I can feel you watching even when you're nowhere to be seen

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Dopo la chiamata di Mafalda ho raccontato il piano di Calum al biondo, il quale è sembrato abbastanza incerto.

Devo dire che non mi aspettavo una reazione così calma da parte sua, soprattutto dato che mi sono intromesso così tanto nelle questioni della sua famiglia, ma è stato un bene.

Forse, la situazione è diventata così disperata che non ha potuto fare altro che assecondare la mia briciola di speranza. É l'unica cosa a cui possiamo aggrapparci.

Eppure, anche dopo averne parlato per un po', continua a sembrarmi insicuro.

«Non credo sia la cosa giusta... Insomma, ricattarli? E se ci si ritorcesse conto? Entrambi sappiamo quante conoscenze abbiano i miei...»

Si passa una mano tra i capelli e posso notare tutta la stanchezza proiettarsi sul suo viso.
Capisco le sue preoccupazioni ma è davvero l'ultima cosa che ci rimane, dato che abbiamo capito che con il dialogo non andiamo comunque da nessuna parte.

Luke aveva persino smesso di mangiare per attirare la loro attenzione e se nemmeno con quello ci é riuscito... Non c'é davvero nessun altro modo.

«Lukey... Guardami»

Gli prendo il viso tra le mani, ancora seduto sulla mia altalena, cercando di rivolgergli il sorriso più rassicurante che sono capace di fare.

«É rischioso, lo sappiamo tutti, ma abbiamo davvero un'altra scelta? Hai sopportato questa tortura psicologica per venti anni della tua vita... Basta così»

Gli accarezzo uno zigomo con l'indice, portandolo a fare un piccolo sorrisino.
So che ancora non è sicuro della mia scelta ma non credo mi ostacolerà; si fida di me - pur non sapendo per quale strano motivo - e non ho intenzione di deluderlo.

«Non riuscirò a farti cambiare idea, vero?»
«Nemmeno lontanamente»

Mi stringo nelle spalle, con una piccola risatina, continuando ad accarezzargli dolcemente il viso.

I miei occhi si perdono ad osservare i suoi, che cercano in tutti i modi di dirmi qualcosa. Intorno a noi il silenzio è così rassicurante che mi sento come a casa.

Potrei rimare ore a fissare queste iridi così azzurre, senza riuscire a stancarmi o a sentirmi in imbarazzo. Luke sa sempre come mettermi a mio agio; penso sia proprio uno dei tanti effetti calmanti che ha su di me.

«Proprio adesso, qui con te...» mormora pianissimo, con un filo di voce, socchiudendo poi anche gli occhi, prima di continuare. «Mi sento libero di essere me stesso. Mi sento finalmente circondato da quell'atmosfera che ho cercato per anni in quella villa fredda e cupa. Il tuo semplice tocco mi rassicura e io... Mi sento quasi ridicolo per questi sentimenti che sembrano esplodermi nel petto»

Sospiro.
Un sospiro felice.
Un sospiro di pura spensieratezza.
Uno di quei sospiri seguito da un sorriso spontaneo e sincero.

Sentire queste sue parole mi fa battere il cuore fin troppo forte e vorrei che lo sentisse, che sentisse cosa è capace di farmi, adesso che ho capito quanto sia importante per me.

«Dopo che tutta questa storia sarà risolta, voglio chiederti una cosa. Mi aspetterai?»

I suoi occhi si riaprono e il sorriso che mi rivolge mi mette sottosopra tutto lo stomaco.

«Ti ho aspettato per così tanti anni, Michael... E lo farò ancora»

🔮🔮🔮

Alla fine, io e Mafalda ci siamo accordati per vederci verso le cinque da Starbucks, proprio come quando mi aveva dato il misterioso quaderno di Luke. Quaderno che, a pensarci bene, ho ancora io.

Sorrido a quel pensiero, più che altro perché, finalmente, lui è felice.
Non si è liberato del tutto dal peso che lo affligge ma siamo sulla strada giusta. Siamo, perché non ho intenzione di lasciarlo solo.

L'arrivo della donna mi distrae da tutti quei pensieri, facendomi scuotere la testa.

«Scusa il ritardo, ho dovuto inventare una scusa con i signori Hemmings... Mi tremano ancora le mani»

La sua risata forzata mi fa capire che non sia del tutto una metafora.
La parte più dura del piano è toccata a lei, senza ombra di dubbio. Il fatto che mi abbia aiutato mi riempie il cuore di gioia; senza di lei non so come avrei fatto.

«Cosa hai trovato?» domando impaziente, mentre mi si siede di fronte, poggiando sul tavolo una cartellina nera.

Me la passa come se fosse una busta piena di droga, facendomi ridacchiare leggermente. So che è una situazione seria ma sembra quasi un film di spionaggio.

Apro quindi la cartellina, notando diversi documenti di cui non capisco un accidenti. Studio medicina, mica legge.
Avrei dovuto fare venire Calum, dato che suo padre è un avvocato, dannazione.

«Puoi tradurmi questi mille documenti in termini che possa capire?»

Alzo lo sguardo su Mafalda, sperando che almeno lei qualcosa ci abbia capito... Altrimenti non li avrebbe portati, giusto?

D'altra parte, mi sorride, annuendo leggermente.

«Nemmeno io ci capisco molto di numeri ma, essendo al servizio degli Hemmings ormai da tempo, riconosco subito se c'è qualcosa che non va. Ultimamente Andy è molto stressato e il motivo è proprio in questa cartellina» picchietta il dito su quest'ultima, prima di continuare a parlare. «Deve un sacco di soldi alla banca, a causa dei prestiti. Si ritroveranno in meno di sei mesi in banca rotta se non trovano un piano conveniente. Peccato che le loro conoscenze non arrivino ai banchieri»

Aggrotto la fronte, non capendo come questo possa tornarci utile.
Eppure, osservando il sorriso complice di Mafalda, dopo pochi secondi ho la risposta.

«PORCA PUTTANA»

Tutte le persone mi lanciano un'occhiataccia per quella mia esclamazione ben poco fine, portandomi ad arrossire leggermente.

Mi schiarisco la voce ma non riesco a fare sparire il sorriso dalle mie labbra.
Il cuore batte all'impazzata e mi metterei anche a piangere per la facilità con cui si è risolta la cosa.

«Oddio, ti ringrazio così tanto. Non credo sarei mai stato capace di fare qualcosa per Luke senza il tuo aiuto»

Mette una mano sulla mia e riesco a vedere della commozione anche nei suoi occhi.

«Ci tengo davvero tanto a quel ragazzo... Voglio solo che sia felice e sono sicura che tu abbia un gran ruolo in questo, non potevo dirti di no»

Mi sciolgo in un ennesimo sorriso, non potendo proprio farne a meno.
Le cose, finalmente, stanno andando per il verso giusto, anche se non abbiamo ancora concluso tutto.

Davanti lo sguardo incoraggiante di Mafalda, prendo il telefono, componendo quel numero che ormai ho imparato inconsciamente a memoria.

Al suo "pronto?" non posso fare altro che mordermi il labbro inferiore, per mantenere una certa serietà.

«Sto per arrivare a casa tua. Tutto si risolverà»








UOOO MA SALVE
Non manco da molto ma a me sembra passata un'infinità di tempo
Ammetto che, per qualche giorno, mi era passata per la mente l'idea di abbandonare tutto perché non mi sentivo più la voglia di scrivere
Ma mi sono fatta forza E ORA ECCOMI QUI

Se il capitolo fa schifo vi chiedo scusa ma, come ho detto, non mi sentivo molto in vena ultimamente
Ma ora penso che quella fase sia passata

QUINDI TORNIAMO A NOI
Mafalda ha trovato la soluzione al problema, quanti di voi hanno capito cosa c'entrano i banchieri in questa storia?
Se avete una buona memoria, saprete di certo la risposta perché è proprio nel primissimo capitolo :-)

Ma comunque nel prossimo si svelerà tutto quindi potete anche non ricordarlo
Ebbene sì, il prossimo capitolo sarà l'ultimo, definitivamente

Spero che il finale vi possa piacere anche se non sono per niente brava a scriverli
E nnniente

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e ci vediamo al prossimo
Ciaociao

𝐕𝐨𝐨𝐝𝐨𝐨 𝐝𝐨𝐥𝐥 || 𝑴𝒖𝒌𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora