Capitolo 33

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-E'la figlia di quella tua amica?- alla domanda della madre Jason rimase impassibile a sorseggiare il suo caffè; quella mattina, dopo giorni, si era finalmente alzato senza il solito nervosismo, sapendo già che dipendeva dalla presenza nella stanza accanto. 

L'arrivo di Alex lo aveva completamente colto alla sprovvista, era stato terribilmente bello e inatteso, ma allo stesso tempo si era subito messo in allerta nel pensare a ciò che sarebbe potuto accadere, soprattutto per il modo di fare della sua famiglia, sempre pronta a giudicare e sentenziare sulla sua vita; prima di chiudere gli occhi la sera prima, aveva quasi sperato ingenuamente, di essere lasciato in pace: quanto si era sbagliato, pensò.

Dopo un lungo momento, alzò lo sguardo per incrociare quello della donna e non ci fu bisogno di risposta, Margaret sospirò sorridendo appena

–Le somiglia molto- gli disse mettendo una zolletta di zucchero nel suo tè –Emma, mi pare di ricordare- aggiunse e questo lo portò a sospirare pesantemente, sapendo che fosse solo l'inizio

–Mamma ti prego di non toccare l'argomento - il tono duro fece alzare lo sguardo della donna

–Posso sapere il perchè?- chiese con occhi severi, odiava quando il figlio la trattava come un'estranea, lui cercò di ritrovare la calma rilassando le spalle 

–E' morta da poco- rispose secco lasciando Margaret sconvolta a fissarlo con stupore.

Seguirono attimi di silenzio, Jason riprese la sua colazione sentendosi addosso lo sguardo della madre

–Che c'è?- si trovò a chiederle, lei sospirò riprendendo a sorseggiare la sua bevanda calda, prima di parlare

–Credo che tu sappia cosa vorrei chiederti- disse semplicemente e lui si ritrovò ad abbassare lo sguardo sul caffè fumante, sapendo bene a cosa stesse alludendo e non sarebbe stata la sola, vista la reazione dei fratelli la sera prima, sapendo bene che quello era stato solo un piccolo assaggio

–E' venuta a trovarmi- rispose semplicemente, la donna lo guardò scettica

–Jas, non ci vediamo molto e tu hai sempre tenuto tutto per te- disse Margaret -ma sono tua madre e questo non lo puoi cambiare- aggiunse, lui la fissò nuovamente –Vorrei che mi dicessi la verità-

Soffiò sul caffè prima di prenderne un ennesimo sorso, sapeva che la madre non avrebbe mollato tanto facilmente il discorso

–E' venuta a stare da me per un po'- l'accontentò –Emma, prima di morire, ha voluto che lasciando il suo paese, Alex potesse ritrovare un po' di pace, a casa non era al sicuro- Margaret ascoltò le parole del figlio sorseggiando la sua tazza fumante

–Che vuoi dire con "non era al sicuro"?- chiese senza guardarlo, lui si appoggiò allo schienale della sedia

–Il nonno non è una persona per bene, mamma, non lo è mai stato non so se ti ricordi, Emma ha voluto proteggerla- si guardarono negli occhi e Margaret vide il volto del figlio diventare serio e il suo sguardo essere più nero della notte; capì che molte cose ancora lo tormentavano, percepì sofferenza e dolore in quelle parole, sapendo bene quanto custodisse gelosamente il suo passato in Italia, il suo passato con Emma; abbassò il capo sospirando

–Emma ha voluto far venire sua figlia da te, per proteggerla- ripetè –ma chi proteggerà te da lei quando se ne andrà?- chiese fissandolo negli occhi.

Jason aprì la bocca stupito per quella domanda, si fissarono un attimo negli occhi e lui scorse in quello sguardo consapevolezza, poi la vide alzarsi senza aggiungere altro, andando incontro alla cameriera che le porgeva il pesante cappotto

–Ci vediamo più tardi Rose- la sentì dire alla domestica, uscendo subito dopo e lasciando che il silenzio piombasse dentro e fuori Jason rimasto di sasso; non riusciva a capire cosa avesse voluto dirgli la madre, o forse sì?

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