Won't you please stop loving me to death?

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Se qualche mese fa qualcuno mi avesse detto che mi sarei ritrovato di nuovo in casa Hemmings, dopo tanti anni, gli avrei riso in faccia.

E invece eccomi qui, cercando di evitare lo sguardo sospettoso di Mafalda.
Di sicuro Luke non le ha raccontato niente, ma dal modo in cui le sue sopracciglia sono aggrottate capisco che ha notato lo stato d'animo del biondo.

Chissà che faccia aveva quando è tornato in casa...

Cerco di nascondere il dolore, a causa di una fitta allo stomaco, dondolandomi sui talloni.

«Posso vederlo o no?»
«Sei tu la ragione per cui sta male»

Quella frase, pronunciata più come un'affermazione che come una domanda, mi porta a deglutire.

«Cosa te lo fa pensare?»
«Perché solo tu puoi avere un tale effetto su di lui» il suo tono è duro, seppure non riesca a nascondere la rassegnazione dietro quella frase.

Ora lo so.
So che ho sempre avuto la capacità di direzionare l'umore del biondo, anche senza l'aiuto di una bambola magica.

Abbasso lo sguardo, non sapendo cosa dirle.
Spiegarle la situazione non servirebbe a niente, sapendo quanto è protettiva nei suoi confronti ma non posso rimanere fermo e non fare nulla.

«Mi dispiace, okay? Ma devo vederlo»
«Non ora»

Stringo i pugni, decidendo, alla fine, di fare di testa mia.
Michael Clifford non si fa fermare da nessuno e di certo non da un semplice "no".

C'è un motivo per cui sono riuscito ad entrare nell'università più prestigiosa di Sydney ed è grazie alla mia perseveranza e alla mia testa dura.

«Questo lo vedremo» mormoro, uscendo di casa, a passo svelto.

L'unica persona che può dirmi se vuole ascoltarmi o meno è Luke, lui e nessun altro, ma sappiamo entrambi che nemmeno se fosse il biondo stesso a dirmi di andarmene lo farei.

Una volta fatto il giro della villa, scavalco il cancello, con le mie oscene capacità fisiche. Forse non avrei dovuto saltare tutte quelle lezioni di ginnastica al liceo.

Dopo una caduta da perfetto ciccione sessantenne con una gamba sola, scorro con lo sguardo tutte le finestre di quell'immensa abitazione.
Quale diavolo sarà la sua stanza?

Cerco di ricordare in quale camera ero stato tanti anni prima, senza alcun risultato.
Proprio quando sto per arrendermi, però, vedo una sagoma stagliarsi vicino la finestra più a destra. Quel ciuffo lo riconoscerei tra mille.

Con un sorriso soddisfatto, raccolgo un sasso, facendo un'espressione disgustata per la terra sul mio palmo.
Guarda un po', mi tocca anche fare giardinaggio adesso.

Prendendo la mira, lancio la pietra, sperando di colpire la finestra esatta ma quando quella rimbalza contro il cornicione, tornando indietro e quasi colpendomi, impreco, esasperato.

Ma che sfiga di merda!

Riprovo una seconda volta, colpendo però la finestra accanto a quella sperata, facendomi sbuffare.
Faccio prima a trasformarmi in spiderman e a raggiungere la sua stanza scalando la villa.

Eppure un "click" in lontananza, mi distrae da quei pensieri.

Alzo di scatto lo sguardo, vedendo il ciuffo biondo di Luke spuntare da fuori la finestra.

«Chiunque sia il coglione che si sta divertendo a distruggere le finestre, sappi che questa è proprietà privata e-»

Rimango fermo, ad osservarlo mentre, a sua volta, mi squadra confuso.
L'espressione sul suo viso si fa più dura, eppure, anche a quella distanza, noto il suo sguardo ferito.

𝐕𝐨𝐨𝐝𝐨𝐨 𝐝𝐨𝐥𝐥 || 𝑴𝒖𝒌𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora