Chapter Sixteen:

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Il telefono non smette di risuonare la nostra canzone.

Quella canzone che abbiamo cantato insieme, unendo due voci così diverse tra loro in unisona da renderla perfetta.

Vedere che quell’oggetto metallico continua a evidenziare il suo nome fa male, fa male perché torna a vivere nella mia mente quel giorno, quel momento, quelle scene; quindi una volta per tutte decido di spegnere il cellulare cercando di godermi il resto della partita.

Posso sembrare una ragazza senza cuore, o con un cuore di pietra posso sembrare acida, stronza e molte altre cose reagendo così a quel ragazzo che fino a poco fa,era il mio ragazzo.

Ma in verità non lo sono, sono solo una ragazza ferita, umiliata disintegrata dal dolore che lui mi ha causato.

E rifiutando quelle chiamate, eliminando quei messaggi voglio solo fargli capire di rispettare il mio dolore vorrei solo essere lasciata in pace a riflettere.

Deve capire e accettare che ho bisogno di tempo, di tanto tempo per poter chiudere un occhio e perdonarlo nel caso dovesse succedere.

Mia madre, vedendomi pensierosa mentre osservo la partita mi avvicina a se, portando le sue braccia dietro alle mie spalle, racchiudendomi di seguito in un abbraccio. Toglie dai miei occhi una ciocca di capelli sovrapposta sopra questi ultimi, poi inizia a sussurrarmi qualcosa nell’orecchio.

-“Vedrai che si aggiusterà tutto…”

Ecco cosa mi ha sussurrato mia madre, lei ha sempre avuto quell’intuito a capire quando le cose posso essere aggiustate; oppure quando invece non c’è rimedio.

La guardo intensamente, perché una parte di me sembra forse credere a quelle parole…mentre l’altra parte vorrebbe solo scoppiare a piangere e dimenticare Louis.

Ma al cuor non si comanda, e io non so bene cosa fare.

-“Lo spero mamma, lo spero davvero!”

Dopo aver buttato fuori la tensione con un bel sospiro, torno a rivolgere la mia attenzione alla partita.

La nazionale cantanti è in vantaggio di ben tre goal, giro lo sguardo e vedo i volti di tutti gli spettatori seduti sulle tribune ad urlare il loro incoraggiamento ad entrambe le ‘squadre’.

Poi per puro caso i miei occhi si fermano sulla rete che divide il campo dalle tribune, e noto di li a poco un volto familiare.

Un ragazzo che si sta preparando ad entrare in campo, si sta scaldando ai bordi della rete cerco di leggere il cognome sul retro della maglietta, ma dal momento che è in movimento lascio perdere.

Sta risultando impossibile, ma poi riesco ad intravedere qualcosa…

‘Cas...’

Il ragazzo dal volto familiare per pura coincidenza credo si gira, mostrando un magnifico sorriso lasciando liberi nell’aria quei capelli per metà ricci e metà lisci.

Ad un certo punto i nostri sguardi si incrociano si ritrovano uno di fronte all’altra.

Di mia spontanea volontà sorrido insieme a lui.

Adesso ho capito chi è finalmente il ragazzo dal volto familiare; e posso completare nella mia mente quel cognome che non riuscivo a leggere, mentre quest’ultimo era in movimento.

Chi avrebbe mai pensato di rincontrarlo dopo tanto tempo, e soprattutto oggi…e qui a Viareggio!?!

Io beh non ci credevo fino ad ora.  

-“Alessandro…”

-“Sara…”

Con mia grande sorpresa si ricorda di me; il mio amico d’infanzia si ricorda di me.

Perché a volte basta solo sperarci un po' di più...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora