Capitolo 6

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Aranel

Prima aveva usato un quarto della sua forza. Ero stata una stupida a credere che la stesse usando tutta. Ero stesa sul pavimento, mentre vedevo con la coda dell'occhio che Alarik mi stava fissando. Sbuffai, cercando di rimettermi seduta.

Avevo male dappertutto, ma almeno la rabbia era scomparsa, anche se non del tutto. Il ragazzo si inginocchiò, mentre mi guardava con un sorrisetto abbastanza sadico. "Nemmeno a pieni poteri riusciresti a battermi" disse serio, mentre mi offriva la sua mano, che io scansai subito.

Digrignai i denti, mentre riuscivo finalmente ad alzarmi, ma appena feci un passo, persi l'equilibrio. Prima che potessi toccare terra, Alarik mi prese per la vita. In quel momento mi sentivo debole e stupida. Mi ero comportata da superiore davanti a lui e in quel momento non riuscivo nemmeno a camminare.

Strinsi i denti, mentre portavo il braccio attorno alle sue spalle. Non lo guardai nemmeno in viso, era già umiliante così. "Dov'è la tua camera?" Chiese poi, in tono tranquillo. Lo vedevo da come parlava che si stava divertendo della situazione. In quel momento l'avrei colpito se non stessi provando tutto quel dolore.

"Non credo sia una buona idea che tu entra in camera mia" sibilai, mentre assottigliavo gli occhi e lo guardavo in cagnesco. Lui alzò i suoi al cielo, mentre aumentava la presa sul mio braccio. "Non dovresti farti questi problemi dal momento che tra qualche anno dormiremo sullo stesso letto" replicò tranquillo, mentre guardava la rampa di scale davanti a sé.

L'aveva detto sul serio? Era impazzito. Rimasi immobile, cercando di metabolizzare quello che era appena uscito dalla sua bocca. Repressi un conato di vomito e lo guardai sconvolta. "Credici. Non dormirò mai con te" affermai sicura, mentre cominciava a mettere il primo piede sullo scalino.

"Chi ha detto che dormiremo? Io intendevo altro. Sai, quello che fanno due persone sposate." Continuava a rigirare il coltello nella piaga. Stetti zitta per non peggiorare la situazione. Quanto volevo urlare per liberarmi da tutta la rabbia che stavo provando nei suoi confronti.

"Qualcosa mi dice che questa è la tua camera" disse ancora, mentre ci fermavamo davanti ad una porta completamente nera con un'ascia che pendeva. Presi un respiro profondo, mentre mi aggrappavo alla maniglia. "Ora puoi andare" soffiai, mentre lui mi guardava in modo strano.

Mise la mano sopra alla mia, poi spinse la maniglia verso il basso ed entrammo. Prima che potesse anche solo guardare la mia camera, lo spinsi fuori, chiudendo la porta a chiave, scivolando poi sul pavimento.

Mi rilassai completamente, portandomi una mano tra i capelli. Ero davvero stanca, non sarei nemmeno riuscita ad arrivare al letto a baldacchino. Chiusi gli occhi, mentre sentivo bussare molto forte.

"Aranel! Questa me la paghi!" Gridò la voce di Alarik, facendomi scoppiare a ridere. Non mi spaventava nemmeno un po'. "Sì, certo!" Urlai, mentre lo sentivo sbuffare e allontanarsi dalla porta. Non potevo credere che mio padre mi avesse venduta ad un ragazzo di quel tipo, era un mostro. Non potevo crederci che tra due anni sarei stata costretta a vivere con un tipo del genere! Lentamente riuscii a mettermi in piedi e, passo dopo passo, camminai alla volta del bagno collegato alla mia camera. Mi rinfrescai lentamente, per poi tornare altrettanto adagio verso il letto a baldacchino. Appena riuscii a sdraiarmi con qualche smorfia per il dolore e a coprirmi col lenzuolo, crollai tra le braccia di Morfeo per la stanchezza.

Genevieve

Ero leggermente scioccata dalla notizia che mi aveva dato mio padre, tra due anni mi sarei dovuta sposare e tra un mese avrei dovuto fare un rituale insieme ad Aranel per utilizzare appieno i nostri poteri. Miliz mi aveva consolato quando avevo iniziato a piangere per la notizia del matrimonio, ho sempre sognato di sposarmi per amore, non per convenienza o per altri motivi.

Vidi Aranel sfogarsi con Alarik duellando, ma la mia gemella non riuscì mai a colpirlo, forse non aveva mai usato davvero i suoi poteri. Vagai per il giardino che mia madre aveva creato appena era venuta a vivere qui. Neanche Aranel veniva qui, non era una persona romantica. Mi sedetti su una panchina e guardai la luna che si stava alzando in cielo, Artemide stava prendendo il posto del gemello Apollo. Rimasi non so quanto tempo da sola, finché una voce non disse: "Ti ho cercato ovunque, grazie a tua madre ti ho trovata finalmente!" Mi voltai vedendo Miliz avvicinarsi e sedersi vicino a me e chiedermi: "Come ti senti dopo quello che hai scoperto?" Lo guardai negli occhi e gli risposi: "Non so come spiegarlo, sono un mix di emozioni." Mi prese una mano e mi disse: "Prova a spiegarmene una alla volta, magari è più semplice." Guardai le nostre mani unite e risposi: "Sono felice per il rituale, così potrò essere una Dea a tutti gli effetti, ma questa felicità è oscurata dalla delusione di dovermi sposare." Vidi il Dio protettore della famiglia sedersi davanti a me, poi mi disse: "Non mi vuoi sposare?" Lo guardai negli occhi e gli dissi: "Non so come spiegartelo, sarei felice di farlo, ma vorrei sposarti per amore non per convenienza o alleanza! Ho sempre sognato di sposare l'uomo che amo."

Miliz sorrise e continuò: "Beh, ci vogliono due anni prima che diventi mia moglie, possono cambiare tante cose! Ho due anni per farti innamorare di me e allora sarebbe il matrimonio che hai sempre sognato!" Rimasi di stucco, pur di esaudire un mio desiderio sarebbe capace di provare a farmi innamorare di lui? Lo guardai negli occhi e risposi: "Saresti disposto a corteggiarmi per farmi innamorare di te? Avrò anche sognato di sposarmi per amore, ma non deve esserci amore solo da una parte, deve essere un amore corrisposto." Mi alzai ed iniziai a portarmi verso l'entrata di casa. Miliz mi prese per mano e mi fece voltare, lo guardai negli occhi e mi disse: "Ti rammento: in due anni può succedere di tutto, potrei già provare qualcosa per te e tu non lo sai. Diamoci il tempo di poterci conoscere ed innamorarci!" Mi salutò con un bacio sulla guancia e io mi diressi verso la mia camera, ripensando alle parole del ragazzo.



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Buona domenica!

Piaciuto?

A domenica prossima!

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