«Sai, sei un pochino complicata dopo tutto».
«Oh, no», lo rassicurò lei in fretta. «No, per niente, sono solo... tante diverse persone semplici».
-Tenera è la Notte, Francis Scott Fitzgerald«Sono contenta di dirvi che ho trovato un riscontro.» annunciò Kanan, entrando la mattina dopo, circondata dallo hijab lilla. Mi suonò come una macchia viola sullo sfondo, tanto ero stanco.
Bevvi un lungo sorso di caffè.
Coulson, con il solito maglione a collo alto, sospirò di sollievo.«Grazie. Dall'orchestra non ci è giunto niente, era un membro molto distaccato, e la famiglia è così scossa che sfortunatamente non possiamo chiedere nulla.»
«Ah sì?»
Caffè.
«A quanto pare. Ti senti bene, Malcom? Sembri stanco.»
Stanco, certo. E invece no, Coulson, ho dormito benissimo. Un incubo delizioso.
«Sto alla grande. Dicevi, Kanan?»
Caffè.
«La bambola che è stata pensata per Greta si chiama Daisy, della collezione Country Ladies, uno degli ultimi progetti di una fabbrica di giocattoli, la Harmont.» immagine di un logo vintage sullo schermo. No perdonatemi: d'epoca. Vecchio.
«La Harmont è fallita nel 1960, per un incendio. Un mese prima è stata lanciata sul mercato Daisy, che concludeva la serie di bambole.»
«Quante bambole?» domandò Grace.
«Sette.»
«L'omicida ha tutte le bambole.» mormorò Poirot alle mie spalle.«Per forza, signorino. Se ha dato a Greta il personaggio di Daisy, significa che una volta l'ha avuta con lei. Quindi, le ha avute tutte.»
Ero stanco. Nervoso.
E stupido, sì.
«Non ho intenzione di parlare con...» iniziai ad alta voce, irritato, e Grace si gelò alla mia destra. Tutti si voltarono verso di me, a sopracciglia aggrottate e occhiate scrutatrici, e Ben mi scosse per invitarmi a continuare.
«... una totale convinzione, ma sono propenso a credere che l'omicida abbia tutte le bambole.»
Lilith soppesò le mie parole. Annuì lentamente.«Certo. Avendo l'ultima -o meglio, l'ha avuta-, deve per forza avere anche le altre, oppure non sarebbe così legato a questa collezione.»
Apocalisse scampata anche per oggi.
Altra foto sullo schermo: la famosa Daisy, nella scatola originale, sorridente e con le mani in grembo. La somiglianza mi fece vibrare un paio di vertebre.
«È uguale.» mormorò Grace.
Sull fece una smorfia.
«È Maria Antonietta con un vestito orribile.»
«Non hai mai avuto senso estetico, è questo il tuo problema.»
«Magari ne avesse solo uno.» soffiai.
Silenzio di tomba. Lilith si aggiustò il colletto della camicetta.
Caffè.
«La vera domanda è...» Quebert inforcò gli occhiali, rompendo il silenzio.«... chi è, qui a Boston, che ha la collezione completa di Country Ladies?»A volte credo che la gente sia stupida.
No, perdonatemi.
Io credo sempre che la gente sia stupida.
Anzi.
Io sono sicuro, sempre, che la gente sia stupida.
Perfetto.
«Non credevo che a Boston cinque persone tenessero una...» Coulson controllò il cellulare, sul sedile del passeggero.« Collezione originale completa e privata delle Country Ladies.»
«Sembra l'inizio di una barzelletta orribile.» sbuffai, facendo imboccare la curva alla volante.
Lui si aggiustò il collo del maglione, chiarendosi la voce. I lampioni gli schizzavano sulla guancia.
«E indovina a noi chi è capitato?»
«Quello più eccentrico e snervante della lista. Mi ci gioco un caffè.»
«Hai appena vinto.»
Poirot, dal retro della volante -una scena ironica, quasi come se l'avessimo arrestato-, controbatté con:«Il nome non rende l'eccentricità di una persona. Nemmeno la professione.»
Occhiataccia dallo specchietto retrovisore.
«È incredibile come un suo solo gesto possa esprimere grande disappunto nei miei riguardi, signorino.»
Inarcamento di sopracciglia.
Poirot si poggiò allo schienale.«Bene, dopo dobbiamo parlare. Capito.»«Carina la casa.» tentò Coulson, osservando la facciata bianca decorata con statue in marmo. Eravamo nel quartiere veramente ricco di Boston: case con giardini enormi, rigorosamente orrende, con all'interno gente altrettanto orrenda, con una percentuale di brave persone del 5%.
Che poi una di loro fosse uno psicopatico assassino che vede le persone come bambole, sono arrivato a considerarla normale amministrazione.
«È orrenda.» soffiai fra i denti, suonando al campanello.
Cinque sospettati.
Genévieve Adler, proprietaria di una sala da thè, probabilmente Grace -in via eccezionale- ci stava parlando da mezz'ora.
Lilith, invece, si districava nell'enorme palazzo al centro di Boston, proprietà dell'imprenditrice Catherine Loss.
E le psicopatiche sono solo a due.
Asthon Cloud, ottantadue anni, il nostro sospettato più vago, dato che era costretto a letto, ma non si esclude nulla da nessuna parte. Bella parlantina, secondo chi lo intervistava. Sull ci andò a nozze, con lui.
E infine, Quebert era andato a parlare con Jules Cross, pianista, particolarmente anonimo, se non fosse per le adorabili bambole che conservava in salotto.
Piano d'attacco: Coulson parla, io osservo. Semplice. Lineare.
Classico.
Finché la cameriera non aprì.
Armata di una P38, probabilmente carica, sicuramente senza sicura.
«Cercate la signorina Violante?»«Ohh, mi dispiace così tanto. Mea Culpa.» la donna alzò al cielo le unghie laccate di, indovinate?, viola.«È che mi arrivano così tante lettere minatorie, agenti, che ho educato il personale a difendermi. Sa, i pazzi in giro.»
«Spero lei abbia anche il porto d'armi.» dichiarai con leggerezza, smettendo -con una certa fatica- di guardare una statua di cherubini.
«Ma certo, agente. Ma certo.» annuì, scuotendo il caschetto marrone. Si aggiustò la montatura sottile sul naso.«Io sono Violante Saberna, designer. Tutto quello che vedete è una mia creazione!» esitò.«Siete qui per il porto d'armi?»
«No.» Coulson schioccò le labbra.«Siamo qui per la sua collezione di bambole, le...»
«Country Ladies!» cinguettò, battendo le mani.«Sì, sì, prego!»
La lasciai andare avanti con Coulson, borbottando:«Troppi italiani in una sola volta.»
«È che siete un popolo affascinante sotto ogni punto di vista, signorino.»
Occhiataccia.
«... dovevo provare, ma chiaramente non ha funzionato. Dovevo pensarci. Anche quando lo fa con la signorina non funziona mai.»«Le bambole le ha collezionate mia sorella. Io sono nata nove anni dopo l'incendio della fabbrica, sapete?, quindi le ho prese da lei quando voleva buttarle.» osservò la teca con occhi colmi d'orgoglio, quasi volesse accarezzare le sette bambole con le ciglia.«Insomma, i vestiti, i nomi, la postura... un'armonia unica nel suo genere. Macbeth è la mia preferita.»
«Macbeth.» ripetei.
«Quella con l'abito color pesca.»
«Ovviamente.» approvò Coulson.«Mi scusi, lei dov'era nella notte fra dodici e tredici marzo?»
«A lavoro.»
«Qualcuno può confermarlo?»
«I miei sottoposti. Perché, cosa succede, agenti?»
Sospirai, prendendo una foto di Greta dalla tasca del cappotto.«Ha mai visto questa ragazza?»
Si sistemò gli occhiali, stringendo gli occhi castani.«No, agente. Mai vista in vita mia. Perché?»
«L'hanno trovata la mattina del tredici marzo, vestita come Daisy, la... settima bambola.» Coulson indicò la vetrata, e Violante impallidì.
«Voi credete che...»
«No, signora Saberna. Stiamo solo controllando i proprietari della collezione completa.» tirai un sorriso.«Burocrazia.»
Una porta si aprì, seguita da un rumore di tacchi. Una domestica portava tre tazze fumanti e un vassoio di biscotti nella nostra direzione.
Io e Coulson ci scambiammo un'occhiata, e Poirot alle mie spalle buttò fuori un oh vagamente stupito.
«Volete favorire, mentre ci sediamo? Thè e biscotti. Risponderò alle vostre domande con calma.»
Mi accomodai, ma non toccai nulla. Coulson, con la tazzina in mano, fece per cercare il latte, ma Violante sorrise:«Mi scusi, agente. Non mettiamo il latte nel thè.»
Aggrottai la fronte.«Come mai?»
«Oh, sono vegana. Qui in casa non entra nessun alimento derivato o composto da animali.» sorrise, giuliva.«Spero non sia d'impiccio»
«Quindi niente latte, uova, cioccolata o simili?» chiesi. Feci mente locale: ingredienti dei biscotti?
«Niente, agente Parker.» confermò, e la cameriera annuì.«Allora, quanto zucchero?»
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Cronache Gialle: Casa di Bambola
Mystery / ThrillerEhi, ti piace la trama di questo libro? Corri a leggere il primo sul mio profilo! 1/3, dieci piccoli indiani ••••• «È Maria Antonietta con un vestito orribile.» «Non hai mai avuto senso estetico, è questo il tuo problema.» «Magari ne avesse solo uno...