𝑯𝒊𝒌𝒂𝒓𝒊 𝒂𝒓𝒆; 𝑻𝒐𝒅𝒐𝒃𝒂𝒌𝒖(𝒅𝒆𝒌𝒖)

DUE

Caro diario,
l'altro giorno ho conosciuto un ragazzo.
Lui è perfetto! Ha due occhi rossi che fisserei per ore, ore, ore e ore. Chissà se lo rivedrò..

–Shoto

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Mi alzai di malavoglia, per fare colazione. Sapevo già che oggi per me, sarebbe stata una giornata NO.

«Ciao fratellino, dormito bene?» Natsuo mi porse subito una tazza sfoggiando un raggiante sorriso.

«Non è giornata..» sbuffai versandomi un po' di caffè.

«Perché non puoi vedere il tuo ragazzo?» ridacchiò.

«Tu come- te l'avrà detto Fuyumi, vero?»

«No, ti ho sentito al telefono mentre facevo il mio spuntino di mezzanotte.» fu una terza voce.

«Alla tua età ancora fai la spia?» alzai gli occhi al cielo.

«Sei il mio fratellino, devo sapere tutto di te, così potrò proteggerti.» mi diede un buffetto.

«Sei un'idiota. E comunque è tutto inutile..se non posso vederlo non sarà mai il mio ragazzo.» mi rabbuiai.

«Invitalo qui.»

«Cosa? Ma sei pazzo? Non lo inviterei mai qui!» urlai, con voce poco virile.

«E sentiamo, perché no?»

«Tanto per cominciare, ci conosciamo solo da 2 giorni e poi, Fuyumi inizierebbe a fargli mille domande, Natsuo lo prenderebbe in ostaggio per, Dio solo sa quante partite alla play e tu..beh, non mi fido di te.»

«Ma io sono il tuo fratello preferito.» ammiccò.

Natsuo si alzò sbattendo i pugni sul tavolo. «non è vero sono io il suo preferito. Vero Shoto?»

«Mh, no.» sorrisi, posando la mia tazza nel lavandino e salendo subito in camera mia.

Forse dovrei ascoltare il consiglio di Touya, insomma, se io non posso andare da Bakugou, sarà Bakugou a venire da me.

«Okay, lo chiamo.»

Digitai il suo numero. Il nervosismo aveva già preso possesso del mio corpo.

"Hey!"

"Ciao.."

"Come stai?"

"Bene, grazie. I-io volevo chiederti se..ti andrebbe di venire a casa mia?" incrociai le dita.

"Certo, mandami l'indirizzo."

Tirai un sospiro di sollievo. "ora te lo mando. Ciao, a più tardi."

Chiusi immediatamente.

Cazzo, e ora che faccio? Non posso più tirarmi indietro, farei solo una figuraccia. Ormai, quel che è fatto è fatto.

Aprii la nostra chat, inviandogli la posizione. Rispose con l'emoji ammiccante.

Aspettai. Aspettai, aspettai e aspettai.

L'attesa si stava facendo snervante.

E se avesse cambiato idea? Se non mi volesse? Se fosse con qualcun'altro?
No, Shoto, calmati. Arriverà. Magari da casa sua ci vuole un po'.

Si, deve essere per forza così.

Aspettai ancora, finché, non suonarono al campanello.

Mi alzai di corsa, fiondandomi verso la porta prima dei miei fratelli.