STORIA 12

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-tu mi spensieri!
-io ti cosa?
-mi spensieri.
-io ti spensiero...
-esatto, sì, mi spensieri.
-ma non esiste.
-cosa?
-io spensiero, i spensieri, non si dice.
-che vuol dire non si dice?
-che non è corretto, esiste la spensieratezza ma non lo spensiero.
-uhm.. credo di non capire.
-allora, puoi essere spensierato, ad esempio, ma non puoi spensierare.
-ma tu mi spensieri. Tu mi sei verbo in un mondo di aggettivi.
-a volte giuro che non ti capisco.
-allora, tu mi sei verbo, ad esempio, non aggettivo.
-a te le parole sfuggono di mano spesso?
-ma no, è facile, seguimi...
-spara.
-spara?
-sì, spara, avanti...dimmi!
-spara? E poi a me sfuggirebbero di mano le parole?
-spara, che c'è di male su spara? Si dice così.
-spara...Ma ci pensi che a volte pronunciano termini orribili solo per sentiti dire e non diciamo l'indicibile solo per paura di affacciarsi a una meraviglia inedita?
-oh mio dio, tu mi farai impazzire, ti prego, chiudi questa storia.
-tu mi spensieri, ecco, mi spensieri. Quando arrivi da me, spazzi via tutti i pensieri brutti e mi liberi dalle preoccupazioni, mi alleggerisci, mi metti voglia di fischiettare, mi ripaga la vita con la serenità.
-anche tu. Anche tu mi fai questo.
-e come lo chiami tutto questo?
-spensieratezza.
-e come lo chiami se sei tu a procurarmi questo?
-spensiero...?
-sei ancora sicura che non esiste questo verbo?
-senti, pensavo ma ti va...
-cosa?
-di iventare nuovi verbi, tutti per noi?

Tu mi sei verbo, mi accadi, mi avvieni. E se non esistono alcune parole, io per te, le inventerò.

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