Capitolo 1

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«Provate a immaginare la cosa, ok?» Sollevò le mani e con gesti ampi ed eloquenti tentò di creare la giusta atmosfera che quella storia richiedeva.

Le candele e i ceri sparsi in quella bettola bruna e legnosa spargevano una tenue luce avvolgente. Gli uomini ammassati intorno, con i boccali pieni fino all'orlo, le spalle curve e il mento racchiuso, con interesse ascoltavano e alcuni si impressionavano, come bambini attorno al fuoco.

«Siete in una foresta buia e spaventosa. Le tenebre vi circondano e le foglie degli alberi strusciano smosse da un vento gelido e tagliente. Siete soli in questa foresta. Il cielo è avvolto dall'oscurità e neanche una stella splende su di esso. Non sapete dove andare, vi siete persi e la mappa in cui riponevate la vostra fiducia e andata distrutta... per un malaugurato caso, diciamo.» Sollevò le sopracciglia scure e sottili. Un sorrisino beffardo gli si formò sulle labbra, la punta ben curata del mento si piegò d'un lato, e una fila perfetta di denti cristallini si mescolò con la luce pallida delle candele. «Cosa fareste in una situazione del genere?»

«Seguirei il sentiero», disse un uomo con una folta barba appuntita.

«Niente da fare», rispose già pronto. «Non c'è alcun sentiero. Siete soli e perduti, in una foresta vuota e buia... e per di più anche sconosciuta. Non ci sono sentieri sul terreno, soltanto erba e funghi. Dunque... che fare?»

Gli uomini attorno si fermarono a riflettere cercando sostegno fra loro, con sguardi brevi e stretti. Le spade e le asce giacevano abbandonate a terra sotto le sedie cigolanti, o sopra al tavolo in mezzo ai boccali gocciolanti. Alcune di esse non erano state lasciate e come sacchi penzolanti dondolavano distese sulle schiene infossate, dei proprietari burberi e sgarbati. La taverna era al completo: i clienti ridevano e scherzano, bevevano e schiamazzavano, giocavano a dadi e scommettevano puntando parecchie monete scintillanti; i banditi sbraitavano e facevano a botte come solo loro sapevano fare, con i coltelli si dilettavano lanciandoli verso i bersagli ed esultando con fragore ogni qualvolta la lama centrasse il bersaglio; i ricercati si nascondevano sotto quelle urla frastornanti, alcuni celavano il proprio volto con manti e cappucci, e soltanto con la propria stirpe parlavano. Il solito trambusto del locale rendeva difficile pensare, e per tanto tempo gli uomini ammassati intorno al tavolo rimasero immobili a meditare, infastiditi dal continuo chiasso rimbombante.
A un tratto uno di essi batté il pugno sul tavolo, facendolo tremare, e con fierezza disse: «Ci sono!». Allungò il dito e puntò il viso del narratore. «Ti metti alla ricerca di una grotta, così che nulla possa coglierti di sorpresa, e nel frattempo raccogli un po' di legna. Una volta trovata una grotta qualsiasi entri all'interno e accendi un falò... e aspetti l'arrivo dell'alba.»

Alcuni ci meditarono un po' su, e dopo qualche instante di riflessione diversi menti barbuti annuirono soddisfatti, d'accordo con la teoria di quel mercenario.

«E se non ci fossero grotte?», disse all'improvviso un piccolo omino senza capelli. In confronto a quei guerrieri pareva un bimbo smarrito, con pochi denti e una strana barba bianca e ispida.

«È una foresta... ci saranno senz'altro delle grotte», ribatte seccato.

«E chi l'ha detto questo? Le grotte mica sono in tutte le foreste...»

«Beh, questa sono sicuro che le abbia.»

«Non puoi esserne certo.»

L'uomo alto e muscoloso sbuffò adirato. «Sei per caso stato in tutte le foreste del regno? Non credo. Hai visitato ogni singolo bosco cercando grotte e caverne? Ne dubito. Perciò piantala e sentiamo se in quelle dannata foresta ci sia o meno una caverna!»

«D'accordo, non c'è bisogno di scaldarsi. Stavo solo cercando di capirci qualcosa...»
Tutti gli occhi caddero sul narratore che a stento riuscì a trattenersi dal ridere fragorosamente, vedendo come quei due si accesero animatamente.

Marcus RiderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora