Won't you please stop loving me to death?

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Luke mi ignora da settimane e, osservandolo, mi rendo conto di quanto sembri apatico.

Anche le più piccole cose, come mangiare il pranzo, le compie meccanicamente ma mentirei se dicessi che non sono sollevato nel vederlo mangiare regolarmente.

Forse una cosa buona l'ho fatta davvero.
Eppure... Questa situazione non mi piace.

Non vedere nessuna emozione in quegli occhi, che prima mi guardavano sempre divertiti, mi sta facendo sprofondare in un vortice di tristezza, che non credevo avrei provato.

Non ci punzecchiamo più, non ci insultiamo più e lui non mi dice più niente.

Sono diventato un estraneo e non faccio che sentir risuonare nella mia mente le parole di Mafalda.
"Tu c'eri".

Io c'ero ma ho fatto in modo che Luke mi tagliasse fuori dalla sua vita, credendo di fare una cosa buona e che, per me, non sarebbe cambiato niente.

La mia routine è stata sconvolta e mi sembra di star vivendo la vita di qualcun altro. Sembra quasi che il solito Michael Clifford non esista senza il solito Luke Hemmings.

«Se ti fa stare così male, ritira l'ordine»

Ignoro le parole del mio migliore amico, continuando a ricopiare gli appunti, presi durante la lezione precedente.

«Ci sei stasera per una maratona di Harry Potter?»
«Michael... Si vede che ti manca litigare con lui, per quanto malata possa essere questa cosa»

Dovrei almeno sforzare una risata per il tentativo di Calum, ma non ne ho voglia.
Come ha detto lui, è una cosa quasi malata. Perché dovrebbe mancarmi avere sempre tra le palle una persona irritante come Luke?

«Le hai sentite anche tu le voci che stanno circolando, Cal»
«Intendi quelle secondo cui Luke "il figlio perfetto" non sta più assecondando i suoi genitori? Non si è ribellato, Michael, sta solo ignorando la cosa»

Stringo con forza la penna, non distogliendo lo sguardo dal mio quaderno.

È da qualche giorno che tutti parlano del nuovo atteggiamento del biondo e del fatto che abbia smesso di assecondare i suoi genitori e questo mi basta.

"Non è vero che ti voglio fuori dalla mia vita"

Chiudo gli occhi, cercando di mantenere la calma.
Non capisco il suo comportamento.
Non capisco cosa si cela dietro quelle sue parole e non capisco perché io mi senta così.

Prima che possa dire qualcosa, il mio telefono inizia a vibrare nella tasca, distogliendomi momentaneamente da quei pensieri.

«Pronto?» cerco di tenere un tono basso, essendo comunque in biblioteca, ignorando le continue occhiate del moro.

«Michael? Sono Mafalda... Mi dispiace disturbarti ma avresti qualche minuto libero per incontrarmi? C'è una cosa che vorrei mostrarti»

Aggrotto la fronte, confuso da quella richiesta.
Cosa mai potrebbe volere da me?

Esito qualche minuto, non sicuro di voler accettare la richiesta. Di sicuro la cosa di cui vuole parlarmi ha a che fare con il biondo e, ora come ora, non voglio essere confuso ulteriormente.

«Michael? Ci sei?»
«Sí, scusami... Io...»
Dille di no.
«Verrai?»
No. No, no, no.
«Va bene. Ci vediamo da Starbucks tra un'ora»
«Grazie mille!»

Appena chiude la chiamata mi do mentalmente dell'idiota.

«Chi era?»

Calum mi guarda confuso, giocherellando con la zip della sua felpa.

«La mia rovina»

🔮🔮🔮

Dopo un'ora esatta, sono qui ad aspettare di vedere Mafalda, sperando che tutto ciò che deve mostrarmi non abbia niente a che fare con lo strano comportamento di Luke.

Sospiro, guardando per l'ennesima volta l'orario.
Perché sono così nervoso?

Solo dopo qualche minuto, puntando lo sguardo sull'entrata, vedo una figura familiare avvicinarsi al mio tavolo.

«Scusami per averti disturbato»

Nemmeno il tempo di sedersi che queste parole le sfuggono dalle labbra.
Mi stringo nelle spalle, facendole poi un piccolo sorriso rassicurante.

«Cosa dovevi mostrarmi?»

Guardandomi leggermente titubante, posa sul tavolo il quaderno che prima stringeva al petto, come se fosse di estrema importanza.

«Ieri stavo pulendo la stanza di Luke e ho trovato questo sotto il letto. Non volevo farmi gli affari suoi, non l'ho mai fatto... Ma ultimamente si comporta in modo così strano che mi sono preoccupata»

Annuisco, sentendo di nuovo quel peso sullo stomaco e il magone alla gola.
Cercando di recuperare la calma, deglutisco, posando le dita su quel quaderno.

«E io cosa c'entro?» mormoro con un filo di voce, non staccando gli occhi da quell'oggetto.

«C'é un'unica pagina scritta... E parla di te. Penso che sia stato una specie di sfogo da parte sua e leggere ciò che ha scritto-»

Si ferma di colpo, costringendomi a riportare lo sguardo su di lei.
I suoi occhi lucidi non fanno altro che aumentare la mia preoccupazione.

Non voglio leggere niente.
Non voglio sapere cosa pensa di me.
Non voglio venire a conoscenza del suo dolore.

«Non credo sia giusto che io-»
«Sono parole rivolte a te. È più giusto che sia tu a leggerlo»

Scuoto la testa, abbassando lo sguardo e sentendo tutti gli sforzi fatti finora di mantenermi calmo, svanire.

E se tutto fosse più triste di quanto penso?

«Perché mi fai questo?» sussurro con un filo di voce, spostando poi lo sguardo sulla sua mano, ora posata sulla mia.

«Perché sei l'unico che può stargli vicino, Michael e se non le ascolti tu le sue grida d'aiuto, non lo farà nessun altro»

















Questo capitolo è corto, lo so
Ma importante

Michael fa una lunga riflessione su ciò che sta provando ma mette da parte la mancanza che prova, credendo che per Luke sia meglio così

E poi torna Mafalda che, ancora una volta, scombussola le cose

Cosa ci sarà scritto in quel quaderno?
Michael lo leggerà?
Cosa cambierà poi?

Lo vedrete nel prossimo capitolo

E NIENTE
SPERO CHE QUESTO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO
E CI VEDIAMO AL PROSSIMO
CIAOCIAO

𝐕𝐨𝐨𝐝𝐨𝐨 𝐝𝐨𝐥𝐥 || 𝑴𝒖𝒌𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora