DODICI

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Caro diario,
sono in bilico tra un angelo e il diavolo.

-Shoto

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Aprii lentamente gli occhi, realizzando piano piano la situazione: stavo dormendo accoccolato al petto di Bakugou.

Non potei fare a meno di sorridere come un ebete, ma appena qualcuno bussò alla mia porta, il mio felicità si trasformò in ansia.

«Shoto, se non sei più arrabbiato, ti andrebbe di venire a pranzare con noi al ristorante della mamma?» era mio fratello.

Pranzare?

Guardai l'ora: erano già le 12:30.

«Ehm, no io..devo uscire con Midoriya.» mi inventai una scusa al momento.

«Oh..d'accordo..» c'era una nota di tristezza nella sua voce.

Aspettai di sentire l'auto uscire dal vialetto, prima di svegliare il ragazzo che dormiva sotto di me.

Lo scossi leggermente, finché non aprì gli occhi. Di prima mattina erano ancora più rossi e intensi.

«B-buongiorno..» balbettai.

«Buongiorno sì.» esclamò, riferendosi al fatto che il mio corpo, prevalentemente nudo era appoggiato al suo.

Arrossii spostandomi sull'altro lato del letto.

«Non..non era un sogno allora?» deglutii.

«No, era tutto vero.» la sua voce era impastata dal sonno, eppure alle mie orecchie risuonava come una dolce melodia.

«I miei fratelli sono andati a mangiare fuori quindi, puoi..uscire dalla porta.»

«Vuoi mandarmi via così?» sghignazzò.

«N-no é che..era per dire..»

«Che ne dici se oggi pomeriggio andassimo a farci un giro? Così magari parliamo, sul serio stavolta.»

«Credo che..passerò da Midoriya, non lo sento da giorni ormai.»

«Meglio, lascialo perdere.»

«No. L'ho fatto soffrire..»

«Tch, se lo merita infondo.»

«Non iniziare..» sbuffai.

Alzò le mani in segno di resa «é arrivato il momento per me, di tornare a casa.»

Annuii e lo accompagnai fuori dalla porta.

«C-ci sentiamo.» gli sorrisi lievemente.

«Se hai ancora bisogno di..tu sai cosa, chiamami.» ammiccò, prima di sparire dietro l'angolo.

Tornai in camera, infilai un paio di pantaloni e una maglietta trovata sul bordo del letto, la misi, ma non era la mia. Mi ricordai solo ora, di aver dato per sbaglio la mia a Bakugou.

Arrossii un istante infilandomi la sua t-shirt, prevalentemente nera, presi il telefono e mi diressi a casa di Midoriya.

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Scesi dal treno e camminai per circa cinque minuti, prima di trovarmi davanti casa sua. Titubante suonai.

'chi é?'

La voce metallizzata di Izuku, mi fece imbambolare un secondo.

«S-sono Shoto.»

Il cancello si aprì, ero nervoso, lo ammetto.

𝑯𝒊𝒌𝒂𝒓𝒊 𝒂𝒓𝒆; 𝑻𝒐𝒅𝒐𝒃𝒂𝒌𝒖(𝒅𝒆𝒌𝒖)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora