Capitolo 11

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Alarik

Appena non sentii più le grida di aiuto di Aranel, il vento si calmò. Cominciai a guardarmi intorno, cercando la ragazza. "Aranel!" Gridai con tutto il fiato che avevo in corpo, mentre vedevo che dentro alla barriera non c'era più. No, non poteva essere scomparsa nel nulla. Era impossibile. "Aranel!" Urlai di nuovo, mentre mi portavo una mano tra i capelli. Anche la sorella continuava a chiamare il suo nome. "Com'è possibile che la mia sposa sia scomparsa davanti ai miei occhi!" Continuai, mentre stringevo i pugni e guardando i genitori. Erano completamente disperati, non si aspettavano che succedesse tutto così in fretta e in quel modo.

Perché doveva succedere proprio ad Aranel? Perché proprio alla ragazza che doveva diventare mia moglie? Dov'era finita? Stava bene? Non ero mai stato così preoccupato in tutta la mia vita. "Mamma! Dobbiamo andare a cercarla! Potrebbe essere ferita!" Urlò Genevieve, mentre aveva iniziato a piangere. Zeus non riusciva a spiegarsi come tutto quello fosse successo. Era spaesato, non sapeva cosa fare. Era la prima volta che tutto questo accadeva durante un rito. "Vado a cercarla! Non posso restare qui!" Urlò ancora Genevieve, mentre usciva di corsa dalla stanza, inseguita sia da me che da Miliz. Sarei andato io a cercarla, era il mio compito.

Proprio prima del rito le avevo detto che ero lì per proteggerla, invece non ero riuscito a fare niente. Ero il Dio delle armi, non potevo arrendermi. "Andrò io a cercarla e non tornerò fino a quando non l'avrò trovata" dissi serio, mentre i due si giravano verso di me. Genevieve mi guardò in modo molto diffidente, forse non si fidava ancora di me, in fondo io e Aranel avevamo sempre litigato. "Non credo che..." sussurrò la primogenita, mentre la bloccavo subito. Lei non era adatta per andare a cercarla, ma io sì. Avevo la forza, l'ingegno e le armi. "Partirò subito" affermai, mentre una voce in fondo al corridoio mi chiamava. Era Leandro.

"Dobbiamo prima capire dove Ares l'ha mandata. Potrebbe essere dovunque. Non ha senso che tu parta, dove andresti?" Disse, mentre lo guardavo male e stringevo i denti. "Andrei dovunque" risposi, mentre lo vedevo inarcare un sopracciglio. Corsi nella sua stanza, sapendo che sotto al suo letto aveva delle armi di vario tipo. Nessuno mi avrebbe mai fermato, l'avrei trovata, anche a costo di stare via da casa per anni. Presi un arco e una spada, correndo al piano di sotto, mentre trovavo nuovamente il padre fermarmi. "Alarik! Smettila! Ti devi calmare, subito. Dobbiamo ragionare e capire dove Ares l'ha mandata" ordinò, mentre deglutivo e lo guardavo negli occhi. Avremmo perso del tempo prezioso. Lasciai cadere le armi sul pavimento, mentre seguivo Leandro. Ero davvero nervoso, non sembrava nemmeno preoccupato.

Si sedette a capo del tavolo, mentre io rimanevo in piedi e incrociavo le braccia al petto. Sbattei il piede sul pavimento, mentre aspettavo di sentire il suo discorso: "Cos'avrà fatto Ares per rendere innocua una Dea della Guerra? Devi pensare Alarik, e anche in fretta".

Aranel

Buio. Questo era ciò che mi circondava, la tenebra più totale. Nessuno spiraglio di luce, non avvertivo niente, solo la terra su cui ero sdraiata, ma non sapevo minimamente dove potessi essere. Cercai di aprire gli occhi, ma fu tutto vano. L'unica cosa che accadde fu tornare a sprofondare nell'oblio circondata ancora una volta dalle tenebre.

Non mi accorsi di quanto tempo passò, seppi solo che sentii scuotermi da una mano e una voce dirmi: "Ragazzina svegliati!" Lentamente mi svegliai ed aprii gli occhi. Vidi una donna cicciottella che cercava di svegliarmi, mi aiutò ad alzarmi e la notai osservarmi dal capo ai piedi, mi girò intorno, come a volermi studiare. Dopo un attenta osservazione mi chiese: "Come ti chiami ragazzina?" Mi allontanai di qualche passo e risposi: "Aranel!" Indosso avevo un abito nero ed un arma, la estrassi dal fodero, come per farle capire di non fare brutti scherzi che potevo ucciderla.

Chiamò un uomo che poco dopo uscì e gli disse: "Che dici potrebbe essere una delle nostre nuove ragazze?" Vidi l'uomo osservarmi e rispose affermativamente alla donna. Mi fecero segno di entrare, ma non lo feci finché la donna non disse: "Muoviti, devi lavorare se vuoi che ti offriamo una stanza e del cibo!" "Che lavoro dovrei fare?". "Niente di troppo difficile, soddisfare gli uomini che entrano nel nostro bordello a letto!" Feci una faccia schifata, mai mi sarei concessa ad un uomo che non era il mio promesso sposo, non sapevo neanche se ne avevo uno.

Entrai nella locanda e subito la donna mi condusse in una stanza che mi disse sarebbe stata solo mia. Tolsi l'arma che avevo e la misi vicino all'armadio, quest'ultima da quell'oggetto estrasse una vestaglia corta e semi-trasparente color nero. Mi fece capire d'indossarla, lo feci e notai che qualcosa si poteva vedere, non mi sentivo a mio agio con quell'abito. Non sapevo perché, ma in quel luogo e con queste vesti mi sentivo completamente sbagliata.

Mi fermai davanti alla finestra a guardare fuori, cercando di ricordare qualcosa di me oltre a il mio nome e il fatto di saper lottare. Chi mi aveva insegnato a difendermi? Mio padre? Il mio futuro sposo? I miei genitori erano ancora vivi? Avevo fratelli o sorelle? Di dove ero originaria? Sentii il palmo sinistro bruciarmi, lo guardai e vidi che avevo un taglio, come me lo ero procurata? Tante domande senza una risposta, ora il dilemma era: ne avrei mai trovata una per ognuna di esse? O sarebbero rimaste senza una soluzione?

Continuai a navigare con la mente finché non sentii la porta aprirsi ed un uomo sulla quarantina entrare nella stanza, mi allontanai dalla finestra, lì sarebbe stato troppo semplice chiudermi tutte le vie di fuga. Lo vidi guardarmi con sguardo famelico, mi faceva schifo vederlo, possibile che provasse piacere nell'andare a letto con una quindicenne? Lo vidi indicarmi il letto e dire: "Allora ti muovi? Sai già cosa devi fare, datti una svegliata ragazzina!" Lo fulminai con lo sguardo, incrociai le braccia e lo sfidai con esso, facendogli capire che da lì non mi sarei mossa.




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Eccoci!

Piaciuto?

Commentate!!

A domenica prossima

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