Alarik
Mi fermai davanti al bordello, per poi prendere un bel respiro ed entrare. Finalmente la vidi un'altra volta. Era vestita sempre con quella stupida vestaglia. Quanto volevo correrle incontro e darle il primo bacio, quanto volevo abbracciarla e tenerla sempre al sicuro. Mi fermai davanti al libro, aspettando che la mia sposa mi guardasse negli occhi. Quando lo fece, restammo per qualche secondo ad osservarci. Speravo con tutto me stesso che si ricordasse di me, che qualcosa dentro di lei scattasse. Ma era impossibile. "Ancora tu? Che diamine vuoi?" Sibilò arrabbiata, sbattendo un pugno sulla pagina bianca. Feci un piccolo sorrisetto; mi erano mancate le imprecazioni contro di me. "Voglio godermi delle ragazze e bere della birra, non posso?" Domandai, mentre vedeva che stringeva con un po' troppa forza la penna che aveva in mano.
"Alarik" continuai, indicando il libro su cui lo doveva scrivere. Alzò gli occhi al cielo, per poi scriverlo. "Portami della birra" dissi ancora una volta, per poi girarmi e andarmi ad accomodare su un tavolo. Girai la testa, continuando a guardarla. Era davvero furiosa, ma alla fine prese un boccale e verso della birra. Cominciò a camminare verso di me, poggiandolo sul tavolo con un po' troppa forza. "Ecco la tua birra" sibilò, dandomi poi le spalle e iniziare a camminare alla volta del bancone. Le presi il braccio, tirandola indietro e facendola sedere accanto a me. Mi guardò a occhi sgranati, cercando di colpirmi con un pugno, che io fermai con facilità. "Ti piace davvero tanto colpirmi eh?" Chiesi, mentre lei tentava di divincolarsi dalla mia presa. "Sai, sono un guerriero e potrei darti delle lezioni, visto che ti piace tanto" proposi, sperando acconsentisse. Forse stavo sbagliando a starle così vicino, ma non mi interessava, volevo starle accanto.
Scoppiò a ridermi in faccia, portandosi una mano davanti alla bocca. "Non mi servono lezioni da uno come te, toccami di nuovo e ti uccido" affermò seria, liberandosi dalla mia presa. "Allora mi divertirò a toccarti tutte le volte che verrò qui" sussurrai con un sorrisetto da stronzo sulle labbra, per poi prendere il boccale in mano e iniziare a gustarmi la birra. Con la coda dell'occhio la vidi ferma immobile, sicuramente ci stava pensando su. Sapeva combattere bene, ma aveva bisogno di imparare altre mosse, soprattutto in quel momento che era in un bordello. Prima che potessi appoggiare un'altra volta le labbra sul bordo della brocca, Aranel si sedette nuovamente accanto a me. "E va bene, mi allenerò con te, ma fai una mossa sbagliata e ti uccido sul serio" affermò, per poi sbuffare e appoggiarsi con la schiena sul bordo del tavolo. Scosse la testa, per poi chiedere: "Quando e dove ci vediamo?". Iniziai a pensarci su. La soluzione migliore era allenarsi dentro al bordello, così meno persone ci avrebbero visto. "Domani, dopo il tramonto, verrò qui e ci alleneremo nella tua stanza, hai una stanza vero?" Chiesi, mentre la vedevo annuire. Sorrisi come non mai. "Aranel! Torna qui!" Gridò la voce della proprietaria, facendomi sobbalzare.
La guardai, mentre si alzava e si avviava alla volta del bancone, non prima di avermi dato un'ultima occhiata.
Flashback - il giorno precedente
Leandro aveva chiesto a me e mio padre Kaeso di vederci per parlare, di cosa voleva parlarci? Ogni giorno gli davamo notizie di come stava la sua bambina e se davvero la minaccia fatta da Zeus stesse davvero proteggendo la sua piccola principessa guerriera dagli uomini che stavano al Bordello. Per Leandro le sue figlie erano delle Principesse, solo che ad Aranel era stato aggiunto guerriera, perché come diceva sempre, non le serviva un Principe Azzurro per essere salvata, lo avrebbe fatto da sola lottando. Arrivati a casa della famiglia della mia sposa, ci dirigemmo verso l'ufficio del padre di Aranel. Appena bussammo sentimmo la voce di colui che sarebbe diventato mio suocero più avanti. Entrati in quel luogo vidi colui che fino a poco tempo fa non sopportavo visto il suo comportamento apatico nei confronti la scomparsa della figlia minore.
Ci fece cenno di sederci sulle sedie di fronte al tavolo presente nella stanza e subito ci disse: "Grazie di essere venuti con così poco preavviso, ma avevo bisogno di porvi una mia idea." Entrambi facemmo un cenno d'assenso per fargli capire che lo avremmo ascoltato e consigliato al meglio. "Alarik mi serve tu riduca i tuoi turni di guardia." Stavo per parlare quando la mano di Leandro mi fece segno di aspettare e quest'ultimo continuò dicendo: "So che per te non ha senso, ma per quello che ho saputo da Laerte mi serve che tu sia meno di turno possibile per controllare Lena da invisibile." Mio padre disse, intromettendosi nel discorso: "Cosa ti ha detto il vecchio oracolo?" Vidi il volto di Leandro farsi più cupo e rispose: "Mi ha detto che Aranel dovrà lottare contro Ares per salvare Genevieve, non so come mai, ma mi serve che tu Alarik la migliori ancora di più se vogliamo che batta Ares!" Accettai senza remore, se la mia sposa doveva battersi davvero con il Dio della Guerra, l'avrei allenata al meglio e per quanto mi spiaceva non potevo in questo caso non usare le maniere forti.
Ares non ci sarebbe andato leggero per niente, anzi, sarebbe stato senza pietà e lei doveva fare altrettanto se voleva avere la minima speranza di vincere. Ci consultammo su cosa insegnare ad Aranel e soprattutto farle capire come puntare ai punti deboli di Ares, che poteva sfruttare e soprattutto trovarli da sola per un qualsiasi avversario si sarebbe trovata davanti in caso di un possibile scontro. Mi piaceva l'idea d'insegnarle anche perché finalmente potevo leggermente placare il mio dolore per la sua lontananza toccandola durante quelle ore in cui avremmo lottato, ora c'era solo un piccolo problema e non di poco conto. Aranel avrebbe accettato? Già mi odiava da sempre, ora sembrava che quel sentimento persistesse anche ora che aveva perso la memoria. Non potevo permettermi che mi dicesse di no, avrebbe potuto essere battuta o peggio uccisa da Ares e non potevo permetterlo!
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Buona domenica!Piaciuto?
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The Two Sisters' Legacy
FantasyIn uno dei tanti villaggi del Regno Autem, su un'altura, si scorge un'abitazione diroccata. Su questa dimora si sentono tante leggende e, una di queste, narra che fosse abitata dagli Dei. Gli umani sono ignari che tra loro possono esserci queste div...