Chapter Twenty-Nine

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Trattengo il fiato, timorosa di pronunciare anche una sola sillaba, e non riesco a fare altro che fissare Ashton davanti a noi. I suoi occhi paiono continuare a muoversi a intervalli regolari tra me e Luke, incapaci di trovare un nesso logico tra me e il ragazzo che ho accanto. Riesco a percepire la sua confusione fino a qui.

«Voi...Che ci fate qui?», sento poi la sua voce e deglutisco. Davvero fantastico. Prima Calum che becca me e Luke chiusi in un bagno. Ora Ashton che becca me e Luke a girovagare insieme a notte fonda. Cosa diavolo vedrà Michael, a questo punto?

Non voglio nemmeno immaginare come si complicheranno ora le cose. Ma non lascio che il panico prenda il sopravvento. Non posso permetterlo, d'altronde. E mi illumino all'istante non appena trovo il modo perfetto per sviare la sua domanda.

«Pensavo che non te ne importasse nulla di niente. "Non me ne frega un cazzo", l'hai detto tu stesso. Quindi perché vorresti una risposta?», alzo un sopracciglio, non badando troppo allo sguardo perso che mi sta dedicando Luke. Ora dovrò spiegare tutto anche a lui.

Ashton rimane interdetto, come avevo previsto, e per qualche attimo i suoi occhi si posano su di me. Eppure il suo è uno sguardo strano. Non riesco a decifrare nessuno dei pensieri che questi sembrano esprimere.

«Non la voglio, infatti. Non mi interessa.», e detto ciò ci supera senza aggiungere altro, infilandosi le mani in tasca e procedendo nella direzione da cui io e il lampione a due gambe proveniamo. Starà certamente tornando a casa, ma cosa diavolo avrà fatto fino a quest'ora tarda? E diamine, che tempismo di merda.

Ringrazio che abbia litigato con Calum, visto che altrimenti avrebbe potuto rivelargli che ci ha visti qui fuori a quest'ora. E se glielo dicesse ugualmente? E se mettessero insieme i pezzi? E se iniziassero a capire?

Diavolo, questo sarebbe un problema.

«Hey, mi stai ascoltando?», la voce di Luke sovrasta i miei pensieri e mi volto di scatto verso di lui, dovendo come consuetudine alzare la testa. I suoi occhi sono socchiusi e già da questo posso intuire come si evolverà la discussione.

Sospiro.

«Lo prendo come un no.», commenta poco dopo, e assottiglio le labbra, leggermente in colpa, lanciando un'occhiata verso il sentiero che abbiamo già percorso, non vedendo più Ashton in lontananza. Avrà già percorso un gran pezzo di strada e si sarà allontanato a sufficienza. Torno quindi a dedicare la mia attenzione sul biondo, che è rimasto a fissarmi confuso.

«Scusa, stavo solo pensando a quanto siamo nella merda ora...Cosa stavi dicendo, comunque?», borbotto, stringendo maggiormente la presa sul mio barattolo di mais, puntando i miei occhi in quelli chiari di Luke. Il suo sguardo riesce a mettermi in soggezione anche ora e non posso fare a meno di arrossire. Diamine, non ci posso credere.

Un piccolo sorriso prende forma sul suo volto. «Mi hai chiesto scusa? Cioè, hai sul serio detto "scusa"? Tu?», ridacchia appena e alzo gli occhi al cielo. In una situazione del genere lui pensa a questo? Seriamente?

«È stato un riflesso incontrollato. Non farti strane idee e smettila di sorridere dal momento che quel babbeo ci ha appena colto in fragrante. Non c'è un cazzo da ridere.», lo rimbecco e mi imbocco un'altra porizione di mais, riprendendo a camminare con lui al seguito.

«Questo lo so bene. Prima ti stavo parlando di questo, ma non importa, ormai ci ha visti ugualmente. Non servirebbe a nulla disperarsi, ne parleremo con gli Elementi in qualsiasi caso. Che diavolo è appena successo, comunque?», mi domanda sollevando un sopracciglio, affondando maggiormente le mani nelle tasche dei suoi jeans. So che si riferisce allo strano scambio di battute tra me e Ashton, per cui, con ancora rabbia da sbollire, inzio ad inforchettare con più violenza il mais che mi rimane nella scatoletta.

LOST SOULS // Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora