Miliz
Stavo camminando lungo i corridoi della grande casa di Leandro, cercando Genevieve. Ora che stavano controllando la sorella era più tranquilla, anche se ovviamente voleva riaverla vicina il prima possibile. Mi dispiaceva immensamente per il mio amico, non augurerei a nessuno quello che stava passando. Sbuffai, cercando di capire dove fosse la mia sposa. Speravo non stesse piangendo di nascosto, anche perché non volevo che si nascondesse da me, dovevamo risolvere i nostri problemi insieme, non nascondendoci l'una dall'altro. In quel momento mi venne in mente uno dei luoghi preferiti da Genvieve; la biblioteca. In effetti era un luogo molto bello, tranquillo e ideale per pensare. Così mi avviai alla volta della stanza, sperando di trovarla li. Appena più davanti alla porta, la aprì con facilità, cominciando a scrutare ogni angolo.
Quel luogo piaceva anche a me, sentire il profumo che emanavano i libri vecchi e nuovi era inconfondibile. Mi avvicinai ad uno scaffale, passando le dita sulle copertine impolverate dai libri. La mia sposa adorava leggere, ma da quando la sorella era scomparsa, non lo trovava più bello come un tempo. "Genevieve, sei qui?" Domandai, mentre la mia vice rimbombava. Sbattei più volte le palpebre, sperando di sentire la sua voce. "Sono qui!" Grido quasi, tanto che mi venne un colpo al cuore. Sorrisi come non mai, cercando di capire dove fosse. Dopo vari minuti, la trovai distesa sul pavimento con un libro tra le mani che stava tenendo a distanza dal suo viso; era una posizione strana per leggere. Inclinai la testa, sghignazzando leggermente, così da attirare la sua attenzione. Era così innocente, ma sapevo che sotto sotto aveva la tempra di Aranel, in fondo erano sorelle. "Ciao" sussurrò, tanto che vidi le sue guance colorarsi di un rosso tenue.
Non era la prima volta che arrossiva nel parlarmi, era una cosa che mi inteneriva parecchio. Mi abbassai, sedendomi sul pavimento. "Ciao" risposi, mentre lei distoglieva gli occhi dal libro. Si mise seduta a sua volta, per chiuderlo con tonfo. "Che leggi di bello?" Chiesi incuriosito dal tomo rosso che era poggiato sulle sue ginocchia. Abbassò subito la testa, arrossendo un'altra volta. Poco dopo si ricompose, scuotendo la testa e prendendo un bel respiro, come se non volesse rispondermi. "È il libro che leggevo ad Aranel qualche anno fa. Parla di questa principessa umana che vuole scappare dal castello così da non sposare l'uomo scelto dal padre..." Non riuscì a finire perché la interruppi con un sorriso divertito.
"Beh, in fondo assomiglia un po' alla vostra storia" commentai, mentre anche sul suo volto nasceva un sorriso. Erano poche le volta in cui l'avevo vista davvero felice, e avrei pagato oro per vederle anche quel sorriso. "Forse era destino che questa storia fosse la nostra preferita, stavamo leggendo il nostro futuro senza che ce ne accorgessimo" sussurrò sorpresa, mentre riapriva il libro è cominciata a sfogliarlo. "Sì, forse era destino" ammisi, mentre i suoi occhi entravano in contatto con i miei. Sorridemmo entrambi, tanto che lei iniziò a leggermi qualche paragrafo del tomo.
L'ascoltai leggere, la sua voce era melodiosa e dava la giusta cadenza alla lettura e i toni corretti ad ogni discorso. Era un piacere immenso sentire la sua voce leggere, in quel momento chiusi gli occhi per immaginarmi le scene del libro e non seppi perché, ma invece di vedere la storia che stavo ascoltando mi ritrovai ad immaginare la mia futura sposa leggere la stessa storia a due bambini piccoli, tutti e due ci assomigliavano in modo impressionante. Riaprì gli occhi, mi ero davvero immaginato Genevieve che leggeva la nostra storia a dei nostri possibili figli?
Si vedeva che mi ero davvero innamorato di lei, mi piaceva il suo lato dolce e timido, anche se sapevo che nascondeva un lato battagliero, che spesso iniziava a farsi notare quando si parlava di Aranel. Erano come il giorno e la notte, ma in fondo dal mio punto di vista tutte e due nascondevano il lato maggiormente visibile della gemella, solo che Aranel non lo mostrava mai. Non so quanto tempo era passato, seppi solo che la mia amata aveva letto tutto il libro, era stato rilassante ascoltare la sua voce leggere, in quelle che deduco erano state ore, stranamente ero riuscito ad estraniarmi dai problemi che ci stavano perseguitando soprattutto il problema di salvare Aranel e cercare di riuscire a farla tornare ad Autem. Guardai la mia amata e le dissi: "Leggi benissimo, mi piacerebbe ascoltarti di nuovo un altro giorno, ma che ne dici se ora prendiamo un po' d'aria fresca?".
Ad un suo cenno d'assenso mi alzai e le allungai una mano per aiutarla a sollevarsi. Mi lasciai guidare da Genevieve e dalla strada sembrava dirigersi al roseto. Mi ricordavo che quel luogo era il preferito suo e di sua madre Galene e mi disse appena entrammo: "Sai perché ci sono due tipi di rose?" Feci un segno di negazione con il capo e lei continuò dicendo: "Le rose bianche sono le preferite di nostra madre, papà spesso ci ha raccontato che per farla innamorare le portava ogni giorno una rosa e passavano ore a camminare e conoscersi meglio. Nessuno dei due immaginava che si sarebbero innamorati, un soldato di Ares ed un'ancella di Afrodite non era una coppia che si vedeva spesso, ma loro erano andati contro tutto creando successivamente una famiglia." Guardai il roseto c'erano rose bianche e rosse e le chiesi: "Le rose rosse sono le tue preferite." La vidi sorridere e mi disse: "Esatto, la rosa è da sempre simbolo di amore, devozione, ammirazione, bellezza e perfezione. Lo sapevi che un bocciolo ben chiuso incarna il simbolo della castità femminile, invece la rosa sbocciata rappresenta la bellezza giovanile.
Essa ha un significato diverso a seconda del colore, dell'unione dei due colori e del numero di esse regalate." L'ascoltai attentamente era davvero preparata su questi fiori e le chiesi, da mezzo ignorante in questo campo e le chiesi: "Che significato hanno le rose rosse e bianche?" La vidi sorridere e mi tolse ogni curiosità dicendo: "La rosa bianca rappresenta l'innocenza, l'amore puro e spirituale, invece la rosa rossa rappresenta la passione e l'amore." La vidi un attimo pensierosa e mi disse: "Vieni ti mostro un segreto di questo posto e se vuoi, quello che ti sto per raccontare puoi dirlo ad Alarik, magari lo aiuta con Aranel." Mi portò in fondo al roseto dove c'era una porta chiusa dove non si poteva vedere cosa ci fosse all'interno, la vidi aprire la porta e una volta entrati ci trovammo davanti tante rose blu, non vedevo altri colori di rose, mi voltai verso la futura sposa per capire. Non avevo mai visto questa parte di roseto e poco dopo mi disse con voce leggermente incrinata: "Questa è la parte di roseto di Aranel. Non ha mai voluto mostrare a nessuno la passione per questo fiore solo a me, si è sempre presa cura delle sue rose ora lo faccio io al suo posto.
Le sono sempre piaciute le rose blu, sono simbolo di mistero e saggezza. Sinceramente spero che lei si ricordi del suo fiore preferito, forse Alarik può avere qualche possibilità di avvicinarsi a lei così." Rimanemmo a parlare ancora tornado nella prima parte del roseto. Appena lasciai Genevieve verso ora di cena feci veloce un salto dal mio amico per dargli questa dritta, sperando potesse tornargli utile.
STAI LEGGENDO
The Two Sisters' Legacy
FantasyIn uno dei tanti villaggi del Regno Autem, su un'altura, si scorge un'abitazione diroccata. Su questa dimora si sentono tante leggende e, una di queste, narra che fosse abitata dagli Dei. Gli umani sono ignari che tra loro possono esserci queste div...