Prologo

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Jekyll provava molto più che l'interesse di un padre; Hyde molto meno che l'indifferenza di un figlio.
-Lo strano caso del Dr.Jekyll e Mr.Hyde, R.L.Stevenson

-Allora, perché oggi io e lei siamo qui?

-Sa, dottore, in realtà non lo so.

-Mi chiama dottore. Mi domando, lei sa dov'è?

In un orribile, lercio, merd...
-Nello studio di uno psicoterapeuta.

-Molto bene. Perché è nel mio studio, oggi?

-Per quello che le ho detto al telefono. Dopo la chiusura di quella...
Relazione.
... relazione ho sentito il bisogno di mettere in chiaro i miei parametri. Le mie bambole sono andate via.

-Le sue bambole? Me ne parli.

-È una collezione degli anni sessanta. Ci giocavo, sa? Ci giocavo, nell'infanzia. Poi ho iniziato ad esporle. Come cimelio, come ricordo di tempi migliori. E loro me le hanno portate via.

-Loro chi?

I soldi. Rispondi i soldi.
-I soldi, dottore. I soldi me le hanno portate via.

-Le ha vendute, quindi? Ha avuto difficoltà economiche?

-No.

-Bene. Ha detto che ci giocava, giusto? Giocava con le sue bambole.

-Sì.

-E ha un bel ricordo, ha aggiunto. Le bambole erano bei ricordi?

-Le bambole erano mie amiche. Stavamo sempre insieme, perché io ero sempre in casa a far nulla, senza nessuno.

-E i suoi genitori?

-Mio padre è morto.

-E sua madre?

-Mia mamma non l'ha mai accettato. Ci parlava, sa? Girava per la casa chiamando il suo nome come fosse ancora vivo. L'hanno rinchiusa e non l'ho più vista. Vivevo con mia zia. Una difficile, secondo me si drogava. Ma io sono sempre alla larga da quella roba, da tutta la vita. Sono una brava persona.

-La sua infanzia è stata molto difficile. Le sue bambole la aiutavano?

-Le mie bambole mi hanno salvato. Stavano sempre al loro posto, mi salutavano sempre, sorridevano. Mi piacevano tanto, le mie bambole. Poi me le hanno portate via.

-Vuole un fazzoletto?

-Sì, grazie.

-Chi ha portato via le bambole?

I soldi. Non cambiare versione.
-I soldi.

-I soldi sono una metafora per degli esattori, o dei debiti? Sono oggetti d'epoca. Valgono un po'.

-Le ho detto di no!
Non urlare!
Mi scusi.

-Non si preoccupi. Vuole un bicchiere d'acqua?

-No, grazie.

-Noto che ha un tic.

-All'occhio, solo quando urlo, perché in me c'è rabbia, capisce? C'è quando mi portano via le bambole. Non dovevano, non dovevano farlo.

-E la sua collezione era completa?

-Completa. Le coccolavo sempre, e loro mi ringraziavano.

-La ringraziavano?

-Sì. Mi ringraziavano sempre, erano educate.

-Vorrei farle una domanda.

Mostrati accondiscendente.
-Mi dica.

-Quella del ringraziarla è una metafora o altro? Il suo passato è stato difficile, e noto che non ha la fede.

-No. Non lo è. Loro...
Loro mi ringraziavano sul serio.
Loro mi ringraziavano sul serio.

-La vedo esitante, sa? Come se stesse ascoltando qualcuno.

Brutto stupido! Adesso...
-Non capisco di cosa lei stia parlando.

-Mi dica, ha mai sentito delle voci nella testa? Che le dicevano cosa fare, cosa dire, o che... parlavano con lei come un'altra persona?

-Non... io...
Non balbettare, idiota. Ferma la voce.

-Risponda, per piacere.

Digli di no.
-No, dottore.

Cronache Gialle: Casa di Bambola Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora