Capitolo 9

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Galene

Ero davvero triste per il fatto che Aranel e Alarik non andassero molto d'accordo. Io lo speravo, in fondo avevano molte cose in comune, ma non riuscivano a sfruttarle al meglio. Capivo la rabbia che in quel momento attanagliava l'anima della mia bambina, ma era stato l'unico modo per tenere entrambe al sicuro. Sospirai, girandomi verso mio marito e capendo perfettamente il suo stato d'animo.

Stavo fissando i due che continuavano a stuzzicarsi a vicenda. "Toccami di nuovo e al posto di quel quadro ci sarà il suo corpo spiaccicato" sibilò Aranel, mentre alzavo gli occhi al cielo e tentavo di non ascoltare. Se continuava per quella strada era ovvio che il ragazzo al suo fianco avrebbe continuato a stressarla. "L'unica cosa che sarà spiaccicata sul mio corpo sarà il tuo" sussurrò al suo orecchio con tono molto basso, ma io riuscii a sentire comunque.

Quando finimmo di mangiare, mi alzai. Avevo bisogno di prendere aria dopo tutto quello che avevamo visto e sentito. Strinsi i denti, uscendo dalla possente dimora in cui abitavo, per poi camminare su dell'erba curata. Amavo quel posto, era davvero tranquillissimo. Mi avvicinai al mio fiore preferito, la rosa, accarezzandone i petali. C'era un roseto davvero stupendo.

Dietro di me sentii dei passi; capii subito chi era. "Leandro..." soffiai, alzando i miei occhi nei suoi. Mi guardò preoccupato, poggiandomi una mano sulla guancia e chiedendo una spiegazione per essermi alzata e uscita senza aver detto niente a nessuno. "Io... non credo che sia il caso che Aranel sposi Alarik" dissi, mentre lui sbuffava e guardava dietro di me.

Ovviamente non potevamo annullare tutto, l'alleanza sarebbe saltata e sarebbe stato difficile per l'uomo creare di nuovo buoni rapporti con Kaeso. "Amore, devono solo conoscersi meglio. Sai com'è fatta Aranel, non vuole che nessuno la importuni o la comandi. Ha preso tutto da me, e mi sento davvero tanto in colpa" ammise, mentre sghignazzava sull'ultima parte della frase. Abbassai gli occhi, cercando di sorridere a mia volta, anche se era quasi impossibile.

"Sono perfetti insieme. Hanno entrambi dei caratteri forti e orgogliosi, devono solo imparare a far crollare quelle barriere, poi vedrai che si ameranno per sempre. Proprio come io e te" affermò serio, mentre lo guardavo abbastanza male. Per noi era stato diverso, avevamo potuto sceglierci, non eravamo stati di certo costretti. Non credevo che questo destino fosse stato riservato alle mie figlie, era tutto così ingiusto.

"Per noi è stato diverso, e lo sai. Non puoi costringere nessuno ad amare un'altra persona. Due individui devono scegliersi, ma è anche vero che senza questo matrimonio sarebbero in pericolo" replicai, mente coglievo una margherita dall'erba. La portai al naso, annusando il suo profumo. "Lo so, non volevo nemmeno io scegliere questo per le nostre figlie. Ma forse il fato ha voluto agire, ha voluto mettere la sua mano per far sì che le nostre figlie sarebbero state sempre al sicuro. È questo il ruolo di Miliz e Alarik e lo sanno molto bene. Le proteggeranno sempre, senza mai fiatare".

Genevieve

La cena è stata pesante. Aranel ed Alarik avevano continuato a stuzzicarsi e non a livello leggero, la mia gemella si era trattenuta dall'ucciderlo. Mamma dopo cena era uscita di fretta, forse innervosita da quello appena visto, poco dopo anche papà la seguì e dissi leggermente dura: "Dovevate proprio fare questo teatrino? Non potete fare le persone civili per una volta?". Sentii un pugno sul tavolo. Alzai lo sguardo e vidi Aranel con gli occhi di fuoco che mi rispose: "Prova tu a passare la cena con una persona col caratteraccio di Alarik e prova a resistere tu dal non ucciderlo! Ora se non ti dispiace, io levo le tende e vado a sbollire la rabbia!" La vidi allontanarsi velocemente, per quanto le ferite glielo permettessero, si diresse verso la sua camera, di sicuro a cambiarsi. Guardai i due ragazzi presenti a tavola e dissi: "Scusatemi per il comportamento di Aranel, ma ha ereditato il carattere di mio padre Leandro!" Già, la mia sorellina era la più somigliante alla mamma fisicamente, ma il carattere era quasi identico a quello di nostro padre Leandro.

I miei genitori dopo vario tempo rientrarono e gli spiegai l'accaduto; capirono subito, anche loro si scusarono per il comportamento della loro secondogenita. Sentimmo la porta di casa sbattere e comprendemmo che la persona assente in quella stanza, Aranel, era andata all'arena. Mia madre disse: "Lasciamole i suoi spazi, è giusto così! Alarik, Miliz grazie di aver accettato l'invito e di averci onorato della vostra compagnia." I ragazzi ringraziarono i nostri genitori per l'ospitalità e tornarono a casa.

Aranel

Ero stufa di avere sempre Alarik in mezzo ai piedi! Non era possibile che tutti giorni lo avrei dovuto sopportare, lo avevo sempre sopportato poco, ma dopo aver scoperto di dover vivere insieme a lui per il resto della mia vita, lo odiavo a morte. Non mi sarei mai sposata, anche a costo di scappare di casa!
Ero la Dea della Guerra, era possibile che avevo bisogno di arrivare a sposarmi per salvarmi da Ares? No! Non ne avevo bisogno, non ero una principessa che aveva bisogno del principe azzurro, ma una guerriera e mi sarei salvata da sola! Avrei dimostrato che non mi serviva Alarik per battere Ares, l'avrei fatto da sola appena avrei avuto i miei pieni poteri e il Dio della Guerra dovrà tremare di paura! La cena era stata insopportabile, soprattutto grazie all'individuo al mio fianco, oltre al fatto di non avermi lasciato mangiare in santa pace, continuava a fare battutine idiote sul fatto che saremmo stati marito e moglie. Solo immaginare io e lui condividere una qualsiasi cosa mi faceva incazzare, io non dipendevo da nessuno e avrei scelto io con chi condividere la mia vita! Nessuno poteva impormi niente, ero così, mi piaceva essere il più indipendente possibile e soprattutto non era corretto obbligare una persona a fare qualcosa, anche se da questo obbligo dipendeva la mia salvezza.



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Eccoci!

Piaciuto?

Com'è Aranel per voi?

The Two Sisters' LegacyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora