CAPITOLO 1

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Erano passati ormai quarantacinque anni da quando aveva lasciato la sua famiglia. Quarantacinque anni che non vedeva i suoi fratelli e suo padre. Quarantacinque anni che continuava a provare, invano, a ritornare a casa.

Una mattina, mentre sedevano a tavola, Cinque Hargreeves e il padre discussero riguardo i viaggi nel tempo. < I viaggi nel tempo sono simili allo scendere nelle profondità dell'acqua a occhi chiusi e riapparire come una ghianda>. Inizialmente il giovane non comprese appieno il significato delle parole proferite dal genitore, anzi, per lui erano completamente prive di senso. Si stava allenando con i salti nello spazio, era pronto per viaggiare nel tempo, non ne era spaventato e glielo avrebbe dimostrato. Uscì di casa non curante delle urla di rimprovero del padre e sotto gli sguardi incuriositi e preoccupati dei fratelli. Decise di tentare alcuni salti nel tempo. Dopo i primi due non riscontrò problemi, sia a livello fisico che psicologico,perciò continuò. Pochi secondi dopo, si ritrovò in un mondo che non riusciva a riconoscere: attorno a lui c'erano solo macerie, edifici rasi al suolo e cadaveri. In aggiunta con l'ossigeno respirava anche polvere. Tentò di tornare indietro, ma i suoi poteri in quel momento non glielo consentivano. Visse così per alcuni decenni, nutrendosi solamente di quello che trovava e cercando di risolvere equazioni che, con un po' di fortuna, lo avrebbero riportato dalla sua famiglia. Un giorno pero' si interfacciò con una donna, la quale, dopo avergli rivelato che lo stava osservando da un po' e che aveva notato le sue grandiose abilità nel tenere in mano un'arma, gli offrì un lavoro presso un'organizzazione specializzata nel preservare il continuum temporale. Nelle sue mani,le capacità di Cinque con le armi, specialmente i fucili, si affermarono sempre di più finché non divenne una perfetta macchina capace di uccidere chiunque. Nonostante fosse il migliore nel suo lavoro e ne andasse molto fiero, il suo desiderio rimaneva quello di ritornare a casa; perciò, durante una missione, perfezionando gli ultimi calcoli, riuscì ad aprirsi un varco che lo avrebbe riportato dai suoi fratelli. Lo attraversò e se li ritrovò davanti. <Vedete anche voi un piccolo Numero Cinque?> chiese Klaus. Non riusciva a comprendere a che cosa il fratello si stesse riferendo finché non si diede un'occhiata. Effettivamente sentiva i vestiti che indossava un po' grandi rispetto a qualche minuto prima, ma non avrebbe mai immaginato che, ritornando nel passato, il suo corpo potesse somigliare in tutto e per tutto a quello di un tredicenne.


<Cazzo>affermò.

MY LIPS, YOUR LIPS, APOCALYPSEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora