Chapter Thirty-Eight

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Merda. L'ho già detto, per caso? Beh, lo ripeterò ancora una volta, giusto per sottolineare quanto io sia effettivamente nella merda in questo momento.

Merda.

Calum continua a fissarmi spiazzato mentre io non riesco a fare altro che percepire, man mano, il mio battito cardiaco aumentare a dismisura. Ritraggo frettolosamente la mano dalla fronte di Luke e boccheggio, in cerca di parole da tirar fuori. Eppure non riesco a formularne di alcun tipo che sembrino, per lo meno, avere un senso.

Davvero fantastico.

«Scusa, io non...Non volevo spaventarti...», mormora il ragazzo ancora sulla soglia dopo qualche secondo di silenzio. Vedendomi impietrita sul posto, Calum prosegue, seppur esitante.

«Poco fa, quando sono tornato a casa l'ho trovato lì e, mi dispiace, non volevo entrare in camera tua! Pensavo di pulire dato che è da qualche giorno che non lo faccio, non volevo fare nient'altro, sul serio!», tutto d'un tratto lo vedo iniziare ad impanicarsi e sembra sul serio dispiaciuto e quasi sul punto di una delle sue solite crisi isteriche. Per un attimo quasi rido per la sua strana reazione mentre continua a farfugliare scuse ad una velocità fin troppo elevata.

Ma non riesco a focalizzarmi su cosa stia effettivamente dicendo. L'unica cosa a cui riesco a pensare al momento è che devo trovare un modo per giustificare la presenza di Luke nel mio letto. E la cosa peggiore è che una motivazione sufficiente da poter fornire a Calum non c'è.

Non riesco ad elaborare nulla e, presa dal nervoso che la sua sua voce in preda al panico mi sta provocando, deglutisco e mi decido a parlare senza pensarci troppo sopra. Per cui, improvviso.

«Calum, Calum! Dannazione, smettila di scusarti, cavolo!», esclamo, riuscendo a far ammutolire il ragazzo dalla ricrescita più orribile che abbia mai visto. Ora i suoi occhi in parte disperati e in parte meravigliati mi fissano, in attesa e in segno di scusa - ancora.

Sospiro, mordendomi il labbro poco dopo. Forse sto per fare una stronzata, ma non vedo altro modo di poter uscire da questa situazione se non rivelandogli ciò che è sul serio successo. Quindi deglutisco e prego che il tutto non porterà a delle spiacevoli conseguenze prima di parlare.

«Non devi farlo, non hai fatto nulla di male. Non so cosa tu abbia capito, ma Luke si è sentito male la scorsa sera e ho pensato di farlo dormire qui per aiutarlo e non far allarmare nessuno.», percepisco nuovamente il battito del mio cuore rimbombarmi nelle orecchie e quasi vorrei prendermi a schiaffi per star parlando di tutto questo proprio con Calum. L'attesa di una risposta non fa altro che aumentare il mio livello di agitazione.

Il ragazzo dalle Vans nere mi fissa preoccupato, lanciando di tanto in tanto qualche occhiata a Luke, ancora addormentato accanto a me. Sembra stupito.

«In che senso si è sentito male? Ho notato che aveva la faccia rossa e la fronte che scottava prima, infatti sono uscito a comprare qualche medicina dato che in casa non ne ho trovate...È successo qualcosa di grave?», lo vedo sollevare appena il sacchetto che ha in mano, sul volto solo un'espressione preoccupata. Quasi non riesco a non accennare un piccolo sorriso. Solo ora mi rendo conto che Calum è davvero strano. Una persona del genere non credo di averla mai conosciuta.

Lo vedo avvicinarsi, quasi timoroso, facendosi strada nella stanza. Gli faccio cenno di avanzare, per poi fargli capire di chiudere la porta. Vorrei evitare che qualcun'altro irrompesse e iniziasse qualche interrogatorio.

Il cuore continua a battere troppo forte quando il mio sguardo si sposta su Luke, ancora una volta.

Non so se quello che sta succedendo inciderà o meno con ciò che riguarda me e Luke, ma al momento voglio solo che si senta meglio e si riprenda. E, per quanto lo possa negare, ho bisogno di un aiuto per farlo.

LOST SOULS // Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora