~ Capitolo 2 ~

95 5 0
                                    

ISABELLE POV'S
Stavo facendo una cosa che mia figlia non mi avrebbe mai perdonata se ne fosse venuta a conoscenza. Era difficile. Ma era la cosa migliore.
-"James, sei proprio sicuro?" chiesi titubante.

-"Hai dubbi a riguardo cara? Sai benissimo anche tu che è colpa di quel ragazzo se nostra figlia ha perso la memoria." disse con un velo di irritazione nelle sue parole. Non gli piaceva essere contraddetto.

-"Va bene. Quindi dopo aver parlato con Jennifer regaliamo il telefono a Skylar giusto? Glielo vuoi portare tu?"

-"Si,grazie, buona serata tesoro."

-"Anche a te.".

Quella notte non chiusi occhio. Avevo rotto tutte le possibilità che mia figlia e il ragazzo potessero contattarsi: cambiato numero di telefono, cambiato e-mail, cambiato casa. Più pensavo a lui e più saliva il nervoso. Allora li si che mi convinsi. Ma sapevo anche che nel profondo, Skylar non mi avrebbe mai perdonata.

SKYLAR POV'S

È da una settimana che sono qui. Una settimana che continuo a ricevere visite da persone che dovrei ricordare. Una settimana che mangio quella specie di cibo. È tutto a base di minestrina, minestra, minestrone e zuppa. Ora sono a conoscenza di due cose di me. Mi chiamo Skylar e mi fa schifo la minestra. Mi sembra un ottimo inizio non trovate?
Ho scoperto che ho 15 anni, vado al liceo,abito a Sydney e... basta.
Tralasciando questo fatto, la donna tanto misteriosa è mia madre. Si chiama Isabelle e ha 42 anni. È una bellissima donna: capelli castani con dei colpi di sole biondi, occhi color cioccolato e una carnagione abbronzata, anche se siamo in pieno febbraio. Si veste costantemente elegante: camicetta bianca, gonna, giacca elegante e i suoi tacchi.
Mio padre non l'ho visto e mentirei a me stessa se dicessi che non fossi curiosa.
Il secondo giorno sono venuti a trovarmi due persone che dovrebbero essere la domestica e il giardiniere. Dicono che sono cresciuta con loro in quanto i miei genitori sono continuamente assenti per motivi di lavoro.
Mia madre mi ha detto che oggi sarebbe venuta una persona speciale a trovarmi. Ero curiosa e non poco. Continuavo ad agitarmi nel letto aspettando l'orario delle visite.
Poi arrivò. Era una bellissima ragazza. Rimasi delusa. Speravo che fosse mio padre la persona speciale. Non si era fatto vedere per tutto questo tempo.
Ci guardammo per minuti che a me sembravano interminabili e potei notare i suoi occhi leggermente arrossati e lucidi.

-"Non ricordi proprio nulla di me?" ruppe il silenzio con questa fatidica domanda.

-"No, mi dispiace." ed era vero, mi dispiaceva non ricordare tutte le persone che sono venute a trovarmi.
"Tu come ti chiami?" le chiesi.

-"Jennifer, sono la tua migliore amica" e a quelle parole sorrisi, e in automatico sorrise anche lei.

-"Mi racconti di noi, Jennifer?" Le chiesi curiosa evidenziando il suo nome.

-"Bleah" disse con fare schifato.

-"Che succede?" Chiesi preoccupata.

-"Di solito mi chiami Jenny, è strano sentirsi chiamare così da te!" Disse ridendo

-"Oh... okay" e non so perché, ci ritrovammo a ridere entrambe con le lacrime agli occhi.
Passò tutto il pomeriggio e parlammo di moda, ragazzi, tutte cose di cui avrebbero parlato due semplici adolescenti. Credo che quello fosse stato il miglior pomeriggio di tutta quella settimana. Ma a fine giornata, mi resi conto che "Jenny" non aveva risposto alla mia domanda: non mi aveva raccontato di noi.

JENNIFER POV'S

Mi stavo dirigendo in ospedale dalla mia migliore amica.
Ero agitata. Era strano il fatto che lei non si ricordasse di me, non dopo tutto questo tempo passato insieme. Ci conoscevamo dai tempi delle elementari. Le volevo un bene immenso.
Prima di entrare venni chiamata da una voce a me conosciuta.
Mi girai e vedi Isabelle venirmi incontro.

-"Jennifer devo parlarti." quelle parole mi mettevano sempre paura.

-"Mi dica tutto signora Smith." Sapevo che nonostante la conoscessi da tanto tempo lei e suo marito volevano essere trattati in modo rispettoso e formale.

-"Io e mio marito abbiamo preso la decisione di non raccontare i fatti accaduti precedentemente all'incidente della vita di nostra figlia." disse con fare deciso e superiore.

-"Ma signora, per quanto io le voglia bene a lei e a suo marito, e per quanto io vi conosca da anni, non accetto la vostra decisione. Soprattutto perché sappiamo entrambe che sua figlia se mai si dovesse ricordare tutto non la perdonerebbe mai."

-"Jennifer, stiamo solo cercando di dare una seconda possibilità a nostra figlia; magari si dimenticherà anche di quel ragazzo." Disse in modo persuasivo "Anche perché i tuoi genitori sarebbero molto contenti di sapere chi è il responsabile dell'incendio della signora Mitchell non trovi?"

-"Non oserà mic-"

-"Oh certo, io oserò se non vengono rispettate le mie aspettative e le mie richieste. E ora puoi anche andare Jennifer, buona giornata."

-"Arrivederci signora Smith."

Detto questo, cercai un bagno.
Entrata, mi guardai allo specchio e mi ripetevo in un sussurro :"Non posso farlo. Io non posso farle questo. Non posso. E se Luke tornerà? Non me lo perdonerei mai. Non posso farlo."E mi abbandonai così a un pianto liberatorio, non potendo fare altro che accettare la richiesta di quella donna.

Amnesia || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora