CAPITOLO 4

180 9 0
                                    

Il giorno successivo i due ragazzi si alzarono normalmente e si diressero a fare colazione; Viktor sorseggiava del caffè mentre l'altro un the ed entrambi mangiarono del pane tostato e imburrato per poi uscire con tranquillità. In quei dieci minuti di cammino che distanziavano la casa Katsuki dall' Ice Castle, i due accennarono di sfuggita, senza soffermarsi sui dettagli, di alcuni pattinatori conosciuti durante le gare passate e alcuni del team russo. A stento si accorsero che erano arrivati a destinazione.

-Buongiorno Yu-chan- le sorrise Yuuri.

-Buongiorno signorina- disse Viktor.

-Oh suvvia Viktor... ti ringrazio che mi dai della signorina ma anche se sembro molto giovane, ho già 25 anni e ho una figlia... puoi tranquillamente chiamarmi per nome o con il soprannome che mi ha dato Yuuri- ammise la giovane facendo l'occhiolino e ridendo -A proposto...- disse uscendo da dietro al bancone con una bambina che si teneva ai suoi pantaloni - Viktor ti presento Mitsuha, mia figlia.... ha 5 anni, molto timida con chi non conosce ma molto giocherellona e a quanto pare anche dispettosa...-

Viktor guardò Yuko, poi la bambina e di nuovo la ragazza.

-Quanto dispettosa?- chiese il russo incuriosito.

-Il video di Yuuri-kun che hai visto online.. bhe... tanto dispettosa da filmarlo di nascosto e postarlo in rete- disse ridendo.

-Allora bisogna tenerla impegnata con qualcosa. Porterò Maccachin quando porterai anche lei qui al palazzetto-

Poi il ragazzo si inginocchio di fronte alla piccola Mitsuha.

-Ciao... io sono Viktor Nikiforov... forse sai già chi sono. Se domani verrai qui con la tua mamma ti porto una sorpresa- disse.

La bambina si era ricordata chi fosse l'uomo davanti a lei.

-C-ciao...c-che... che sorpresa?- chiese curiosa la piccola balbettando un inglese imperfetto.

-Lo scoprirai domani- le sorrise Viktor scompigliandole i capelli, poi si alzò.

-Andiamo?-chiese rivolto a Yuuri guardandolo, il ragazzo fece un cenno con il capo e si andarono a cambiare.

Messi le loro tute, si avviarono a bordo pista con i pattini in mano, si sedettero nella solita panchina ad indossarli e misero le lame sul ghiaccio. Iniziarono entrambi a fare dei giri di riscaldamento; anche se ora Viktor era un coach, voleva tenersi in allenamento. Dopo i dieci minuti di riscaldamento si fermarono affianco ai pannelli perimetrali.

-Bene Yuuri-kun... vuoi allenarti ancora con le braccia o fare la sequenza di passi?- chiese il coach.

-Vorrei allenarmi ancora con le braccia-

-Va bene... che ne dici se a pranzo andiamo a mangiare in un ristorante? Ovviamente mangeremo leggero dato che poi dovrai anche esercitarti con i salti e non vorrei assistere a certi incidenti di stomaco- scherzo il russo.

-Hei... non sono così pappa molle con lo stomaco debole- protesto invece il nipponico scoppiando poi a ridere.

Così fu la mattinata, Yuuri si allenava a sciogliersi le braccia nei movimenti e Viktor faceva dei pezzi di vecchie coreografie osservando l'allievo. Arrivò l'ora di pranzo e i due uscirono a mangiare come stabilito mentre ripresero la conversazione della mattina.

-Riprendiamo il discorso di sta mattina?- domandò Viktor.

-Riguardo ai pattinatori conosciuti?-

-Si... dimmi il primo che ti viene in mente e descrivilo-

-Mmmm... Phichit Chulanont, è molto allegro ed estremamente energico, adora fare foto e selfie a tutto e con tutti. Siamo amici e avevamo lo stesso allenatore-

-Celestino?-

-Esatto-

-Se non sbaglio, mi sembra di averlo già visto gareggiare e posta su internet troppe foto- ammise il più anziano ridendo.

-Ora tocca a te-

Intanto erano arrivati al piccolo ristorante e, seduti al tavolo, stavano aspettando di essere serviti.

-Ok, allora... è uno del team russo allenato da Yakov... Yuri Plisetsky... dovresti averlo conosciuto-

-Il biondino arrogante?-

I piatti arrivarono e iniziarono a mangiare.

-Hahahaha... si proprio lui, ha una personalità scontrosa ma ha un punto debole... ha un ossessione per i vestiti con le stampe raffiguranti grandi felini... per questo a volte lo chiamavo micetto, ma è conosciuto anche come "tigre russa", ma ora potrei chiamarlo Yurio... e a quanto pare ha un certo interese per un certo pattinatore di nome Altin Otabek ma acqua in bocca... a te il turno- disse sfoggiando un sorriso malizioso per quella rivelazione su yurio.

-Hahaha davvero? Ho incontrato già  Altin ai four continants; ok ok non lo dirò a nessuno... mmmmhhh Christophe Giacometti...-

-Ha tormentato anche te con i suoi modi maniaci?- scherzò Viktor.

-Ha un'ossessionata fissa di toccare i fondoschiena... ma per me, in fondo, è simpatico-

-Non posso darti torto, è un mio caro amico-

-E Jean-Jacques Leroy?- chiese il ragazzo giapponese.

-Intendi JJ?... è arrogante e vanitoso... non sopporto quando continua a ripetere "it's JJ style" - ammise il russo.

-Concordo con la tua opinione... ma ora sarebbe meglio ritornare ad allenarci-

Avevano finito di mangiare già da mezzora e con insistenza fu Yuuri a pagare il conto, uscirono e si avviarono al palazzetto del ghiaccio. Si riscaldarono di nuovo e sta volta il giovane allievo iniziò a imparare la sequenza. Nel pomeriggio tardi, i due decisero di andarea casa, e salutarono Yuko e la piccola Mitsuha che si stavano preparando anche loro a tornare a casa. I due ragazzi mangiarono dei tost con prosciutto e formaggio e si immersero nell'acqua termale.

-Mmmmh- sospirò Yuri godendosi il calore dell'acqua che lo avvolgevano -Ne avevo proprio bisogno, sono tutto indolenzito-

-Ci credo, sei completamente ammaccato con tutte quelle cadute rovinose che hai fatto, già tanto che non ti sei rotto un osso- commentò l'altro.

-Per questo ci si allena, se fossi caduto così al Grand Prix come ho fatto oggi?-

-Ma se sei riuscito ad inciampare sui tuoi stessi pattini mentre ti giravi- rise, punzecchiandolo.

-Hei, cosi non vale- borbottò ridendo sotto i baffi.

Continuarono con questi piccoli battibecchi scherzosi per poco, entrambi erano stanchi e decisero di andare a riposare.

Yuuri, will you...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora