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Le gocce di sudore colavano lungo la fronte di Josh, in segno di panico e ansia.

Si spostò la frangia rossa-arancione che si era attaccata alla sua faccia con il retro della sua mano.

"DOMANI È IL GIORNO IN CUI DIPINGO IN BLU-NERO. DOMANI È IL GIORNO IN CUI FACCIO DIVENTARE LA TELA UN PAESAGGIO. SA, VOGLIO SOLO DEI GIARDINI VERDI CRESCERE NELLA MIA PSICHE DI NUOVO, MA È TUTTO PIENO DI FUMO. SOFFOCO OGNI SINGOLO GIORNO, NON RIESCO AD IMMAGINARE COME SI SENTÌ TYLER." Le parole uscirono da sole e Josh non riuscì a fermarle.

"HO- HO BISOGNO DI ANDARE A PREPARARMI PER DOMANI. GRAZIE, DR. FRANKLIN." Gridò mentre stava uscendo dalla stanza.

"Aspetti, signor Dun! Che cos'è domani? Chiese il dottore.

Josh sbatté le palpebre un po' di volte prima di rispondergli, non credendo a se' stesso.

"Il mio giorno del suicidio." Borbottò prima di andarsene, senza guardare il Dr Franklin.

Le foglie che scricchiolavano sotto i piedi di Josh gli diedero un senso di realtà.

Doveva salvarsi da solo prima che la domenica arrivasse.

Coincidentalmente, domenica era il giorno in cui Tyler morì.

Loro parlavano dell'ansia di Josh per molto tempo, e di come vedesse delle persone con delle maschere bianche che gli dicevano "non tornare indietro!" ...qualsiasi cosa intendessero.

Forse Tyler lo fece apposta. Sapeva che la domenica avrebbe infestato Josh per sempre, ma forse voleva che ci fosse dietro una ragione. Questo è ciò che fece, in ogni caso.

Josh iniziò ad arrancare fuori dalla foresta, ma si fermò sulle sue tracce quando il suo piede destro venne sommerso dall'acqua.

"Oh, per gridare forte!" Gemette, scrollando il bagnato dalla sua scarpa.

Fece per voltarsi, ma si pietrificò quando sentì un ruggito nella distanza. I suoi occhi si spalancarono, al punto che ci fu la possibilità che i suoi bulbi oculari uscissero.

Il suo respiro iniziò a diventare più rapido, e il suo petto si espandeva ad un ritmo immaginabile.

"Non ancora," piagnucolò Josh. "Non oggi."

Correre. Correre era tutto ciò che Josh riuscì a fare al momento.

Era una cosa positiva? Non lo sapeva.

Certo, era un buon esercizio, ma la cosa da cui scappava aveva un malsano retrogusto di ansia e paura.

I distanti ruggiti diventarono più forti a mano a mano che si allontanava.

Sapeva che era inutile e che stava solo sprecando il fiato, ma dopotutto sarebbe morto comunque, giusto?

Josh decise di smettere di correre, si piegò in avanti con le mani sulle ginocchia mentre recuperava il fiato e si guardava intorno.

Improvvisamente, sentì una macchia umida crearsi sulla sua spalla sinistra.

Più come un rubinetto che non venne chiuso adeguatamente, sentì una sostanza che cadeva sulla sua spalla ogni pochi secondi.

Migraine Fic - Traduzione ItaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora