PROLOGO

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Due mesi prima.

Ero rannicchiata tranquillamente sul divano di casa mia a guardare la televisione con Aaron, la mia palla di pelo, sdraiato accanto a me, e a sgranocchiare un sacchetto di patatine.
Non ero solita a poltrire e a mangiare schifezze, ma avevo terminato da poco gli esami e volevo godermi qualche momento di pace e di tranquillità, soprattutto quando i miei non erano in casa, ovvero per la maggior parte del tempo.
Mia madre e mio padre, infatti, erano entrambi a lavoro; mia madre faceva l'avvocato in uno studio di alcuni amici di famiglia, mentre mio padre era un medico e in quel momento si trovava in ospedale per il turno.
Mio fratello, invece, aveva vinto uno stage di tre mesi, e in quel momento si trovava in Inghilterra già da uno e mezzo; per fortuna, per il giorno del Ringraziamento saremo finalmente stati di nuovo tutti insieme.
Mi alzai di malavoglia quando qualcuno bussò al citofono. Non aspettavo nessuna visita e i miei non mi avevano detto se sarebbe dovuto passare qualcuno.
"Chi è?"
"Il postino", rispose l'uomo.
Aprii la porta e mi consegnò delle lettere che io non guardai neanche, dando per scontato che era tutta roba per i miei.
Aspettavo solo che mi arrivasse la lettera d'ammissione all'università in cui avevo fatto domanda poco prima che finisse la scuola, ma ero tranquilla perché mancava ancora un po' prima che potesse arrivare.
Andai a cambiarmi e portai Aaron a fare una passeggiata e, vista l'ora, per passare dal mio fastfood preferito a prendere qualcosa per pranzo, poiché sarei rimasta sola.
La passeggiata fu davvero rilassante e al ristorante non impiegai molto, quindi per l'ora di pranzo ero già a casa a gustarmi il mio panino preferito.
I miei tornarono solo a pomeriggio inoltrato e dissi loro che c'era della posta, che prontamente la mamma andò a controllare per prendere la sua.
"Tesoro", disse la mamma "non hai controllato la posta?"
"Mamma, sai benissimo che non la controllo mai. Per la maggior parte delle volte sono cose vostre.", risposi.
"Beh, secondo me hai fatto male, anche perché c'è qualcosa che potrebbe interessarti, e a giudicare dalla busta non poco."
Corsi da lei non appena finì di dire quella frase.
Avevo il cuore in gola, le mani tremavano quando mi porse una lettera indirizzata a me.
Dal college in cui avevo fatto domanda.
Mio dio pensai.
La aprii con le mani che tremavano
Oh. Mio. Dio.
Mi avevano ammessa!
Sarei stata una studentessa della Columbia University.



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