Una volta aperta la porta si ritrovò nel salotto con il fuoco acceso e scoppiettante, al contrario delle sere precedenti, dove era rientrata in una casa fredda e buia; un'ombra sulla soglia del corridoio della cucina, attirò la sua attenzione; lui si mosse accendendo il piccolo lume, mettendo in mostra la sua figura: incrociò le braccia al petto fissandola con un'espressione arrabbiata, tesa.
–Cosa hai fatto, Alex?- le chiese assottigliando lo sguardo con la sua voce bassa, lasciandola interdetta per quella domanda
– Quello cos'era, Alex?- le chiese dopo qualche istante con una smorfia, mentre la sua espressione continuava ad essere adirata, ma lei non sapeva cosa rispondere anche se una sensazione di timore le attraversò le membra
–Vi ho visto!- sbottò improvvisamente, facendola fremere sul posto
–Vi stavate baciando! – ruggì, accorciando la breve distanza che li separava
Alex si sentì morire per quelle parole, capendo che si stesse riferendo a lei e Thomas, avvertì tutta la delusione nelle parole di Jason e la cosa la ferì peggio di uno schiaffo, sentendo gli occhi inumidirsi sotto quello sguardo furioso
–Perché ti ha baciato?- quella domanda la lasciò interdetta –Perché hai permesso che ti baciasse?- le chiese piano a un soffio da lei
Alex sgranò gli occhi ormai lucidi, ma nessuna parola riusciva a salirle alle labbra, come se tutto quello che avesse voluto dirgli, le si fosse fermato in gola; il viso di Jason da rabbioso si tramutò in una maschera di tristezza, delusione, dolore
–Perché gli hai permesso di baciarti?- le domandò fissandola negli occhi, dove lei, riuscì a vedere una battaglia di emozioni che li attraversava, come ogni volta che i loro occhi rimanevano uniti a fissarsi e lei si chiedeva cosa lo tormentasse tanto; sentì il respiro caldo di Jason infrangersi sul suo viso, il profumo di tabacco e alcol fermarle il cuore. Avrebbe voluto rispondere, avrebbe voluto dire qualcosa, scusarsi forse, ma lui le prese il viso tra le mani in un gesto rapido, imprigionando le sue labbra con le proprie.
Nel momento in cui le sue labbra furono catturate da quelle fameliche di lui, Alex ebbe la sensazione che il cuore le esplodesse nel petto, rilasciando un calore mai sentito, come mille fiammelle che la invasero, sentì quella bocca non lasciarle scampo, senza chiedere permesso, senza delicatezza, portando con sé una cascata di sensazioni che lei non aveva mai provato; un desiderio che non credeva fosse possibile, le annodò il cuore, lo stomaco, ogni angolo del suo corpo. Quando lui si staccò, le stringeva il viso con una mano, mentre con l'altra le circondava la vita quasi a sostenerla
–Questo si chiama bacio, Alex- le soffiò sul viso –e non permetto a nessuno di toccare ciò che è mio- aggiunse, lasciandola incredula; non riusciva a muovere un muscolo, né tanto meno a parlare, si sentiva come frastornata e annebbiata –E' chiaro, Alex?- le chiese ancora con il suo solito modo burbero, stringendola ancora di più a sé, lei riuscì a muovere appena il capo in un cenno d'assenso
–Bene - le disse sciogliendo lentamente quella stretta
In quel momento aprì gli occhi di scatto, riuscendo a mettere a fuoco la sua stanza, solo dopo qualche attimo; aveva caldo e sentiva il viso arrossato, il respiro affannato e stringeva convulsamente il lenzuolo, tanto che quando allentò la presa, la mano le formicolò.
Si tirò a sedere sul letto guardandosi intorno incredula: era stato un sogno?
Si portò una mano sul cuore che le martellava nel petto, sentendo ancora vive quella marea di emozioni che l'avevano percorsa, costringendole a fare profondi respiri per calmarsi, non capacitandosi di come avesse immaginato tutto quanto; un profondo senso di vergogna le si propagò in ogni cellula: perché quel sogno? Che diavolo le diceva la testa?
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Con Te
RomanceDal testo [...] Alex ripensò a quella conversazione avuta con Francesca e si chiese perché sia lei che la madre fossero così convinte che lui l'avrebbe aiutata, non erano parenti, non avevano niente in comune e lei ora era lì per stravolgergli la vi...