❝Like monlight on the water, and sunlight in the sky
Fathers and daughters never say goodbye
Fathers and daughters never say goodbye❞
Fathers & Daughters~Michael Bolton***
1 anno dopo
L'ACQUA CALDA SCENDEVA lungo la mia schiena, seguendo il profilo prima delle spalle e poi dei fianchi. Sentivo i ricci umidi sgocciolare sulle mi scapole. Il vapore proveniente dall'acqua bollente che scorreva sul mio corpo aveva appannato il vetro della doccia, permettendomi di poter scrivere e disegnare su di esso. Iniziai a scrivere il mio nome con l'indice: Jane Hopper. Sorrisi con amarezza, ormai era questo io nome che mi portavo dietro da un anno. Scossi la testa e cancellai il mio nome con il palmo della mano. Continuai comunque a scrivere. Jim Hopper, questo era il nome del mio papà, l'uomo che mi aveva trovato quella mattina e mi aveva preso con sé. Joyce Byers, ricordavo con piacere quella donna dolce e gentile che si era presa cura di me quando una febbre alta mi aveva costretto a letto per una settimana. Alzai il dito per scrivere un altro nome sul vetro quando una voce mi fece sobbalzare "Piccola, hai finito la doccia? Joyce è venuta a salutarti e vorrebbe invitarti ad un pic-nic..." sorrisi a quelle parole. Io e Joyce avevamo trascorso il pomeriggio precedente organizzando questa giornata all'aperto e lei mi aveva promesso che sarebbe riuscita a convincere Hopper a lasciarmi con lei tutto la giornata.
"Sì papà ho finito, dammi solo un attimo" urlai infilando l'accappatoio e uscendo velocemente dalla doccia. Corsi nella mia camera e spalancai le ante del mio armadio spostando velocemente i capi appesi alle grucce colorate "Questo no, questo è troppo colorato, questo è troppo lungo, questo non mi sta bene...." cominciai a borbottare cercando disperatamente qualcosa da indossare "Non ho niente da mettere..." conclusi sconsolata sedendosi sul letto e osservando i vestiti che giacevano sul pavimento. "Piccola, hai bisogno di qualcosa? Joyce ti sta aspettando" domandò il capo della polizia facendo capolino da dietro la porta bianca con spruzzi di vernice colorata. Io lo guardai con la fronte corrugate ed un espressione concentrata dipinta sul volto "Non ho nessun vestito da mettere" gli sussurrai prima di tornare a guardare intensamente il mucchio di abiti colorati riversi sulla moquette chiara. Hopper si grattò il capo guardano la massa informe che occupava il pavimento "Bhe piccola, a me sembra che tu di vestiti ne abbia parecchi" concluse lui. Poi afferrò una maglietta a righe che sporgeva dal mucchio e un paio di pantaloncini di jeans "Pensi che questi possano andare bene?" Mi domandò leggermente in imbarazzo porgendomi i capi che teneva in mano. Io sorrisi felice, li acchiappa schioccando un bacio sulla guancia del mio papà che divenne rosso come un pomodoro e, dopo averlo ringraziato, gli domandai di uscire dalla stanza. Appena si fu chiuso la porta alle spalle saltai giù dal letto e mi infilai i vestiti, mi allacciai le converse bianche su qui avevo fatto dei piccoli disegni come quelli sulle pareti della mia stanza e uscii di corsa con i capelli ancora umidi che mi svolazzavano sulle spalle.
L'erba alta mi accarezzava i polpacci facendomi il solletico, camminavo di fianco a quella donna sorridente da diversi minuti. Lei mi raccontava entusiasta di suo figlio, Will. Facendo due calcoli avrebbe dovuto avere più o meno la mia età, e finalmente quel giorno lo avrei conosciuto. Non era la prima volta che lasciavo la mia piccola casetta nel bosco, di solito trascorrevo le giornate dipingendo o leggendo e le poche volte che abbandonava la mia piccola camera lo facevo per pochi minuti e sempre con papà o Joyce. "Ecco, quello laggiù è il mio Will" mi disse sorridendo e indicando un ragazzo appoggiato al tronco di un albero. Mi avvicinai lentamente a Will, stringendo le mani intorno al cestino di vimini che Joyce aveva riempito di panini e focaccine quella mattina. Il ragazzo aveva gli occhi chiusi e la testa appoggiata al tronco, tra le mani stringeva una piccola scatola collegata a delle cuffie che erano appoggiate sulle sue orecchie. "Will" sussurrai avvicinandomi a lui che rimase immobile. Forse non mi aveva sentito o stava dormendo pensai. "Will" lo chiamai di nuovo più forte dandogli qualche colpetto sulla spalla. Lo vidi spalancare gli occhi improvvisamente e girarsi verso di me, fissò le sue iridi verdi nelle mie color nocciola e mi sorrise. Lo vidi sfilarsi le cuffie e appoggiarle sul prato insieme a quella strana scatola, forse lo avevo disturbato pensai. "Ciao, io sono Will e tu devi essere Jane, la mamma mi ha parlato molto di te" disse allegramente il ragazzo al mio fianco. Io lo guardai imbarazzata "Non volevo disturbarti ma pensavo stessi dormendo e..." sussurrai io. Lui scoppiò a ridere "Nessun disturbo, tranquilla; magari mia madre mi svegliasse dolcemente come hai fatto tu ora" io sorrisi, sentendo che la timidezza stava già iniziando a scivolare via, non parlavo con qualcuno che non fossero Hopper e Joyce da molto tempo, e quel ragazzo mi sembrava davvero simpatico. Il pomeriggio passò velocemente, mangiando il pranzo che aveva preparato la mamma di Will, ridendo e chiacchierando allegramente.
Quando aprii la porta di casa quella sera il mio papà mi aspettava già sulla soglia per chiedermi come fosse andata la giornata. Il dolce sorriso che ancora affiorava sulle mie labbra lo tranquillizzò. Quella sera, dopo essere andata a dormire continuavo a pensare a quel bel pomeriggio passato in compagnia: le focaccine gustose di Joyce, i sorrisi di Will. Il mio nuovo amico mi aveva raccontato così tante cose... Ma nella mia mente risuonava ancora la sua risata cristallina e una domanda che mi aveva posto prima di salutarlo "Ti piacerebbe conoscere il resto del party?" "Il party?" gli avevo chiesto io confusa "Si" mi sorrise lui "Potresti conoscere tutti gli altro: Mike, Lucas, Max e Dustin... Sono sicuro che ti piaceranno moltissimo" sorrisi pensando che mi sarebbe davvero piaciuto incontrare gli amici di Will. "Buonanotte piccola, sogni d'oro" sussurrò il capo della polizia entrando nella mia camera "Papà" gli sussurrai "Vorrei conoscere gli amici di Will" lui mi guardò spaesato "Bhe, si può fare emh... Si magari uno di questi giorni potresti uscire di nuovo..." io sorrisi e lo abbracciai "Sei il papà migliore del mondo" gli confida stringendomi più forte a lui. Lo vidi allontanarsi con gli occhi lucidi e sorrisi. Volevo davvero molto bene a quell'omone che, a una prima occhiata, poteva sembrare acido e scorbutico ma che con me era sempre molto dolce e affettuoso.
E così quella notte, dopo molto tempo, il viso di Kali non mi apparve in sogno, lasciando il posto a quella giornata stupenda trascorsa all'aria aperta.
❝❃❂❁❀❞
Ciao a tutti, ecco il secondo capitolo. Per ora la storia è ancor un po' lenta, ma presto la nostra El incontrerà il suo Mike...
Spero che questo capitolo vi piaccia, e vi ricordo che se volete potete seguirmi anche sulla mia page instagram lolcutenerds
Jiul 🍁
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Promise || mileven
FanfictionQuesta è la storia di due bambini, che si amano come solo i bambini sanno fare. È la storia di baci e di fughe oltre oceano. È la storia di promesse al chiaro di luna infrante la mattina dopo. È una storia di come ogni cosa può cambiare in una fra...