alcune questioni, nel mio ufficio" esce con mia madre, richiudendosi la porta alle spalle.
Avverto dei leggeri movimenti affianco a me e, quando mi giro, mi si presenta davanti la scena più tenera che io abbia mai visto. Yoongi che si stiracchia, prima di aprire gli occhi e sbattere le palpebre un paio di volte per abituarsi alla luce, che mi sono scordato di spegnere.
"Mh che ore sono?" Chiede con voce impastata dal sonno.
"Le otto e un quarto" alzo le spalle, continuando a sorridere.
"Merda! Ho dormito tutto questo tempo?" Si tira sú a sedere di scatto, per poi guardarmi perplesso.
"Perché sorridi così?"
"Perché stasera mangeremo insieme, a casa mia, per poi addormentarci insieme sul letto caldo di camera mia."
"Vuoi dire che...?"
"Sì, posso tornare a casa" mi abbraccia forte, mi afferra il viso tra le mani e mi bacia ripetute volte. Sorrido sulle sue labbra, per poi allontanarmi e preparare la mia borsa, con il suo aiuto.
Dopo una ventina di minuti rientra mia madre in camera.
"Jimin, prima di andare dovete fare un ultima cosa. Agli agenti serve la vostra testimonianza. Vogliono interrogarvi separatamente, perciò appena avete concluso, vi aspettano fuori." Ci avverte, prima di lasciarci di nuovo soli.
"Hai paura?" Non so cosa rispondere, forse sì. Forse ho paura di quell'uomo, o più semplicemente ho paura di ripercorrere quegli avvenimenti. Mi chiederanno, sicuramente, del rapporto che avevo con lui quando ero più piccolo.
"Un po'...sì" ammetto.
"Ei, siamo insieme, andrà tutto bene. È difficile, lo so, ma tu sei il mio piccolo grande ragazzo, che fa il culo a tutti. Perciò ora usciamo da qui, andiamo verso gli agenti, diciamo tutto ciò che ci ricordiamo, poi torniamo a casa e ci coccoliamo fino allo sfinimento. D'accordo?" Mi accarezza il viso durante tutto il discorso.
"Certamente" rispondo convinto, incrociando le nostre dita per poi uscire.

Gli agenti ci portano in due stanze separate. Non essendo una centrale, ma solo un semplice ospedale, non hanno spazi ampi e adatti per interrogarci.
Mi siedo davanti alla signora che mi porge subito le prime domande.
"Ciao Jimin, sono qui per raccogliere la tua testimonianza. Prima vorrei iniziare con un paio di domande, se non ti dispiace." Annuisco e lei comincia.
"Quando eri più piccolo, avevi un bel rapporto con tuo padre?"
"Io non lo definirei mio padre. Quando ero piccolo non mi mostrava molto affetto, poi ha iniziato a picchiare sia me, sia mia madre. Quindi no, non ho mai avuto un bel rapporto con lui"
"Hai avuto contatti con lui, durante tutti questi anni?"
"No, mia mamma me lo ha sempre impedito, ma io stesso non ho mai voluto."
"So che hai ricevuto messaggi da lui in questi ultimi mesi. Sapevi che fossero suoi?"
"Assolutamente no. Se lo avessi saputo, lo avrei detto subito a mia madre"
"E perché non lo hai fatto comunque?"
"Credevo si trattasse di un compagno di scuola"
"Capisco. Puoi raccontarmi, nei dettagli, ciò che è successo l'altra notte?"
Racconto ogni avvenimento, mi ricordo ogni secondo, ogni sensazione di quella dannata sera.
"Bene Jimin. Con la tua testimonianza, e quella del tuo ragazzo, riusciremo a condannarlo. Grazie per il tuo tempo. Sii rintracciabile in questi giorni, nel caso in cui volessimo farti altre domande" mi accompagna verso l'uscita, dove trovo ad aspettarmi Yoongi e mia madre.
"Bene signora Park, la avvertiremo in caso di qualche sviluppo" saluta l'agente, prima di uscire con il collega che ha interrogato Yoongi.
"Ora andiamo a casa" dice il mio ragazzo, portando un braccio attorno alla mia vita, stringendomi a sé, per lasciarmi un bacio sulla fronte.
Stare tra le sue braccia, è come essere a casa.

𝐓𝐫𝐞𝐚𝐬𝐮𝐫𝐞 - 𝐘𝐨𝐨𝐧𝐦𝐢𝐧 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora