CAPITOLO 14

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L'unico rumore che si sentiva nella stanza era lo schiocco delle loro lingue. Rimasero così solamente per pochi minuti, minuti che avrebbero voluto prolungare in eterno. Quando si staccarono erano entrambi molto imbarazzati: era una situazione nuova per Cinque quanto per Elettra. A causa del loro passato e del carattere complicato che li accomunava non erano mai riusciti a innamorarsi di un'altra persona. In aggiunta, l'amore non è mai stata la priorità di nessuno dei due: per loro era un lusso che ci si poteva permettere soltanto dopo aver compiuto il loro dovere e la persona amata rappresentava un ostacolo che privava di coraggio e corrompeva il giudizio. Ma quando si incontrarono per la prima volta le cose cambiarono: in fondo erano ancora convinti che l'amore fosse una debolezza, ma quelle che prima consideravano priorità si erano trasformate repentinamente in faccende secondarie. Si guardarono intensamente negli occhi. Fu Elettra la prima a parlare. < Quindi... questo significa che... sì, insomma... io e te... > Cinque la interruppe. < Penso proprio di sì >, ammise con un leggero sorriso sulle labbra, quello che la faceva impazzire. La ragazza gli sorrise di rimando e si avvicinò a lui per lasciargli un altro piccolo e dolce bacio.                                                        < Qual è il piano per oggi? > gli chiese subito dopo.  Il volto di Cinque tornò immediatamente serio. < Avevo intenzione di andare a parlare con Hazel e Cha- Cha. Ti ricordi di loro, vero? >  Elettra annuì: non li conosceva di persona, ma aveva sentito parlare di loro, si diceva fossero i migliori dipendenti di quell'organizzazione, fatta eccezione per Cinque.  < Okay, andiamo > disse la giovane avviandosi verso la porta della stanza. Cinque le prese il polso. < Veramente sarei più tranquillo se rimanessi a casa mia, non si sa mai. Non mi fido di loro. > Un'espressione di disprezzo si formò sul suo viso. Elettra poggiò la mano sulla sua. < Ascoltami Cinque, so che per tutti questi anni hai dovuto combattere da solo, che tutte le persone a cui volevi bene, alla fine ti hanno abbandonato. Adesso è finita. Io ti starò accanto, qualsiasi cosa succeda. Per favore, non dubitare di me.> gli rivolse uno sguardo sincero accompagnato da un sorriso di rassicurazione. Cinque la guardò. Dopo un momento di esitazione le sorrise e le diede un bacio sula fronte. Elettra si chiese a cosa avesse pensato. Il ragazzo le prese la mano. < Ora andiamo, dobbiamo tornare alla Umbrella Academy e riportare lì le tue valigie >

< Non ricordavo di aver lasciato la casa in queste condizioni > affermò Cinque. I segni di lotta erano evidenti: le pareti erano rovinate, alcuni gradini della scala rotti e sul tappeto d'ingresso si trovava il lampadario. Sentirono delle voci provenire dal soggiorno. < Ecco spiegato tutto > sospirò Cinque alzando gli occhi al cielo < Questi sono i miei fratelli. Vieni, te li faccio conoscere di persona > e si diressero verso la cucina. Nella stanza c'erano tre uomini e due donne che discutevano animatamente tra loro. Elettra sorrise: le sembrava di essere ritornata nella sua vecchia casa a San Francisco. < E' bello vedere che nonostante tutto siete rimasti quelli di sempre > disse il ragazzo sarcasticamente.  All'udire quella voce, il silenziò calò nella stanza. Dieci paia di occhi si voltarono nella loro direzione.  < Ciao fratellino. Chi è la ragazza in tua compagnia? > chiese Diego. < Il mio nome è Elettra. Piacere di conoscervi > disse educatamente la giovane. < Il piacere è tutto nostro cara > affermò Allison avvicinandosi per abbracciarla. Questo suo gesto sorprese Elettra: non era abituata a tutto ciò.  < Elettra, loro sono i miei fratelli: Diego, Allison, Luther e Vanya. Hai già avuto modo di conoscere Kalus. > fece le presentazioni Cinque. I fratelli Hargreeves strinsero la mano alla nuova arrivata, dopodiché Cinque prese la parola: < E 'giunto il momento di rivelarvi una cosa molto importante. Ci ritroviamo tutti qui in soggiorno tra cinque minuti > e se ne andò dalla stanza con Elettra. Salirono le scale e si avviarono verso la camera del ragazzo. Appoggiò lì i bagagli della giovane. < Se sei d'accordo possiamo dormire insieme. Ovviamente non sei costretta ad accettare > sorrise maliziosamente il ragazzo. Elettra lo guardò con aria di sfida e si sdraiò comodamente sul letto. < Penso proprio che accoglierò molto volentieri la tua proposta. > Risero entrambi. < Bene, ora dirigiamoci di sotto. Devo raccontare ai miei fratelli dell'apocalisse. > Le prese la mano e scesero le scale. Arrivati ​​all'ultimo gradino Cinque lasciò la presa. < Allora Cinque, cosa ci devi dire? > chiese impaziente Luther. < Brutte notizie? > chiese Vanya. < Meglio che vi sediate > cominciò il ragazzo. Tutti obbedirono < Sarò breve e schematico: tra pochi giorni, sei per l'esattezza, ci sarà un'apocalisse che ridurrà l'intero mondo che conosciamo in macerie e polvere. Nonostante sia difficile per me ammetterlo, avrò bisogno dell'aiuto di tutti voi per impedire che questo accada. Tutto chiaro? > Elettra diede un'occhiata alle espressioni dei fratelli Hargreeves: si poteva notare distintamente la confusione, la perplessità e la sorpresa che attanagliavano i loro volti. Diego fu l'unico a riuscire a parlare < Aspetta un attimo ... tu ci stai dicendo che il mondo finirà in sei giorni se noi non riusciamo a fermare l'arrivo dell'apocalisse? > chiese. Cinque annuì < Questi sono i fatti, sì. > Con quest'ultima affermazione si aggiunse alle loro espressioni anche il panico. <Hai qualche indizio? > chiese Luther con una finta calma. < Per il momento ancora no. Se non c'è altro vorrei andare di sopra a mettermi al lavoro >. < Forse prima c'è una cosa che dovresti sapere > disse Allison rivolgendo delle occhiate ai fratelli. Il ragazzo puntò il suo sguardo su di lei. < Vedi, quando tu eri via, un uomo e una donna sono entrati in casa. Hanno fatto parecchi danni, oltre ad aver rapito Klaus > disse Diego. < Hazel e Cha- Cha > sussurrarono contemporaneamente Cinque ed Elettra. < Chi? > chiese Klaus < Nessuno di importante > affermò il ragazzo, poi un pensiero gli attraversò la mente e gli brillarono gli occhi. < Per caso hai notato una valigetta nera mentre eri con loro? > chiese Cinque rivolgendosi al fratello. < Sì. Sì c'era. > Cinque lo fissò in attesa che aggiungesse altro. Non lo fece. < E ora dov'è? > gli domandò spazientito. < Ora non c'è più. L'ho distrutta. > disse tranquillamente Klaus. Il giovane spalancò gli occhi, la mano cominciava a tremargli. < Si può sapere perché l'hai fatto?! > urlò < Quella valigetta poteva essere il nostro unico modo! > Elettra gli prese la mano. Sotto la sua pelle sentì i muscoli di Cinque rilassarsi e la rabbia diminuire. Gli altri fratelli guardarono le loro mani, attoniti. < Quindi voi...> azzardò Luther. Il ragazzo lo interruppe prima che potesse aggiungere altro. < Oh, credo proprio che questi non siano affari tuoi > < Cinque, ci devi spiegare chi è questa ragazza > intervenne Diego con convinzione. < Io non ti devo spiegare proprio un bel niente > rispose lui, ma venne fermato da Elettra. < No, è giusto che sappiano. Io sono una dei quaranta tre bambini prodigio nati il ​​primo ottobre 1989, esattamente come voi. Anche io infatti posseggo un potere: l'elettrocinesi, la capacità di generare elettricità. > disse la ragazza. < Puoi darci una dimostrazione? > chiese Luther guardingo. Cinque lo fulminò con lo sguardo. < Ovviamente > Elettra alzò i palmi delle mani in direzione di un cuscino sul divano e lo fulminò con una scarica elettrica. Tutti guardarono il cuscino, tranne Cinque, il quale le rivolse un sorriso. <  Abbiamo finito? > tornò serio Cinque. Nessuno aprì bocca e i due giovani si diressero al piano superiore.

MY LIPS, YOUR LIPS, APOCALYPSEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora