Appendice

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Il Piccolo Popolo tra leggenda e realtà.

L'Irlanda è ricca di fiabe, leggende e superstizioni, che vengono mantenute vive grazie alla passione della gente, che ancora oggi racconta aneddoti e memorie famigliari gelosamente custodite. Il vasto patrimonio folkloristico non deriva dunque da singoli individui dediti allo studio di fenomenologie fantastiche, ma dal contributo di persone comuni, che desiderano preservare le peculiarità territoriale e la propria identità culturale.
Il "piccolo popolo" sembra poter avere tutti gli aspetti materiali che desidera. Talvolta l'aspetto di questi esseri fatati può assumere sembianze oscure, come nel caso del Pooka, il più malevolo degli spiriti, nascosto sotto le spoglie animali di un caprone, toro, cavallo, aquila, oppure asino.
Nel folklore irlandese il folletto più conosciuto è senz'altro il lepricano, simbolo del giorno di San Patrizio e custode della pentola d'oro che si troverebbe in fondo ad ogni arcobaleno. Essere servizievole e gentile, si dice che in alcune zone d'Irlanda ancora rurali, venga omaggiato di un bicchiere di latte sul davanzale della finestra. Nell'immaginario collettivo il lepricano è spesso intento ad aggiustare le scarpe degli umani, ad aiutare i calzolai, oppure a macinare la farina.
Nella contea di Mayo, esiste una leggenda che narra di una caverna, chiamata "Mullenlupraghan", non lontano da Cong, in cui i contadini portavano ogni sera i sacchi di grano, che i folletti trasformavano in farina macinata. È inoltre credenza comune che se un umano riesce a catturarne un esemplare, gli è possibile esaudire tre desideri, che concederanno al folletto la libertà.
Le abitudini del piccolo popolo sono però molto differenti in base al tipo di folletto. A esempio, nella contea di Down, esistono degli esemplari feroci, capaci di seviziare i malcapitati che malauguratamente li incontrano, e possono essere scacciati solamente con un particolare tipo di alga. Il piccolo popolo rappresenta, simbolicamente, le innumerevoli debolezze e caratteristiche umane. Per questo motivo nelle leggende irlandesi si ritrovano folletti donnaioli, ubriaconi, violenti, fannulloni o dispettosi. Alcuni esseri hanno fattezze femminili, oppure sono spiriti maligni che volano in stormi come uccelli.
Gli aneddoti sul piccolo popolo sono innumerevoli, e soprattutto riguardano il rapimento di neonati, sostituiti con piccoli folletti, la semina dell'erba dello smarrimento, che fa vagare per le colline facendo perdere completamente l'orientamento, e la protezione dei cespugli, per loro sacri, di biancospino. La credenza nel mondo fatato è così radicata che potrebbe essere paragonata a una forte fede religiosa. Pur essendo un paese cattolico, l'Irlanda riesce a far convivere pacificamente folklore contadino, reminiscenze pagane e cristianesimo. Non è insolito ascoltare racconti di persone anziane riguardanti i famosi forti fatati, che sarebbero i portali che conducono al mondo delle fate. A volte sono protuberanze arrotondate nei campi considerate sacre, resti di case di pietra, cerchi di pietre o antichi siti archeologici. Si dice che rovinare questi forti in qualsiasi modo porti disgrazia certa. Riposarsi invece sopra uno di questi luoghi magici aiuterebbe ad avere ispirazione artistica, per comporre melodie, poesie o avere visioni mistiche.
Il piccolo popolo è inoltre famoso per organizzare grandi feste, dove danzare e suonare tutta la notte. Agli umani non è permesso partecipare, perché una volta dentro al cerchio delle fate, non riuscirebbero più a smettere di ballare, fino a consumarsi totalmente le dita dei piedi. Il luogo prediletto, adibito ai racconti di avventure e incontri con il mondo fatato, è il pub. Locale che prende il suo nome da "public house", casa pubblica, è tradizionalmente il posto dove la comunità si raccoglie per chiacchierare in buona compagnia, di fronte a una pinta di birra scura o un whiskey irlandese, magari affumicato. La birreria, in Irlanda, è vissuta come un salotto, frequentato da persone di ogni età, e la sua atmosfera è piacevolmente intima e calda, anche grazie all'abitudine di mantenere il camino aperto acceso quasi tutto l'anno.
L'isola che non c'è, conosciuta come l'isola della giovinezza oppure più comunemente Sidhe, è un mondo parallelo, dove vivrebbe il piccolo popolo lontano dalle tribolazioni umane, che ricorda concettualmente il paradiso terrestre.
Il mito irlandese considera il mondo fatato alla stregua di un popolo semi-divino, i cui membri immortali parteciperebbero a eterni banchetti in luoghi fuori dallo spazio e dal tempo, collocati spesso in prossimità di pietre sacre, radure e luoghi d'acqua. Immaginare una credenza così radicata da parte di un popolo, è difficile senza sperimentare personalmente tutte le sfaccettature di un'isola che già di per sé è ricca di magia per la sua naturale bellezza selvaggia e incontaminata. Per questo, se si vuole veramente entrare in sintonia con la sua anima incantata, è necessario venire sull'isola di smeraldo, per tornare poi a casa con quello che molti definiscono "il mal d'Irlanda".

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