Nove regole per non innamorarci

IX.

Ryan se n'era andato via e da quel momento non avremmo avuto più nessun tipo di rapporto.
Piansi un po', comprensibile, ma poi mi convinsi che sarebbe stato meglio per entrambi, specie per me che c'ero già dentro e che mi sarei fatta male sul serio se le cose fossero andate avanti.
Mi sciacquai il volto e cercai di darmi una sistemata per non farmi trovare in quelle condizioni da Kate, ma sarebbe stato comunque inutile perché avrebbe fatto lo stesso delle domande.
Infatti non si fece attendere molto, perché appena entrò subito mi assillò.
"Ti obbligo a parlarmi.", disse sedendosi sul mio letto.
"Che devo dirti esattamente?"
"Tutto. Dall'inizio."
Sospirai sconfitta.
"Quando c'è stata la festa, più di un mese fa, me ne sono scappata come hai ben intuito dopo che ho parlato con Ryan fuori. Poi Ryan mi ha seguita in moto mi ha detto che mi cercavi perché non ti rispondevo al cellulare e che hai mandato lui. In tutto questo ero uscita per prendere da mangiare e alla fine siamo saliti qui insieme, abbiamo mangiato, parlato tanto e ci siamo baciati, sottolineando che non è stata nemmeno la prima volta, e ci siamo addormentati. La mattina quando mi sono svegliata con lui gli ho chiesto cosa era successo e mi ha risposto che non era successo nulla, ci siamo baciati di nuovo, gli animi si sono surriscaldati un bel po' e ci siamo spinti oltre. . ."
"L'avete fatto?"
"Per fortuna no, ma ci siamo comunque dati piacere a vicenda, dato che eravamo entrambi parecchio eccitati."
"E poi?"
"Da quel giorno è passato più di un mese, uno e mezzo, e da allora non ci siamo più sfiorati, anzi ci siamo evitati a vicenda, eccezion fatta per la frecciatina di oggi a pranzo. E come se non bastasse è anche venuto qui."
"Seriamente?"
"Si!", risposi urlando.
"E che voleva?"
"Mi ha detto che siamo nella stessa situazione e che non può più starmi lontano. Io gli ho detto che deve ritornare ad essere quello di prima e che riuscirà a starmi lontano, deve solo impegnarsi. Il tutto è successo senza che entrasse qui dentro. Poi però mi ha convinta e ci siamo dati un bacio di addio."
"Hai pianto?"
"No, perché?", mentii.
"Hai gli occhi rossi e gonfi."
"L'allergia.", risposi.
"Tornando a Collins, siete sicuri di riuscire a stare lontani e a non saltarvi addosso?"
"Ci sono già riuscita per un mese. Potrei riuscirci ancora."
"Ti credo, anche se mi sembri poco convinta. E di lui, invece, cosa mi dici?"
"Credo che possa farcela anche lui."
"Io no."
"Come, scusa?"
"Non credo che riuscirete a stare lontani. Vi spogliate e vi mangiate solo con gli occhi, non oso immaginare se tra voi possa esserci qualcosa."
"Ecco, non immaginare, perché tra di noi non ci sarà mai nulla. Ce lo siamo giurati proprio in questa stanza poco meno di tre ore fa.", ammisi.
"Mi dispiace, Harper, ma io non riesco a credere a nessuno dei due. Credo sia la prima volta che Ryan Collins si innamori di una ragazza perché non l'ho mai visto così preso da te. Oddio, Ryan Collins innamorato, non ci posso credere.", disse sbattendosi la mano in fronte.
"Fidati che tra un paio di giorni, al massimo una settimana, si sarà scordato anche che esisto e tornerà ad essere come era, specie se Olivia gli sta sempre appiccicata come una cozza."
"Si, come no.", borbottò.
Sbuffai.
"Harper, guarda qui."
Le andai vicino e sul cellulare mi mostrò un minivideo di Collins, non si sa dove, ubriaco perso.
"Dio mio.", sussurrai.
"Che vorresti fare?"
"Ti direi che dovrei rimanermene qui, ma ha chiaramente bisogno di aiuto, anche se non sono la persona più adatta ad aiutarlo in questo momento."
"Lo avresti aiutato comunque, c'è qualcosa di profondo che vi lega e non lo avresti mai lasciato da solo.", disse confermando la sua tesi di poco prima.
"Dobbiamo assolutamente trovarlo."
"Chiamo Luke e andiamo."
Chiamò Luke, che rispose subito, e nel frattempo mi misi qualcosa di più comodo e scendemmo giù.
Ci fece attendere pochissimo, poi appena arrivò ci mettemmo in macchina e setacciammo tutti i locali aperti che trovavamo per la strada.