CAPITOLO 6 "La traversata"

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Una volta salito sulla nave ci schierammo sul ponte superiore e aspettammo il capitano dell'imbarcazione, un capitano di fregata che sembrava di un'altra epoca, uno di quei comandanti delle guerre marittime contro i pirati, con la pipa in bocca barba ben rasata e capelli pettinati a spazzola da destra verso sinistra, aveva il berretto in mano ma appena lo mise coprì immediatamente tutta la sua chioma bianca e argento. Era notte fonda intorno alle 3 cosi il ponte superiore era illuminato interamente dalle luci di bordo e dai lampioni del porto. Una voce soave interruppe il silenzio che era calato sul ponte: " buona serata a tutti soldati sono il capitano di fregata Jhon Williams e sarete ospiti sulla mia nave, la nave della Marina Miliarte Americana Liberty, questa nave è progettata per il trasporto di personale e mezzi anfibi, le informazioni sullo sbarco verranno conferite ad ogni capo squadra solo una settimana prima dello sbarco, la traversata durerà sei settimane nelle quali risponderete solamente e ripeto solamente a me e al generale in comando dell'operazione che in quanto non presente fisicamente vi comunicherà solamente via radio, su questa nave è in vigore il codice penale militare in caso di guerra ciò significa che in impossibilità di giudizio da parte di un tribunale militare verrete giudicati da una giuria di alti ufficiali della nave e in caso di pena di morte verrete giustiziati dal plotone di esecuzione e il vostro cadavere verrà riconsegnato alla famiglia solo il giorno di ritorno della nave non prima ne dopo. Detto questo vi auguro una buona notte signori che Dio benedica voi la Marina militare degli Stati Uniti d'America e l'America. Il vostro capo squadra conosce già il numero delle vostre brande." Seguimmo il capo fino alle brande ci sistemammo e facemmo un breve briefing. La sveglia sarebbe stata ogni giorno alle 6 e 30, avremmo fatto l'alzabandiera ogni giorno alle 7 e alle ore 9 i capi squadra avrebbero avuto il briefing via radio con il nostro generale. Ci saremo concentrati per lo più sulla forma fisica, il nostro capitano ci aveva ordinato un minimo di 4 ore al giorno di esercizio fisico. Mi misi, più che a dormire, sdraiato sulla branda visto che la sveglia sarebbe stata tra poco più di 3 ore, a noi dell'esercito non ci era permesso girare di notte sui ponti esterni ed interni, quello era lo spazio riservato ai "marinaretti" come li chiamavamo noi. La sveglia veni prima del previsto e io durante la notte pensai solo che mi ero scordato di avvisare la mia famiglia del mio viaggio in nave, loro sapevano solo che sarei partito non sapevano quando ma sapevo per certo che mia moglie sarebbe stata abbastanza sveglia da capirlo da sola, in fondo è la donna più brillante che io conosca, se solo ripenso alle serate passate insieme agli attimi di gioia non ostante la nostra condizione e la vergogna che provavo ogni volta che incontravo suo padre e tutta la sua famiglia, io venivo da una famiglia diciamo "normale" ecco mio padre era un'impiegato della food e lavorava tutto il giorno in fabbrica, mia madre una segretaria per un dottore del quartiere, il pane in tavola non mancava, per lo più grazie a mia madre, era lei ad avere uno stipendio più sostanzioso. mia moglie invece, lei veniva da una famiglia di classe benestante, padre imprenditore con una compagnia di trasporti, lo zio imprenditore nel campo dell'edilizia basti pensare che la palazzina dove vivevo l'aveva costruita la sua ditta, così come tutto il quartiere dove vivevamo, suo nonno invece politico partecipava alla bella vita di Washington e mi fece strano nei giorni dell'addestramento sentirmi cosi vicino a quella figura mistica, si io ho sempre ammirato e ammirerò suo nonno, egli combatté la prima guerra mondiale come soldato di fanteria e una volta tornato, senza una gamba, si mise a fare politica facendo leva sui diritti dei veterani e su quello che lo stato gli doveva, nel suo caso una gamba, fu così che si schiero con un partito repubblicano e facendo opposizione senza limiti riesci ad avere una legge a tutela dei veterani di guerra e alle loro famiglie.  Forse diventerò anche io come quell'uomo, sempre che riesca a tornare dalla guerra, ho sentito dei racconti riguardo le battaglie che stanno avendo luogo in Europa e non lasciano tanto ben sperare, si dice che in tedeschi siano spietati. la mattina alle ore 6 e 30 spaccate venni sorpreso da una sirena, era la sveglia anche se penso che abbia svegliato ben pochi. facemmo l'alzabandiera e andammo a mensa per la colazione, finito di mangiare mi misi a passeggiare sul ponte superiore in uniforme da passeggio, non eravamo autorizzati a usare le uniformi da combattimento, durante la passeggiata mi accorsi che vicino a noio c'erano altre navi: altre due grandi com e la nostra in formazione a v dietro di noi e altre 7 più piccole, 5 ci prendevano sempre a v mentre altre 2 ci seguivano in riga; mi stranii cosi cercai un marinaio e iniziai parlarci, era il marinaio di vedetta e mi dispiacque disturbarlo ma avevo troppe domande.                                                                                                                                                            "salve soldato"(mi misi sull'attenti in quanto non sapevo leggere i gradi della marina)                      il soldato si girò e scatto sull'attenti " salve sergente come posso aiutarla?"                                             "innanzitutto dicendomi il suo nome, voi della marina non lo mettete bene in mostra e poi il suo grado, non conosco i gradi del mare"             

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