Prologo

185 18 24
                                    

Un leggero venticello continuava ad accarezzare il legno che fungeva da riparo all'abitazione abbandonata ormai da anni.

Gli umani non sapevano da quanto esisteva, ma credevano che un tempo fosse abitata dagli Dei. Ormai tutti pensavano che in quella casa non ci abitasse nessuno, ma col tempo iniziarono a sentirsi varie leggende su di essa e non tutte invogliavano ad avvicinarsi per scoprire se fosse davvero disabitata.

Quello che non vedevano gli umani era che un uomo stava in piedi davanti un enorme abitazione. Sembrava abbastanza infastidito.

Per chi lo poteva vedere era alto, oltre il metro e novanta, muscoloso, il corpo presentava varie cicatrici, più chiare rispetto alla pelle ambrata. I capelli erano corti, ricci e neri, gli occhi erano azzurri, da essi si potevano leggere poche emozioni: rabbia e maliziosità.

Gli abiti che indossava erano tipici di chi partiva spesso in guerra: gonna militare bordeaux con rifiniture dorate e mantello rosso sangue con ricamato sopra il simbolo del Dio della Guerra.

Cominciò a camminare indisturbato intorno alla struttura, come per studiarla. Il suo viso era molto concentrato.

Ad un certo punto scosse la testa, cominciando ad avviarsi lontano. Sembrava ancora più arrabbiato di poco prima.

Cominciò a correre ad una velocità impressionante, fino a che non si fermò lungo una piccola e lunga stradina. La percorse in poco tempo, girando il capo e ammirando la sua Tracia. L'amava, in fondo era la sua terra.

Volse la testa di lato, vedendo molti uomini allenarsi con spade e bastoni. Altri invece erano chiusi nelle taverne a mangiare e bere o nei bordelli.

L'uomo rallentò la sua corsa fino ad arrivare davanti ad un'abitazione regale, ma allo stesso tempo che incuteva timore. I colori delle mura esterne erano nere e, in alcuni punti, erano visibili i simboli del Dio della Guerra, poi, appese alle pareti, c'erano armi di ogni genere. Era una casa che metteva inquietudine, se ti avvicinavi o eri pazzo o altrimenti eri masochista.

Diede un ultimo sguardo all'esterno prima di voltarsi ed entrare nella sua dimora. Non era un'abitazione normale, era tutto tranne che ordinaria, le pareti erano di colore scuro che a seconda della stanza poteva variare tra il nero, il bordeaux e il rosso sangue. In ogni angolo si potevano notare armi usate in guerra di ogni secolo.

Continuò a camminare fino ad arrivare alla sala del trono, quest'ultimo era fatto di spade, tutte erano di uomini che Ares aveva ucciso in una delle tante guerre a cui aveva preso parte. Quest'ultimo non poteva credere alle parole dell'oracolo di Autem, non poteva dire sul serio, nessuno poteva e doveva essere più forte di lui!.

Si sedette con molta eleganza, portandosi una mano sulla barba perfettamente tagliata. Era Ares, il Dio più terribile.

"Ares, signore, vorrebbero allenarsi con lei" disse un uomo, entrando nella sala e tenendo sempre lo sguardo basso.

Si inginocchiò, aspettando che il Dio dicesse qualcosa o lo congedasse. Il ragazzo era molto alto, muscoloso e i suoi capelli ricordavano molto il carbone.

"Kyros, arrivo" replicò l'uomo, facendo un movimento con la mano in modo che il ragazzo uscisse.

In quel momento non aveva molta voglia di allenarsi, non dopo quello che aveva scoperto. Cominciava ad avere un po' di paura, in fondo l'oracolo non sbagliava mai.

Si alzò dal trono, cominciando a camminare alla volta del campo. Appena mise piede sul piccolo percorso che lo avrebbe condotto lì, un silenzio tombale prese d'assalto il villaggio.

Sorrise compiaciuto, muovendo gli occhi a destra e sinistra, guardando tutte le persone che si erano prostrate ai suoi piedi.

In lontananza vide un campo, recintato da pali molto alti in legno. Anche lì, i suoi uomini, erano inginocchiati, tanto che le loro teste toccavano il terriccio.

"Chi è il primo?" Domandò, gonfiando il petto in modo molto orgoglioso. Prese l'arma dalle mani di un suo uomo, nel frattempo un altro si fece avanti per aprire le danze. Non si sarebbe risparmiato, dovevano capire che tra non molto dovevano partecipare ad una guerra e non potevano permettersi di perdere.

Tutti si misero all'esterno del recinto per lasciare Ares e il povero sventurato battersi. Neanche il tempo di studiarsi che il Dio della Guerra partì subito all'attacco, dovevano tutti capire che non c'era tempo da perdere, una morte rapida, anche se di solito preferiva donarne una ai suoi nemici in modo lento ed agonizzante.

I duelli erano una danza, dovevi sapere bene dove colpire per rendere il tuo avversario inoffensivo nel minor tempo possibile, in battaglia era così, o uccidevi subito o rischiavi di essere circondato e morire tu stesso. Aveva colpito alcune volte il suo allievo con l'elsa della spada, ferendolo alla mascella, successivamente, appena aveva abbassato la guardia, lo aveva intontito, percuotendogli le tempie, successivamente gli fece un taglio alle ginocchia.

L'allievo cadde in ginocchio e con la spade gli trafisse la gola, uccidendolo, poi urlò: "SE AVETE PAURA DELLA MORTE ANDATEVENE! PRIMA CHE VI UCCIDA CON LE MIE MANI!" Guardò i suoi allievi, quelli nuovi impauriti non si erano ancora abituati ai suoi metodi brutali e continuò dicendo: "Se invece siete uomini, dovrete continuare ad allenarvi come se fosse una battaglia all'ultimo sangue! Avremmo una Guerra da vincere a breve!".

Lasciò la spada al proprietario e disse: "Tornate ad allenarvi, se vedo qualcuno che non s'impegna lo uccido con le mie mani!" L'ultima parte di frase la urlò dicendo: "SONO STATO CHIARO?" Un coro di "Sì Signore!" si alzò tra le file degli allievi. Ares si mise ad osservare i suoi uomini pronto a mantenere la sua promessa.

Amava incutere timore, era quello che gli riusciva meglio. Poi, l'odore del sangue dei suoi nemici, non aveva eguali. Lo rilassava a tal punto da voler prendere la vita di almeno una persona al giorno.

Era come se fosse un rito che, quasi tutti i suoi uomini, temevano. Tutti avevano paura di lui e, appena lo vedevano, tremavano.

Ma in fondo era normale, alla fine quel Dio era quello della guerra, della paura, dell'odio.

Chi non avrebbe paura?.






~~~~~~~~~~~
Ehilà ragazzi!

Benvenuti in questa storia e in questo profilo.

Questa storia è scritta da me AlessiaS2000 e da Aranel94

Spero che il prologo vi piaccia e vi incuriosisca!

Ciao! Vi aspettiamo ogni domenica alle 14:00❤️

The Two Sisters' LegacyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora