One-shot trash Leo

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Tratto da una storia vera. Emozioni provate in prima persona. Abbiate pietà di me mentre ridete. Se riderete. Spero che ridiate. Perdonatemi per sta trashata. Votate come supporto morale... per favore.

Quello non era sicuramente il giorno più fortunato per Leo. A colazione, Connor e Travis gli avevano giocato uno scherzetto di cattivo gusto e lui, per lo spavento, era diventato una griglia per il barbecue, aveva abbrustolito fin troppo il suo bacon e aveva dato fuoco alla tovaglia. Da qualche giorno aveva cominciato a starnutire ogni tre secondi e il naso gli gocciolava, ma non sapendo se fosse allergia o una semplice frescata, dal punto di vista mortale, non sapeva nemmeno come curarsi. Fortunatamente esisteva la parte divina che gli permetteva di assumere un po' di ambrosia, ogni tanto.

In quel momento, l'ultima cosa che doveva capitargli era quella. Diversi anni prima aveva rinvenuto nel bunker nove la sua amatissima cintura degli attrezzi. Era una cintura magica in cuoio che permetteva a chi la indossava di ottenere, in qualsiasi momento desiderasse, ogni utensile necessario. Quella cintura aveva aiutato Leo in moltissime situazioni e lui, da figlio di Efesto qual era, non se ne allontanava mai. Aveva sempre fatto l'impossibile per recuperarla quando gli era stata rubata. Inoltre non riusciva più a vivere senza, motivo per il quale anche quando andava al bagno la portava con sé e la appoggiava con meticolosa osservanza sul lavandino precedentemente igienizzato. Seriamente, ogni volta in bagno ci restava una buona mezz'ora. Leo non era un tipo che si preoccupava molto di sporcarsi le mani di olio o imbrattarsi i vestiti ma nonostante potesse pulirlo senza problemi, non sopportava vedere la cintura degli attrezzi sporca e ogni volta, dopo uno dei suoi lavoretti, ripuliva la sua migliore amica. In quei fastidiosissimi giorni da influenzato la cintura gli aveva fornito più pacchi di fazzoletti di quanto si sarebbe mai potuto immaginare, e con suo grande sollievo scoprì che al bisogno poteva richiedere anche un rotolo di carta igienica. E' imbarazzante quanto si vuole ma può succedere di non averla a portata di mano. E quel giorno infatti accadde.

Leo si era appena tolto la cintura degli attrezzi quando aveva notato il rotolo vuoto, così, con una sorriso soddisfatto aveva richiesto quello di cui aveva bisogno e gli era stato dato. Si stava leggermente chinando per appoggiarlo quando gli scivolò la presa sulla mano sinistra. Peccato che non fosse la mano che reggeva la carta igienica. A Leo sembrò che il tempo stesse rallentando. Le mattonelle del bagno tutt'ad un tratto erano diventate rosse e ci vedeva sfuocato. Non sapeva se fosse un attacco di panico o meno ma tentò di rimanere lucido e riacchiappò al volo la cintura prima che toccasse l'acqua, fortunatamente ancora pulita, del water. Ma non è finita qui. Il figlio di Efesto si era preso un gran bello spavento, ragion per cui, giustamente, prese fuoco. A quel punto rischiò di morire d'infarto. Magari la cintura era ignifuga ma Leo temette così tanto di poterla ridurre in polvere che in una frazione di secondo la lasciò cadere, vedendo una piccola fiammellina rossa e disperata spegnersi nell'acqua. Leo cercò di ragionare in modo razionale. Non era un problema: l'avrebbe tirata su e poi lavata accuratamente. Non gli faceva schifo prenderla con le mani, dopotutto era solo acqua, no? Senza alcun dubbio la afferrò con la mano destra e fece per tirarla su, ma... probabilmente era incastrata. Il figlio di Efesto era scioccato, gli pizzicava il naso da morire e in più era deluso di se se stesso perché non riusciva a controllare il fuoco quando si agitava. La giornata era solamente a metà e non poteva immaginarsi cosa sarebbe potuto succedere prima di andare finalmente a dormire. Ma pensando a cose serie, come avrebbe tirato fuori la cintura degli attrezzi? E soprattutto come si era incastrata nel water? Sinceramente non impazziva all'idea di infilare completamente la sua mano là dentro per cui stava cercando una via alternativa per recuperarla senza perderci la metà della giornata disastrosa che gli rimaneva. Improvvisamente gli balenò nella mente un'idea. Percy poteva far salire il livello dell'acqua o fare esplodere i tubi così da riuscire a liberare la sua amata cintura. In ogni caso non esitò un minuto dal momento che non aveva intenzione di rinfrescare il suo più fedele compagno (inanimato) nell'acqua del water. Leo andò a cercare Percy nell'anfiteatro e fortunatamente lo trovo insieme a tutti gli altri.

- Percy ho bisogno di te imminentemente con assoluta urgenza! Dovresti controllare... un po' d'acqua.
Percy pensò un attimo alle parole dell'amico. Il modo in cui aveva pronunciato "un po' d'acqua" lo aveva a dir poco inquietato, ma lasciò correre. Dopotutto era capace di controllare mari e fiumi quindi Leo quanta acqua avrebbe mai chiesto di controllare che lo avesse potuto mettere in difficoltà?
- Beh okey... di cosa si tratta?
- Un problemino nella cabina di Efesto. Lo vedrai tu stesso.
Percy era ignaro di cosa avrebbe dovuto affrontare di lì a poco. Probabilmente si sarebbe trattato di una delle cose più strane mai fatte in vita sua. Ma per gli amici si fa tutto.
Gli altri incuriositi li seguirono ma quando si resero conto di essere diretti verso il bagno cominciarono ad assumere facce a dir poco sconvolte. E sconvolgenti.
- Così io dovrei... aggiustare qualcosa controllando l'acqua o...
- Ehmm, no Percy guarda.
Leo e Percy stavano per avere un mancamento. Leo ripensando alla sua cintura là dentro e Percy accorgendosi di essere diretti proprio verso il water. Zeus solo sa cosa si stava aspettando ma ad ogni modo quando vide l'acqua pulita e la cintura degli attrezzi di Leo, il figlio di Poseidone si rasserenò un attimo, dissolvendo un po' la tensione nell'aria.
- Tu adesso mi spieghi com'è finita là dentro e perché non te la riprendi con le manine che ti ritrovi.
Fu così che Leo dovette spiegare tutto dall'inizio mentre si asciugava il naso per quel raffreddore sospetto.
Al termine di quell'appassionante racconto, Percy si sentì profondamente d'accordo con Leo nel non voler mettere la mano la sotto e nonostante Annabeth tirasse fuori strategie per riuscire a riprenderla, Percy decise di affidarsi al suo potere. Si avvicinò al water, chiuse gli occhi e percepì la sua solita strizza allo stomaco. Forse troppo forte. Gli altri guardavano la scena attoniti e divertiti fin quando non si sentì un forte scricchiolio e le tubature di tutto il bagno furono a rischio esplosione. La cintura degli attrezzi schizzò fuori dal water con una potenza sovrumana portandosi dietro una scia d'acqua che avrebbe prosciugato l'acquedotto magico. Frank intercettò la traiettoria della cintura e si accorse che in un nanosecondo sarebbe atterrata con poca leggerezza sulla sua testa. Così da furbone qual'era si trasformò in una mosca e la cintura piombò in braccio ad Hazel che non aspettandosi tutto quel disastro urlò e la lanciò dietro. Dietro, ovviamente, non poteva che esserci Piper, che dopo l'arrivo della cintura nelle sue mani, fece un canestro da cestista professionista nel lavandino. Hazel era infuriata con Frank, Piper era sconvolta e Annabeth e Jason osservavano increduli la scena.
- Che dire Percy... grazie...
- Posso andare?
- Sì certo grazie mil... ehi si sta asciugando da sola.
- Tutta questa preoccupazione - intervenne Frank ormai di nuovo umano - e poi si pulisce da sé.
- Sì, okey io rimango comunque della mia idea: devo assolutamente igienizzarla.
- Leo fai come vuoi - disse Annabeth - noi torniamo all'anfiteatro, quando hai finito raggiungici.
- Sì certo, grazie ancora ragazzi.
Leo rimase imbambolato in bagno per un attimo guardando la cintura. E poi niente, si disse che la doveva pulire. E così fu.

~Mi dispiace per aver scritto una tale trashata ma chiedete a erikaa004 se non mi è successa seriamente una cosa del genere. Ero con lei. Vabbè via, kiss, alla prossima🖤

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