Stringeva il volante come a volerlo sbriciolare con le dita, la sua guida era scattosa e nervosa, ma non riusciva a calmarsi.
Possibile reagisse così solo perché quel ragazzino era risbucato come un coniglio dal cilindro?
Possibile non riuscisse a ragionare con lucidità quando pensava ad Alex e ad ogni cosa la riguardasse?
Sbuffando entrò nel parcheggio dell'ospedale. Erano giorni che si era ripromesso di andarla a trovare e finalmente aveva trovato un attimo per andare da lei, felice di poter allontanare la mente da Alex e soprattutto all'idea di lei con quello.
Salì le scale, salutando l'infermiera solita che ormai conosceva sia lui che Mike, avendoli visti lì giorno e notte nel periodo peggiore per Jane e, quando si trovò davanti la porta dalla stanza della donna, rimase colpito piacevolmente vedendola seduta sul letto senza nessuna fasciatura a coprirle il capo
-E' permesso?- chiese bussando leggermente allo stipite della porta, la donna si voltò abbassando il libro che stava leggendo, sorpresa e subito il sorriso colorì i suoi occhi e le sue labbra
-Jas! Ciao!- le si avvicinò e l'abbracciò posando le labbra sul suo capo per lasciarle un piccolo bacio
-Come stai?- le chiese sedendosi accanto sul letto
-Molto meglio, grazie! Tuo padre?- Jason le guardò il viso, ormai ritornato per lo più come se lo ricordava, l'unica nota stonata era una cicatrice che le spuntava all'altezza della fronte, ora visibile, avendo i capelli legati in una morbida coda di cavallo, il suo sguardo era smeraldo e quel pallore che l'aveva caratterizzata all'inizio della convalescenza, per fortuna sembrava essersi dissolto
-Non si è ancora ripreso, non è una situazione semplice, ma uno come lui non molla tanto facilmente- scherzò facendo spuntare un sorriso anche a Jane
-E come mai non sei a Londra?- gli chiese curiosa, lui fece un'alzata di spalle e sbuffò
-Lo sai che l'aria di città non mi piace, così, sono fuggito- ammise facendola ridacchiare
-Avevo scommesso che saresti tornato in un mese, ma come al solito, non reggi più di due settimane- lo rimbeccò e lui sorrise sornione
-E ti pare poco? Stare lì è un incubo, te l'assicuro- a quelle parole la vide scuotere la testa ridendo
-Sei davvero cattivo- lui le accarezzò una guancia
- Che dicono i medici?- chiese volendo sapere come stesse davvero, la donna sospirò
-Il mio bacino è migliorato, diciamo che la frattura è rientrata,anche il braccio sta meglio, grazie alla fisioterapia, il problema adesso è la gamba, il sangue non circola come dovrebbe- spiegò –purtroppo credo che dovranno operarmi di nuovo perché alcuni vasi sanguigni sono stati compromessi con la rottura – Jason le prese una mano stringendola leggermente
-Hai sentito anche altri pareri medici?- chiese vedendole fare un cenno con il capo
-Mia sorella e il marito si sono informati facendo vedere la mia cartella anche ad un altro paio di medici, ma il responso è sempre lo stesso- ammise
-E quando ci sarebbe l'operazione?- sapere che dovesse di nuovo finire sotto i ferri gli aveva procurato un brivido
-Mah penso nei prossimi giorni, stanno facendo tutte le analisi del caso- gli disse per poi alzare una mano e accarezzargli una guancia sorprendendolo
-Cosa c'è Jas? Cosa ti turba?- gli chiese inclinando leggermente il capo con quello sguardo così dolce che lo colpì dritto al cuore.
Sospirò, posando una mano su quella della donna e imprimersi quel calore che Jane era sempre stata in grado di trasmettergli e di cui, ora, ne aveva immensamente bisogno
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Con Te
Storie d'amoreDal testo [...] Alex ripensò a quella conversazione avuta con Francesca e si chiese perché sia lei che la madre fossero così convinte che lui l'avrebbe aiutata, non erano parenti, non avevano niente in comune e lei ora era lì per stravolgergli la vi...