Cosa siamo? [Eva]

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Ci trovavamo in un parco, sdraiati a terra sopra una sottospecie di asciugamano. Eravamo in quella posizione ormai da molti minuti, ma nessuno dei due aveva ancora detto una parola. Non sapevo mai cosa gli frullasse in testa e di conseguenza, non sapevo mai come comportarmi. Tutto era molto confuso, soprattutto i miei sentimenti verso di lui, ma non avevo mai accennato a questo in sua presenza perché temevo di venir giudicata. Si, giudicata da lui.

Respirai profondamente e mi voltai verso di lui, spostando il peso su un fianco. Guardai il suo profilo e mi inumidii le labbra.

«Fede ― attirai la sua attenzione ed i suoi occhi finirono su di me ― possiamo parlare?»

Lui imitò la mia posizione portando il palmo della mano sotto la guancia, improvvisando un cuscino.

«Di che cosa?» Chiese corrugando la fronte.

Bella domanda.

Mi morsi l'interno guancia e distolsi lo sguardo per qualche secondo, prima di riportarlo sui suoi occhi.

«Di me, di noi» Le parole mi uscirono in sussurro.

Federico annuì avvicinandosi leggermente alla mia figura. Speravo che iniziasse lui il discorso, invece dovetti farmi coraggio ed iniziare a parlare.

«Tu mi piaci, ma giuro che non capisco che cosa vuoi...― mi spostai alcune ciocche di capelli dietro l'orecchio guardando un punto indefinito verso il basso e mi inumidii le labbra prima di continuare ― ci baciamo a Capodanno, non ti fai sentire per mesi, a Marzo ti metti con la Covitti, ci provi di nuovo con me, mi ignori e poi,  una settimana fa mi baci, scusa ma non riesco a starti dietro.»

Fede abbassò lo sguardo e si passò una mano tra i capelli, poi si morse lievemente il labbro inferiore tornando a guardarmi.

«Mi piaci anche tu, ma devi sapere che non so come funzionano, le relazioni intendo ― incatenai gli occhi ai suoi ― Ho anche un po' paura di impegnarmi, non so se riuscirei a darti quello di cui hai bisogno e che meriti.»

«Potresti tentare però, no?» Gli sorrisi sperando che quella mia frase non fosse suonata come una richiesta disperata di attenzioni.

Vidi il suo viso rilassarsi e un sorriso illuminare la sua bocca «Potrei tentare, si» le sue dita accarezzarono il mio zigomo e sorrisi dolcemente a causa di quel gesto, raro da parte sua.

«Quindi... ― mi avvicinai ancora di più a lui, sentendo tutto il calore che emanava ― cosa siamo?»

«A questo punto direi una coppia.» Sentii la mia bocca aprirsi in un sorriso gioioso, lui scansò alcune ciocche di capelli e mi baciò con passione, un bacio che ricambiai subito, senza pensarci due volte.


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elvquence



SKAM ITALIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora