VENTIDUESIMO CAPITOLO

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Di nuovo quel boato, lo stesso che fece tremare la terra sotto di noi qualche giorno prima, l'istinto fu quello di stringermi a lui, ma non per paura, solo per paura di non poterlo fare dopo.. "Ascoltami, andrà tutto bene, non permetterò a nessuno di farti del male" "Non ho paura, ed inoltre nessuno si farà del male" "Adesso è meglio scende a vedere cosa succede" Scesi giù sembrava tutto normale, nessuna porta sfondata o altro, così per capire da dove provenisse quel boato uscimmo fuori, tutto era normale tranne il fatto che Damian era a terra in una pozza di sangue privo di sensi, era ovvio che i vampiri gli avessero dato una lezione per le scelte da lui prese Completamente in preda al panico urlavo, era li steso a terra immerso nel sangue, sembrava morto, ed io non ero abbastanza lucida per capire che non lo fosse. Alex non so come facesse ad avere tutta quella determinazione, ma provò a calmare la mia agitazione ricordandomi che non poteva essere morto, poi mi obbligò a tornare dentro e aspettare lì, perché sarebbe stato lui a pensare a tutto. Preoccupato quanto me o forse di più prese suo fratello fra le braccia e lo portò dentro casa. In silenzio salì su, dove si prese cura di lui, ripulendolo e controllando ogni sua ferita, io non riuscii a fare nulla se no rimanere giù facendo avanti e indietro in quella stessa stanza cercando di smaltire la rabbia. Passato un po' di tempo salii su e Damin era disteso sul letto. Vederlo li indifeso era strano, Alex lo guardava impotente, una situazione impensabile. "Angel è molto grave, devo scoprire perché lo hanno ridotto così, lui non può esserci d'aiuto in questo momento, e credimi vederlo così è una sensazione che non riesco a spiegarti" "Posso capire come tu possa sentirti, non ho fratelli o sorelle ma mia nonna per me era tutto, come i miei genitori del resto è tuo fratello c'è poco da spiegare" "Angy non abbiamo altra scelta se non quella di aspettare, anche se non so se il tempo è dalla nostra parte" "Stai scherzando è vero? Ma di quale tempo parli, a noi servono delle risposte al più presto" "Questo lo so anche io, ma dimmi come pensi di averle!" "Sai in che modo potremmo averle" "Bene, vuoi farlo accomodati!" "Ma ti sembra il momento di essere geloso? Lo sai che è l'unico modo per farlo tornare almeno cosciente e sapere qualcosa" "La mia non è gelosia, mi preoccupo solo della tua salute, lo sai come ti riduci ogni volta"

"Smettila le tue sono solo scuse, sai che le forze le riacquisto facilmente, credo che sia più mancanza di fiducia su ciò che posso fare!" "Basta, non credo sia il momento giusto per litigare, quindi tu fai come vuoi io vado giù" "Sta zitto e rimani, non fare il bambino" Dal mio tono di voce gli fu chiaro che la cosa migliore da fare era quella di rimanere. Adesso toccava a me, non sapevo cosa fare, con la precisione come far ritornare quella luce. Chiusi gli occhi e mi concentrai sull'odio profondo che provavo per quelli insulsi vampiri e su tutto il male che mi avevano causato, ed ecco sentivo aumentare la mia forza mista alla mia rabbia e quella luce era tornata, forte intensa, che provai a concentrare solo su di lui e per qualche minuto ci riuscii anche, ma piano piano le forze mi abbandonarono, la gambe iniziarono a cedere e sapevo che da li a breve avrei toccato terra, ma Alex sempre li veloce me lo impedì "Se mi avessi ascoltato non saresti in queste condizioni adesso" "Sh.. sta zitto la mia e solo stanchezza, dimmi se qualcosa è cambiato invece" "E' troppo presto per vedere qualcosa!" "No e se non fossi stata abbastanza forte per.. o capace di " "Smettila di dire sciocchezze, anche se non dovessimo avere l'effetto sperato non vorrebbe dire nulla è chiaro?" Stremata fra le sue braccia osservavo Damin, fermo li immobile incapace di fare male ad una mosca, era così strano, lui sempre disinvolto, spavaldo e arrogante, adesso nulla, ma la sua espressione sembrava diversa, più serena.. "Alex, guarda si muove, stanco affaticato ma si muove" In un attimo mi ritrovai su una poltrona, mi obbligò a restarci e corse al suo fianco. "Damian, puoi sentirmi? Sai chi sono?" Annui era cosciente "Angy, è sveglio grazie a te!" "Adesso bisogna capire, sapere perché ridurlo in questo stato! " "E' quello che voglio anche io, ma non posso costringerlo a parlare e debole lo capisci ? bisogna solo aspettare!" "Un' altro modo ci sarebbe e tu lo sai" Dal suo sguardo capii che era inutile continuare, ormai la sua decisione l'aveva presa ed era quella di aspettare, come se avessimo tempo per farlo. I giorni passavano e nulla nessun segnale, vagavamo per casa in attesa di, senza chiudere occhio. Senza alcun motivo non ci parlammo per giorni, o forse perché ognuno di noi era fermo sulle proprie idee e il silenzio ci aiutava a non litigare. Come ormai di abitudine ero in cucina davanti a quella finestra con una tazza di thè in mano e lo sguardo perso nel vuoto, quando dei passi mi svegliarono costringendomi a guardare verso le scale, da esse uno dei due scendeva, strano ma non riuscivo a riconoscere chi fosse dei due tanta era la stanchezza o la somiglianza. DAMIN:

Sveglio, non so per quanto tempo avessi dormito ma oggi mi sentivo bene. Mio fratello era rimasto accanto a me per tutto questo tempo anche se non lo meritavo, ma lui era questo, era l'esatto opposto mio, pur essendo gemelli. Dormiva, non volevo svegliarlo così decisi di alzarmi e sgranchire un po'le ossa e scesi giù. Lei lì, ferma davanti a quella finestra a guardare il vuoto, mamma quanto era bella, riusciva ogni volta a togliermi il fiato, come la prima volta che i nostri occhi si erano incontrati, smuovendo in me qualcosa.. I mie passi la obbligarono a voltarsi verso di me, ma era ovvio che non distinguesse chi fosse a scendere da quelle scale se l'amore della sua vita o il suo peggior incubo..

The dark side of an angel (IN REVISIONE) SEQUELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora