Insomma ci sono uomini di qualità che, messi in certi posti, risultano inadatti proprio per le loro qualità all'occhi di gente che qualità non ne ha, ma in compenso fa politica.
-La prima indagine di Montalbano, Andrea Camilleri«Lei è Greta Tourcout.» iniziò Kanan, sfilando fra le sedie. Quebert, il capo della omicidi -occhiali sottili, completi eleganti, capelli brizzolati- si stava spolverando le lenti. Le riappoggiò sul naso.
«Ventinove anni, violinista per l'orchestra di Boston. È stata sporta una denuncia per la sua scomparsa dieci giorni fa, ma il caso non è passato a noi perché era il tipo che faceva certe uscite di testa.»
Sullivan, alla mia destra, reclinò la testa biondo rame verso il dossier.«Si, si legge qui. Una fuga a quindici anni, dove è stata due mesi dai nonni, e un'altra a ventidue, ritrovata due settimane dopo in Florida.»
Silenzio. La stanza era calda per le bevande fumanti, ma noi attorno al tavolo di vetro rotondo sentimmo lo stesso brivido. Lilith alzò gli occhi castani su Kanan, schiarendosi la voce «Kan, la ragazza... insomma, è...»
«Una bambola.» concluse mestamente lei, scurendosi sotto lo hijab.«È stata fatta con una precisione maniacale. L'hanno trovata questa mattina al parco in centro, quello vicino alla gioielleria. La pattuglia che hanno chiamato sta andando dalla famiglia. È... tutto, per ora.»
Coulson, un afroamericano dalle spalle larghe e il naso schiacciato, si voltò verso Quebert. Mi correggo: tutti ci voltammo verso Quebert. Per quanto fosse abbastanza basso -lo superavo di una buona ventina di centimetri- incuteva un certo timore.
Kanan ancora gli dava del lei, Lilith invece gli rivolgeva frasi ben studiate. Quando prendevamo un caffè prima del lavoro, Coulson si nascondeva dietro la zuccheriera se passava verso il bancone.
«Grace, credo che a breve ti arriverà la salma. Fai tutti i rilevamenti possibili, voglio sapere esattamente come questa donna è finita in queste condizioni. E controlla anche i vestiti.» poggiò i gomiti al tavolo.«Cosa puoi dirmi, per adesso?»
Grace sospirò, finendo di legarsi i capelli in un codino.«Sono propensa a credere che il viso sia ricoperto di cera, dato che vedo l'ombra del flash. Per il resto, posso solo ipotizzare che l'arma sia un tipo di farmaco, dato che non vedo segni di corpi contundenti.»
«Bene. Kanan, rimani reperibile per gli agenti sul posto, e tra mezz'ora chiedi la dichiarazione dei parenti. Parker, Sullivan, voi andate a parlare con la pattuglia sulla scena del crimine, mentre noi tre andiamo all'orchestra. Ci vediamo qui stasera.»Sull ficcò le mani nelle tasche del soprabito, fissando i pini che sfioravano il cielo plumbeo.«Abbiamo due minuti e mezzo.»
Fissai la panchina.«Tre.»
«Sono il tuo migliore amico, Mac. Ti vedo nervoso, che succede?»
Poirot fece vibrare i baffi e guardò l'erba «Mon dieu! Mi scusi, signorino, torno subito.» e si allontanò verso una figura poggiata agli alberi. Mi accigliai e feci per seguirlo.
«Mac? Mac, dove vai? Il caso è di là.»
Chiusi un secondo gli occhi, ricordando che, attenzione: il mio migliore amico non sapeva che occasionalmente prendevo un thè con un investigatore belga mentre il protagonista di Il giovane Holden divorava i biscotti.
Cazzo.
«Scusami, amico. Hai ragione», e mi rimisi sul sentiero.
«Ma che succede? Dio, sembri posseduto. Graese mi ha detto che hai dormito male.»
Risi in un soffio «La chiami ancora così?»
«Non stai negando. Buongiorno a tutti!» Sull sfoderò il suo sorriso accattivante, catalizzando l'attenzione su di lui e lasciandomi lo spazio per guardare bene la faccia dei poliziotti.«Dipartimento di Polizia di Boston. Sullivan, Parker.»
Mostrai il distintivo, sgusciai fra due schiene e mi avvicinai al cadavere. Lo superai, lasciando lo spazio a chi lo stava tentando di spostare, e mi fermai vicino all'uomo che stava raggomitolato sulla sedia pieghevole.
Lui si alzò di scatto sulle lunghe gambe, sbattendo gli occhi.
«Detective Parker, omicidi.» mi strinse vigorosamente le mano.
«Antonio Santana. Ho trovato il cadavere stamattina mentre correvo.»
Inarcai le sopracciglia «Italiano?»
Un sospiro di sollievo mente si riaccomodava «Oh, fa sempre bene sentire un po' di casa qui in mezzo, signò. Cosa posso fare per lei?»
«Che ore correvano, quando ha trovato la signora?» iniziai, mentre tentavo di ricordare alla mia lingua come funzionava l'accento italiano. Il suo corpo intero si voltò verso di me, quindi voleva parlare.
«Ma che potevano essere, massimo le cinque e mezza. All'inizio pensavo che stesse riposando, ma non capivo che panni si era messa addosso. Gli americani so' strani.»
«So' metà americano.»
«E siete strani 'o stesso.» alzò le spalle.«Comunque, 'a muovo e le faccio: "si sente bene, signorina?" e quella immobile, legata alla panchina. Me so accorto che nu' respirava e ho chiamato gli sbirri, poi so' rimasto a fissarla seduto a terra. Me sembra passata n'eternità, agente. N'eternità a guardarla.»
«E all'arrivo della pattuglia?»
«Me hanno fatto sede' mentre spiegavo tutto, poi me hanno messo la coperta addosso. E siete arrivati voi, poi, mentre slegavano 'a poveretta dalla panchina. Lei e il playboy alle su' spalle.»
«È una brava persona.»
Antonio si accigliò «Voi siciliani pensate che tutti so' brave persone, agente. Quest'è.»
Mi schiarii la voce «Comunque, le lascio il mio numero se deve dirmi altro. Non lasci la città.»
Lui si rigirò il biglietto da visita «Con un pazzo per Boston e il numero di un agente 'n tasca, me lo spiega chi cazzo c'ha voglia de lasciarla?»Mi raccomando, signorino, quando vede la signorina Emma pensi solo a rilassarsi. Se lo merita. Quando tornerà mi racconterà tutto, davanti a un caffè e a un sigaro. Si gusti la serata.
Certo, Poirot. Come no.
«... Malcom?» mi riscossi, stringendo la tazza e smettendo di guardare fuori. Quando riportai gli occhi su Emma, non potei fare a meno di notare il vestito verde. Lei arrossì fino agli occhi color nocciola. Si rigirò una ciocca di capelli bruni, guardandomi.«Stai bene? Ti chiedevo come andava il lavoro, ma sembravi altrove. È successo qualcosa?» e poggiò la mano alla mia, sul tavolo.
Sentii qualcosa -qualcosa di nuovo, sgradevole- smuoversi da qualche parte: non ero abituato alle mani calde. Quella di Grace era sempre gelata, e potevo quasi vedere l'ombra dei suoi polpastrelli sul polso sinistro.
E che cazzo, dovevo smetterla di pensarci. Mi scossi.
«Tutto bene. Un caso un po' delicato. Come va allo studio veterinario?»
«Mi hanno accolta bene. Senti, in realtà io volevo portarti da un'altra parte, ma purtroppo ha chiuso i battenti. Scusa se sembra un'improvvisata.» piccola stretta. La parte di me che cercava un'oasi tranquilla tra proiettili e omicidi apprezzò, tutto il resto (una buona fetta) un po' di meno.
«Le improvvisate non sono male.» acconsentii, e lei sorrise. Le sue pozze nocciola mi parvero troppo scure, troppo anonime per i miei gusti.
«Meglio.»
Andò così quasi tutto il pomeriggio, lei che parlava e io che la guardavo negli occhi, senza vederci nulla di straordinario.«Che giornata di merda, vero?» il mio caro doppione bevve un sorso del suo caffè, mogio.
«Parli per me o per te?»
«Fa differenza?» alzò le spalle «Insomma, fra Poirot che ti nasconde qualcosa, un caso del genere, Emma che non ti piace e Grace che non vi manda giù... bel casino.»
«Poirot non mi mente, e Emma mi- mi sono divertito. È di compagnia.»
«È di compagnia? Che palle. A chi dici una cosa del genere? A chi ti annoia. Ed Emma è una storia sicura, un amore tutto buffetti e coccole, ma è una rottura di coglioni madornale, questa routine. Ti fa girare le palle in una maniera assurda. Ammettilo.»
«... Manca una foto.» indicai alle sue spalle col dito, ignorandolo.«Manca una foto di me e Grae alla laurea.»
«Hai tolto tutte le sue foto, da quando è morta.» mi confessò con leggerezza, e qualcosa nel mio petto si fermò.
Lo guardai.
«Credo di aver capito male.»
«No, non l'hai fatto.» tamburellò con le dita sullo spazio vuoto.«Il camino della tua vecchia casa ha bruciato le foto di tuo padre, il camino di questa casa ha bruciato quelle di Grace.»
«Io non avrei mai—»
«E invece l'hai fatto. Quando è morta, ti ho detto. Anche quella sul comodino in camera, quella di gruppo. Cenere alla cenere.»
«Cosa?» corsi verso camera mia, poi ci ripensai. Andai dritto verso di lui.«Non prendermi in giro. Non ci pensare nemmeno.»
«Fermo, fermo! Non venire di...» s'interruppe quando oltrepassai l'isola della cucina.«... qua. Troppo tardi. Volevo istruirti per bene, prima di fartelo vedere, ma credo che ultimamente non te ne venga su una giusta.»
Io guardai in basso. Un corpo che non volevo voltare, steso a faccia in giù in un lago di sangue, che si mischiava ai capelli rossi e al camice bianco. Mani gelide.
L'altro Malcom diede un calcetto al cadavere di Grace.«Avresti dovuto ascoltarmi. Saluta, Grae.» silenzio. Lui inarcò le sopracciglia.
«Oh, giusto. È morta.»
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Cronache Gialle: Casa di Bambola
Mystery / ThrillerEhi, ti piace la trama di questo libro? Corri a leggere il primo sul mio profilo! 1/3, dieci piccoli indiani ••••• «È Maria Antonietta con un vestito orribile.» «Non hai mai avuto senso estetico, è questo il tuo problema.» «Magari ne avesse solo uno...