VI.

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Quando ero nervosa, tendevo a mangiare. E in quel momento ero molto nervosa e non avevo niente da mangiare.
Come era prevedibile, dopo il bacio con Ryan ero scappata via dalla festa e avevo mandato un messaggio a Kate per avvisarla rifilandole una scusa banalissima.
Mi ero rintanata nella mia camera al dormitorio, ma avevo un disperato bisogno di cibo, così mi cambiai e decisi di andare in qualche locale nella zona per prendere qualcosa da divorare in camera mentre mi struggevo.
A pochi passi dal dormitorio c'era una specie di tavola calda che faceva di tutto e stava aperta fino a tardi.
Decisi di prendere un panino, delle patatine, una coca, un frappé e un paio di muffin, che ovviamente avrei mangiato in camera mia parlando da sola al muro.
Si, ero una di quelle fortunate che poteva mangiare anche un supermercato intero, confezioni comprese, e non ingrassava.
Mi avviai quindi verso il dormitorio, quando una moto mi sorpassò e si fermò poco più avanti di me. L'autista si tolse il casco e mi chiamò per nome.
"Non è vero! Mi hai messo qualcosa addosso per localizzarmi quando mi hai baciato o cosa?", gli chiesi ormai scocciata.
"Niente di tutto questo, mi ha mandato Kate per vedere se stessi bene dato che non rispondevi al cellulare."
"L'ho lasciato in camera e sono uscita a prendere qualcosa da mangiare, come puoi ben vedere.", risposi mostrando fiera i miei acquisti.
"Due sacchetti, eh? Aspetti qualcuno?"
"Veramente no, avevo intenzione di divorare tutto da sola. E no, non sto scherzando."
"Dai, salta su, ti accompagno."
"No, grazie. Torno a piedi."
"Insisto."
"Oh, e va bene.", sbuffai.
Certo che questo ragazzo quando si ci mette di impegno è davvero un osso duro.
Aprì il bauletto che aveva e mi fece mettere la roba li dentro, dopo di che mi disse che mi sarei dovuta reggere a lui e che sarebbe andato piano perché non aveva un altro casco.
Il vento mi portava il suo profumo molto più intenso e il suo corpo mi dava calore, anche se la temperatura non era molto bassa.
"Sveglia, piccola, siamo arrivati.", disse.
Non mi ero addormentata e poi. . . piccola? Sul serio?
"Oh, si, scusami.", sbuffai.
Scesi dalla moto, aprii il baule cercando di non distruggere nulla e presi i due sacchetti.
"Davvero hai intenzione di mangiare tutta quella roba da sola?", chiese curioso.
"Ti stai autoinvitando?"
"Mi hai sgamato."
Ci pensai su, poi risposi.
"Sali, mangi qualcosa e da domani tutto come prima?", proposi porgendogli la mano.
"Affare fatto.", rispose sigillando il patto.
Salimmo nella mia stanza e mi sistemai sul mio letto seguita da Ryan, poi presi un telo e svuotai i sacchetti, posizionando tutto sul letto.
"Dio, ma perché? Hai le tue cose per caso?", chiese.
"In realtà quando sono nervosa, ho bisogno di mangiare e prendo il cibo in base a quanto sono nervosa. Poi mi chiudo in camera e mentre mangio parlo per calmarmi un po'."
"Davvero?"
"Davvero."
"E ora perché saresti nervosa?"
Avrei voluto rispondergli che in realtà era per colpa sua, ma mi limitai ad una risposta vaga che non comprendeva lui in prima persona e il bacio che mi aveva dato.
Presi il panino e tirai un morso, dopo di che lo porsi a Ryan che accettò ben volentieri e tirò un morso a sua volta.
Quella volta avevo davvero esagerato col cibo e molto probabilmente ne avrei buttato parecchio.
Non so come ma alla fine, parlando del più e del meno, ci ritrovammo sdraiati, con lui sopra di me che mi baciava e io che lo lasciavo fare senza respingerlo.
"Vedi che cosa mi fai?"
Annuii senza rispondere.
"Non posso starti lontano nemmeno se lo volessi. Mi preoccupo per te e non l'ho mai fatto per nessuno."
"Davvero?"
"Ti giuro che non sto scherzando. Prima di te, esistevo solo io, non guardavo nessuno e non me ne importava di nessuno.", disse e a questa sua frase mi tornarono in mente le parole di Kate quando gli dissi del sacchetto.
Mi diede un ultimo bacio, dopo di che mi accoccolai a lui e mi lasciai cullare dalle carezze che mi faceva e dal battito del suo cuore.
"Dovrei andare via, non posso stare qui con te.", sussurrò.
"Non farlo, non lasciarmi qui.", dissi mezza addormentata.
Sentii il letto sollevarsi e poi non capii più nulla: Morfeo mi aveva accolta tra le sue braccia.


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