La luce del mattino penetrò dalle assi di legno storte e forate. Il cinguettio spensierato degli uccelli in volo fece da sveglia e dalla minuta finestra sulla parete, aperta appena di qualche spicchio, una fresca brezza andò a soffiare sul volto assopito di Marcus. I raggi di sole che riuscivano a filtrare creavano lunghe ombre distorte e quando Marcus aprì gli occhi si sorprese di vedere così tanta luce. A quanto pare le nuvole uggiose della scorsa notte non avevano retto a sufficienza, e al loro posto con prepotenza si era piazzato un sole forte e luminoso.
"Magari è un segno", pensò Marcus ironico osservando il soffitto, con le mani intrecciate dietro la nuca. "Un segno che sta a indicare la scelta giusta che ho fatto..."
Rimase per qualche attimo ancora steso sul materasso e poi con uno strattone scansò via la coperta lercia, di quel sudicio letto affossato, e con un balzò si rizzò in piedi. Afferrò gli stivali sul pavimento e una volta messi raggiunse la finestra di quella piccola stanza malmessa. Aprì il vetro che con sofferenza stridette per lo sforzo e quando guardò fuori vide una foresta magnifica: l'erba incolta scintillava e fiori di diversi colori risplendevano su quel manto verde quasi accecante; i cespugli oscillavano e le bacche splendevano, gli scoiattoli giocavano a ricorrersi sui tronchi fino alla cima degli alberi e uccelli spensierati cantavano poggiati su dei rami folti. Marcus rimase per diverso tempo a osservare il bosco e la selvaggina. Una giornata splendida, disse fra sé. Si voltò, afferrò la spada e le poche cose in suo possesso e con un passo leggero uscì dalla stanza. Quella era stata la sua ultima notte di permanenza, sei monete d'oro per tre notti, un prezzo assurdo per una baracca come quella, ma anche Marcus avevo bisogno di dormire e di posti lontani dalla città, al sicuro dagli occhi inquisitori delle guardie reali, ce n'erano pochi in giro, perciò dopo varie esitazioni dovette accontentarsi di quell'ostello diroccato.
E proprio mentre scendeva le scale, si palesò di fronte a lui la serpe che lo costrinse a pagare quel prezzo così insensato.
«Buongiorno», sventolò la mano con un sorrisino. "Brutto vecchiaccio", aggiunse per sé.
L'uomo, gobbo e rugoso, come un vecchio cedro screpolato, si voltò lentamente verso Marcus. Aveva una barbetta ispida sul mento che pareva muschio rappreso e degli occhi così stretti che a malapena si potevano vedere, scuri e contornati da profonde occhiaie violacee, emanavano un costante odio e sospetto. «Questo è il terzo giorno», disse con le labbra tremolanti e con un mento acuminato. «Se vuoi prolungare il soggiorno mi devi pagare, altrimenti prendi le tue cose e vattene.» La sua voce sprizzava acido e disprezzo e il suo tono era minaccioso.
«Non preoccuparti», disse Marcus, «stavo giusto per andarmene. È stato un piacere alloggiare in questa baracca!»
Il vecchio lo guardò con ancor più disprezzo e poi scuro in volto si girò dandogli le spalle raggrinzite. «Ah già», disse prima di andarsene, «ci sono degli uomini giù per te. Tre bufali uno più grosso dell'altro. Hanno chiesto espressamente di te.» Strisciando i piedi sulle scale se ne andò, e Marcus ebbe l'impressione di udire un ghigno soffocato.
Cosa? Che ci facevano qui? Era stato pedinato? Chi altro poteva essere se non loro... Marcus si avviò giù per le scale confuso. La scorsa notte si erano lasciati con l'intenzione di rivedersi quella mattina stessa ma di fronte al Cucciolo Dorato, e non si aspettava una loro comparsa così dal nulla. C'erano forse stati dei guai? I piani erano cambiati? Marcus a grosse falcate scese giù per i gradini e quando raggiunse l'atrio dell'ostello, vide proprio le loro grosse e squadrate facce.
Allargando le braccia disse: «Voi che ci fate qui?». E affrettando il passo li raggiunse.
Con le loro grosse schiene formavano una barriera circolare insuperabile, una muraglia invalicabile. A cerchio parlavano fra loro, mentre intorno la poca gente dell'ostello badava bene ai propri affari, nessuno osava avvicinarsi tanto al muro eretto dagli uomini; nessuno ad eccezione di Marcus.
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Marcus Rider
FantasyMarcus Rider è uno dei ladri più abili e carismatici del regno. La taglia sopra la sua testa non gli impedisce di compiere ogni giorno incredibili avventure, avventure condivise con loschi individui, mercenari senza scrupoli, combattenti sanguinolen...