Chapter Thirty-Three

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«Caffetteria?», fisso sconcertata Calum mentre i suoi occhi scuri mi scrutano in attesa. «Scordatelo.», rispondo semplicemente, indignata, continuando a tenere le braccia incrociate al petto. Lui sobbalza, annuendo appena, scarabocchiando qualcosa sul suo piccolo foglietto di carta con la sua penna colorata.

«Ok, ok, uhm...Gelateria?», ritenta, ma lo fulmino con lo sguardo in un modo così intenso che lo vedo tremare dalla paura mentre torna a scarabocchiare un'ennesima volta. «Ho capito, è un no anche questo...», farfuglia con voce inferma, un po' intimorito.

È da mezz'ora a questa parte, ormai, che il tutto sta andando avanti. Calum ha stilato una lista di tutti i possibili locali e negozi in cui io potrei andare a lavorare a Betweenville, ma nessuno di questi è abbastanza rispettabile per una come me. Assolutamente nessuno.

«Beh, ecco, la mia lista si ferma qui, allora...», annuncia poco dopo il ragazzo dai capelli grigiastri, stringendo le labbra in una linea retta. Piccolo update: la ricrescita sta iniziando a farsi vedere e la cosa è davvero inquietante.

Michael, accasciato sul tavolo della cucina accanto a lui, sta giocando ad uno stupido videogioco su un piccolo computer tascabile. È da un'ora che è lì e che continua ad urlare cose tipo "No bello, non morire! Sei un bastardo e ti prendo a calci in culo se lo fai!", "Sì cazzo, sì amico, sfondagli il culo, andiamo!" e "Evvai, stronzo, ti ho battuto! Baciami il culo!".

Dire che ha un'ossessione per i culi è minimizzare.

«Cosa? Tutto qua? Questo è tutto?», domando sconvolta rivolta a ChinaTown, vedendolo fare spallucce, rassegnato. «Oggi sono andato a chiedere ovunque e solo questi locali cercavano qualche aiutante.», sospiro esasperata alle sue parole, passandomi le mani tra i capelli.

«Non è possibile. Ci deve essere qualche lavoro decente, dannazione.», borbotto seccata, e Calum mi lancia un'occhiata.

«Beh, se vuoi, sai, la mia proposta è pur sempre vali-», prova a parlare, ma lo fulmino prima ancora che riesca a terminare la frase. «Scordatelo. Non andrò in giro a sputtanarmi come fai tu con una dozzina di cani dietro pronti a cagare senza freni.», faccio una smorfia, vedendolo sospirare abbattuto.

«La fai fin troppo tragica...In fondo non è male fare il dog-sitter...», borbotta poi a capo chino. Alzo un sopracciglio. «Allora continua pure a raccogliere cacche di cane per cinque dollari all'ora, non mi importa. Io però mi rifiu-»

«Vaffanculo! Non vale! È stato un attacco a sorpresa!», l'urlo incazzato di Michael mi fa quasi trasalire per lo spavento e Calum per poco non tira un urlo poco virile dei suoi. Il tinto è ora in piedi, uno sguardo di fuoco rivolto allo schermo del piccolo aggeggio che tiene ancora stretto tra le mani.

Scatto l'occhio destro prima ancora di accorgermene. Questo è davvero troppo. Ora ha davvero rotto il cazzo.

Mi alzo in piedi anche io, battendo con forza le mani sul tavolo. «Brutto idiota, ma la vuoi piantare di urlare come un cretino? Quel coso te lo spacco in testa se solo provi a nominare la parola "culo" un'altra volta! Mi hai capito?!», grido furiosa, riuscendo a far terrorizzare Michael a tal punto che il piccolo videogioco gli scivola dalle mani e finisce dritto a terra in un tonfo.

I suoi occhi si sbarrano all'istante e lo vedo subito chinarsi sotto al tavolo per raccogliere quello che rimane del suo stupido gioco.

«Cavolo, proprio quando stavo per liberare la regina Gina...», lo sento esalare poco dopo, sull'orlo di un pianto disperato. Lo fisso seccata, accigliandomi l'attimo dopo. Regina Gina, seriamente?

«Hey, Michael, non fare quella faccia...In fondo, è solamente un videogioco...», Calum prova a consolare il tinto con il cuore infranto ed io, nel mentre, mi dirigo verso il frigo per prendere una bottiglietta d'acqua, totalmente indifferente.

LOST SOULS // Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora