XV.

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Ryan's POV.

La mattina seguente mi svegliai con un profumo dolce nel naso e quando aprii gli occhi capii a chi apparteneva.
Sorrisi e, girandomi, poggiai il mio petto alla sua schiena e la strinsi di più a me.
In risposta lei mugolò nel sonno, si girò e mise il suo viso a pochi millimetri dal mio, con i nasi che si sfioravano.
Sorrisi, di nuovo, e poggiai delicatamente le mie labbra sulle sue in un bacio casto. Avevo scoperto che mi piaceva un casino baciarla, e non solo sulle labbra, ma anche sul collo, e dalla reazione che aveva ogni volta capii che anche a lei piaceva, e non poco.
Lei sospirò, si svegliò e rispose al bacio mettendosi a cavalcioni su di me, e il mio corpo ebbe una reazione; comprensibile dato che a prima mattina ce l'abbiamo tutti, e poi non nascondiamolo ma lei era davvero bellissima, perciò era più che naturale quella reazione.
"Che buongiorno, piccola.", dissi sulle sue labbra.
"Già.", disse e riprese a baciarmi.
La feci girare in modo tale da trovarmi io sopra di lei, poi con una mano le afferrai una gamba e la portai attorno alla mia vita; così facendo mi mossi un po' per farle capire quanto fossi eccitato e quanto la volessi in quel momento.
"Ryan.", ansimò.
"Dio, piccola.", le risposi mordicchiandogli la spalla. "Non puoi pronunciare il mio nome così, mi mandi in estasi più di quanto già non sia in questo momento.", confessai.
Ripresi a baciarla perché ormai non potevo più farne a meno: quel semplice gesto mi provocava ogni volta una sensazione nuova e, se non fosse che non ammetto mai niente riguardo una ragazza, mi piaceva e anche tanto.
"Non ce la faccio più.", disse in un sussurro.
"Nemmeno io. Non credo di riuscire a controllarmi ancora per molto.", ammisi.
"Allora non controllarti."
Non me lo feci ripetere due volte, afferrai un preservativo dal comodino, lo infilai ed entrai dentro di lei.
"Dio.", ringhiai.
Iniziai a muovermi, dapprima lentamente e poi aumentai il ritmo, fino a quando non venimmo entrambi.
Mi sdraiai accanto a lei, la feci spostare sul mio petto e le accarezzai i capelli, mentre lei mi strinse la vita con un braccio; la beatitudine post – orgasmo con lei aveva raggiunto livelli elevati e non ne riuscivo a fare a meno o, almeno, non più.
Ero felice davvero in quel periodo, avevo tutto quello che volevo, serenità compresa, e sembrava che tutta la merda che mi aveva circondato fino a quel momento fosse diminuita un po'. Ma si sa che la calma non può durare per sempre.
"Ryan?"
"Si, piccola?"
"Avrei bisogno di fare una doccia, posso?"
"Certo che si, lo chiedi pure?"
Quando prese per alzarsi, la ritirai a letto con me e le diedi un bacio, uno caldo e passionale, di quelli che ti portano a fare sesso senza nemmeno accorgertene.
Si staccò per prima, mi fece un sorriso malizioso, si alzò dal letto e nuda andò in bagno, chiudendosi la porta a chiave.
"Cosa mi stai combinando esattamente, Harper? Perché non riesco più a starti lontano?", dissi sospirando.
In quel momento l'unica cosa che volevo era andare in quel dannato bagno e farla mia anche sotto la doccia, anche se volevo farla mia in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, farla godere come avevo fatto poco fa e assorbire i suoi gemiti quando viene in un bacio.
Ero perso nei miei pensieri quando sentii la chiave girare nella serratura, vidi la porta aprirsi e lei uscire con indosso solo la maglietta che le avevo dato il giorno prima.
Mi alzai per andare in bagno, afferrai un paio di boxer puliti e quando la incontrai lungo la strada, le palpai il sedere e le sue guance si tinsero di rosso.
"Non devi vergognarti di me, piccola."
"Lo so, ma. . ."
"Sei stupenda, qualcosa di indescrivibile anche quando arrossisci. Per favore, non smettere mai."
"Va bene."
Entrai in bagno, mi sciacquai velocemente e la raggiunsi di nuovo nella camera.
Era sabato, non avevamo lezioni e potevamo rimanercene chiusi qui per tutta la giornata a non fare niente oppure a fare attività fisica, il tutto a nostra discrezione, più che altro a discrezione sua, perché io avrei gradito abbastanza e senza lamentarmi, un po' di attività fisica non fa male a nessuno.
"Ryan?"
"Si piccola?"
"Non vorrei rovinare il momento, ma dobbiamo assolutamente parlare di questa situazione."
"Hai ragione."
Cazzo.


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