VENTESIMO CAPITOLO

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La luce che entrava dalla finestra ci avvisava che ormai era giorno e che anche se dalle nostre parti pioveva spesso oggi nonostante fosse grigio non pioveva. Sveglia con ancora il mio corpo intrecciato al suo e la mia mano che disegnava piccoli cerchi sul suo petto nudo e perfetto, alzai gli occhi e incontrai i suoi che brillavano più del solito. "Dormito bene?" chiese "Direi benissimo, no bene " Ancora stretta a lui mi resi conto di essermi addormentata con solo l'intimo, il mio corpo iniziò ad avere vampate di calore che non riuscivo a contenere così per uscire da quella situazione provai a pensare ad altro. La prima cosa che mi venne in mente fu a casa dovevamo ancora aspettarci, anche se ero dell'idea che era giusto vivere di attimi e godere degli stessi, senza pensare al futuro ma godersi semplicemente il presente. Stanca di vivere solo un amore platonico ero decisa a fare qualcosa e nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea così con una scusa "Scusami potresti lasciarmi andare? Vorrei fare una doccia!" Sorrise e allentò la presa, non parlava ma i suoi occhi volevano quello che volevo anche io, il mio piano era quello di sedurlo. Finita la mia doccia raccolsi i capelli ed illuminai il viso, pronta per la mia missione apro la porta del bagno e me lo ritrovo di fronte a me con indosso solo l'intimo "Scusami posso sapere che diavolo ci fai qui davanti così?" "Aspettavo che uscissi! " "In mutande?" "Non vedo il problema, dal momento che anche io devo fare una doccia, posso?" Oltrepassò la soglia e nel farlo la sua spalla toccò la mia, quel contatto fu come prendere una scarica elettrica, mandando di conseguenza i miei neuroni in tilt. Con ancora i brividi addosso andai in camera decisa a portare al termine il mio piano. Frugai un po' nell'armadio con la speranza di trovare qualcosa di sexy ma sapevo che non avrei trovato nulla dal momento che non faceva parte di me indossare indumenti del genere. Finalmente riuscii a trova una piccola sotto veste trasparente che indossai per un ballo credo, non era proprio nel mio stile ma non potevo ormai rinunciare, poi mi distesi sul letto e aspettai ..Il rumore della porta stava a significare che da li a breve mi avrebbe raggiunta, poco dopo era li davanti alla porta con indosso solo una tovaglia che copriva solo dalla vite in giù, con ancora i capelli umidi che ricadevano sulla spalle, era bello più del sole. Entrò dentro fingendo di non essersi accorto di nulla ma dalle sue parole capii che non era così "Angel, dimmi che intenzioni hai?" "Io? Non capisco di cosa tu stia parlando, sono semplicemente distesa sul letto e vorrei rilassarmi insieme a te, dopo tutto ne abbiamo bisogno!" Sorrise, ma sapevo che non l'aveva bevuta, ma tolse via la tovaglia rimanendo con solo le mutande e si distese accanto a me tirandomi a se. Con la testa sul suo petto potevo sentire i battiti del suo cuore che erano in aumento, avevo su di lui l'effetto desiderato, che in cuor mio sapevo che era così ma volevo delle conferme. Io continuavo a muovere le gambe innervosendolo parecchio, ma nulla.. Inutile rimanere lì a fare la scema, di mio non ero mai stata una persona paziente così con uno scatto quasi felino mi alzai allontanandomi da lui. "Dove vai?" "A mettere qualcosa di comodo e che mi si addica!" Iniziai a rovistare nell' armadio in cerca di una delle mie felpe, presi una a caso e tolsi via la sotto veste rimanendo con solo l'intimo, ecco alle mie spalle quel soffio che stava a significare che era dietro di me, girai il capo ed era ad un soffio da me "Come fai a non capire che ti voglio!" "Ma come puoi volere qualcosa che è già tuo" Continuava a fingere di non capire e questo mi indisponeva ancora di più, così semi nuda lo abbracciai forte, era una sensazione senza eguali potevamo sentire i nostri cuori battere all'unisono era bellissimo.. "Ho bisogno di te!" A queste parole la sua presa si fece ancora più salda poi alzò con le dita il mio mento e mi baciò. Un bacio, passionale e pieno d'amore, riusciva sempre a stupirmi e mandarmi in confusione e allo stesso tempo riusciva a rovinare ogni cosa. Si allontanò da me a fatica e disse "Angel, perdonami ma non posso! " Detto questo uscì lasciandomi sola li come ad una stupida. Ero li come imbambolata non riuscivo a credere che lo avesse fatto di nuovo, capire come mi sentissi era impossibile era un misto di vergogna e rabbia. Come una furia scesi giù non curandomi del fatto di essere ancora in intimo, iniziai ad urlare il suo nome "Alexsander, dove diavolo sei?" Pronunciare il suo nome per intero stava a spiegare quanto fossi incazzate, eccolo seduto sul divano già vestito. "Parlo con te, ti rendi conto del tuo assurdo comportamento che tra l'altro ne condivido ne tanto meno rispetto. Mi sento umiliata, ferita, respinta, dimmi sei sicuro di piacerti?" "Stai farneticando" "Certo perché dire il vero adesso e farneticare!" Con un gesto inaspettato si alzò dal divano iniziando ad urlare "Sapientona, non fai che giudicare le mie scelte, ma hai mai pensato alle conseguenza se non riuscissi a controllarmi?" "Smettila con queste scusa, non siamo mica in un film o in un libro. Sono un angelo, un dei più forti e pensi che non saprei come tenerti a bada? Sono stanca, dimmi una cosa pensi che i tuoi genitori si siano fatti questi scrupoli? Non credo dal momento che hanno messo al mondo due figli.. Sarebbe così semplice godere di ogni singolo attimo senza pensare al domani" Avevo colpito e assegnato così prima di ritornare su segnai un altro punto a mio favore "Alex ricorda Carpe Diem.. Cogli l'attimo" Quasi di corsa risalii su in camera e aprii l'anta dell'armadio con una tale forza che l'avevo quasi sradicata, iniziai a sentirmi sbagliata e in quell'attimo sentivo pungere le lacrime. Indossai una felpa e con un lungo sospiro provai a tranquillizzarmi ma in quello stesso momento credo con un calcio spalancò la porta per poi entrare. Ignorai quel gesto, ero stanca e non volevo ritornare sull'argomento per poi sentire le solite scuse. Era senza maglia e con fare sicuro e deciso si avvicinò a me e mi baciò, uno di quei baci da wow, un mix di passione , voglia e tanto amore. Dalla mia bocca passò al mio collo assaggiandone ogni centimetro, ad ogni suo tocco fremevo sotto di lui. Folli, determinati come non mai, sapevamo entrambi cosa volevamo e nessuno stavolta era disposto a rinunciare. Con un gesto quasi impercettibile strappò via la mia felpa e l'intimo rimanendo nuda sotto i suoi occhi vogliosi. Strano ma non mi riconoscevo neanche avevo perso completamente il controllo e non facevo nulla per nasconderlo ma dovevo dirgli come stavano le cose. Sentivo che qualcosa in me era diversa, cambiata, percepivo anche i più piccoli movimenti, i sensi erano come se tutti fossero amplificati, sentivo il suo profumo più forte e deciso al mio olfatto, come spiegare qualcosa di inspiegabile.. Con la velocità che lo contraddistingueva mi scaraventò se così poteva dirsi sul letto, dovevo dirglielo adesso. " Alex, io sono vergine" Ebbe un attimo di esitazione, poi i suoi occhi si velarono di un luccichio o forse di lacrime ma continuò in maniera diversa, più dolce e lentamente continuava a guardarmi come a cercare le mie approvazioni che arrivarono tutte. Figuriamoci avevo desiderato così tanto questo momento. Piano e con cura entrò dentro di me, finalmente ero sua e lui era mio, mi aspettavo di sentire dolore, un po' di fastidio, chi me lo aveva spiegato aveva detto che la prima volta non sarebbe stato proprio piacevole ed invece per me non era stato così anzi, il mio era stato tutto meno che fastidioso. Mi sentivo come posseduta non riuscivo a smettere e volevo avere sempre di più, mi vergognavo anche un po' ma stare lontano da lui era impossibile al momento. I nostri corpi si incastravano alla perfezione e non c'era niente di più bello e soprattutto adesso più che mai non avrei permesso più a nessuno di separarci.

The dark side of an angel (IN REVISIONE) SEQUELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora