Capitolo 11

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Riaprì gli occhi e non riuscì a non sorridere ritrovandosi nel suo letto e capendo che ad averla portata fino a lì era stato sicuramente Jason la sera prima, quando si era completamente addormentata sul divano; si stiracchiò sempre con quell'espressione a colorarle il volto e si sentì stranamente più leggera e in qualche modo più felice vedendo il modo in cui lui, pur con il suo caratteraccio, la stesse aiutando, certo il suo modo di interagire era spesso detestabile ma questo non le impedì di pensare speranzosa che il loro bizzarro rapporto, partito nel peggiore di modi, potesse in qualche modo migliorare. Si tirò su dal letto e la prima cosa che fece fu quella di prendere le sue stampelle e andare a sbirciare dalla finestra se il pick-up fosse ancora a casa e, quando lo vide, ne rimase piacevolmente sorpresa, non se n'era andato e questo la convinse che forse c'era davvero una possibilità per lei di ricominciare da lì, che forse la madre le aveva dato davvero una seconda possibilità. Una volta deciso cosa indossare, prese i vestiti e se li sistemò su una spalla per andare verso il bagno con movimenti lenti ma decisi, voleva sbrigarsi a prepararsi e combinare qualcosa anche quel giorno, ma una volta vicino alla meta fu anticipata da un Jason che improvvisamente aprì la porta mostrandosi a dorso nudo con i capelli bagnati, vestito solo con dei jeans ancora slacciati; i due si guardarono sorpresi l'uno dell'altra poi Alex puntò i suoi occhi sgranati sul petto ampio e ben delineato dell'uomo, sulle sue braccia muscolose e dovette abbassare lo sguardo perché divenne rossa come un pomodoro: aveva visto ragazzi in quelle condizioni solo in televisione e trovarselo così davanti all'improvviso aveva minato il suo controllo -Scusa!- disse di getto facendo un passo indietro spaventata, sapendo perfettamente di aver indugiato un po' troppo sul corpo di lui che subito si coprì con il telo che stava usando per asciugarsi i capelli -Non ... preoccuparti- rispose incerto -devo abituarmi ancora al fatto di non stare solo- aggiunse superandola e sparendo nella sua camera. Alex rimase ad aspettare qualche attimo davanti al bagno per regolarizzare il respiro, divenuto un po' troppo accelerato per i suoi gusti, ma una volta dentro, si rese conto che il suo profumo inebriava completamente l'aria e di nuovo avvampò come una torcia, chiedendosi cosa ci fosse di strano in lei quel giorno, visto che non riusciva a ritrovare un po' di tranquillità; si obbligò a concentrarsi nel prepararsi, missione difficile visto che quel profumo sembrava non voler dare cenno di andarsene, anche se lei aveva aperto la finestra, quell'essenza sembrò come essersi posata anche sulla sua pelle mischiandosi con il suo odore in un modo che la lasciarono interdetta e spaventata, perché quel calore che sentì propagarsi in ogni angolo del suo essere, era troppo profondo da levare via con una doccia, così intimo che neanche sapeva se fosse un bene o un male. Quando finalmente finì, uscì dal bagno e lentamente fece ritorno in camera, cercando di pensare a tutto tranne a quella sensazione fastidiosa e opprimente che sembrava non volerla lasciare, mandò un messaggio di risposta a Liz che le chiedeva come stesse andando il suo primo giorno da autosufficiente e sistemò il letto, prima di decidere che doveva scendere di sotto.
Rimase sul primo gradino ad osservare la rampa, avrebbe tanto voluto avere Liz come il giorno prima, ma doveva provarci da sola, così fece un bel respiro profondo per darsi la forza e fare il primo passo, quando venne fermata dalla voce perentoria di Jason dietro di lei che le fece fare un salto -Non pensarci neanche lontanamente- Alex si girò verso la camera dell'uomo, trovandolo appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate, aveva indossato una maglia a maniche lunghe di colore nero e i suoi capelli erano completamente asciutti -L'ho fatto anche ieri- puntualizzò e lui alzò un sopracciglio -Pensi che questo ti metta nella condizione di riprovarci?- le chiese sarcastico -Perché?- chiese a sua volta la ragazza e lui le si avvicinò -Ieri, te e quella pazza di Liz avete rischiato parecchio, te ne rendi conto?- le chiese retorico -Se fossi caduta, pensi che Liz avrebbe avuto la prontezza e la forza di sorreggerti? Potevate farvi male entrambe- le disse di nuovo con quel tono severo che solo la sera precedente, sembrava aver dimenticato, Alex sbuffò risentita -E come pensi che debba fare per poter scendere?- gli chiese puntando di nuovo i suoi occhi sulla scala -Se non provo da sola non posso muovermi, è inutile che abbia le stampelle- disse tristemente, lui sospirò spazientito -Perché cavolo non riesci a rimanere in camera tua?- le chiese scocciato e lei lo fulminò con un'occhiataccia -Forse perché non posso stare tutto il giorno rinchiusa in quelle quatto mura!- sbottò infastidita, iniziava ad averne abbastanza con il modo di fare di Jason, non voleva capire che scendere le scale era un ostacolo che poteva superare, che quelle stampelle le avrebbero permesso quantomeno di girare un po' per casa -E va bene!- acconsentì lui sorprendendola scendendo alcuni gradini per poi girarsi a guardarla -Avanti, scendi!- la esortò e Alex lo guardò dapprima pensando che stesse scherzando, ma poi capendo che faceva sul serio sorrise entusiasta - Fammi vedere se ci riesci- la provocò lui abbozzando un sorrisetto di scherno e i loro sguardi si incrociarono per un attimo, poi Alex si concentrò a scendere il primo gradino e come aveva fatto il giorno prima puntò le stampelle e scese non mascherando un certo trionfo -Bene, ora continua- le disse lui serio, ma non distogliendo neanche un secondo lo sguardo dalla ragazza che lentamente scese tutti e 25 gli scalini -Pensi di poterlo fare anche quando non c'è nessuno?- le chiese lui guardandola con un sopracciglio alzato -Certamente, ora ho capito come devo fare! Inoltre ogni giorno che passa il ginocchio migliora- disse convinta, pensando che forse il fatto che stesse migliorando non era un argomento a suo vantaggio, lui alzò gli occhi al cielo per poi avviarsi verso la cucina senza dire nulla iniziando a fare il caffè.
Fecero colazione in silenzio, in realtà Alex si sentiva profondamente in imbarazzo nell'osservare Jason, l'immagine di lui a dorso nudo le era ripiombata davanti agli occhi, appena la sua mente non era stata più così concentrata con lo scendere la scala, così decise di osservare il giardino che si vedeva dalla porta finestra della cucina, quel giorno freddo era scandito da nuvole scure che si addensavano sempre di più
-Oggi devo lavorare giù nel seminterrato- la informò e lei lo guardò curiosa -Lavori a casa?-chiese, ma lui si limitò a rispondere solo un cenno d'assenso con il capo senza guardarla continuando a mangiare un paio di biscotti e sorseggiare il suo caffè; sembrava che il Jason della sera precedente si fosse dissolto come una nuvoletta di fumo e questo atteggiamento un po' scostante che in qualche modo aveva ripreso ad avere, scoraggiò Alex che evitò di fare altre domande finendo il suo caffè -Se hai bisogno di qualcosa, chiamami, lascio la porta socchiusa- le disse lui posando le stoviglie nel lavandino una volta finito, sparendo subito dopo verso il piano di sotto. Alex fissò quel punto rabbuiandosi, l'aveva lasciata così, a mala pena le aveva rivolto la parola e lei era di nuovo tornata a rattristarsi per quel suo maledetto comportamento altalenante. Dopo la colazione, che finì da sola, decise di dare una ripulita alla cucina e magari pensare a qualcosa da mangiare per il pranzo, così iniziò a preparare un buon purè e si sorprese di trovare della verdura da poter cuocere, come i fagiolini che mise a lessare. Quando sentì bussare alla porta rimase piuttosto perplessa, aspettandosi di sentire Jason salire le scale di corsa così attese qualche istante, ma non vedendolo arrivare, decise di andare ad aprire lei e quando lo fece si ritrovò davanti una ragazza poco più alta di lei: longilinea, con il viso magro, grandi occhi verdi, lunghi capelli biondi e un sorriso gentile, indossava un lungo cappotto marrone, così come i guanti che le fasciavano le mani mentre reggevano un vassoio coperto. Quando i loro occhi si scontrarono rimasero entrambe stupite
-S...salve- salutò Alex guardando la ragazza osservarla con curiosità -Buongiorno- la salutò lei con un leggero sorriso -Stavo cercando Jason- disse guardando oltre la spalla di Alex come a voler capire se lui ci fosse o meno -E' di sotto, sta lavorando- disse allora Alex -prego- e si spostò con le stampelle per farla entrare; girandosi, Alex si vergognò per come era ridotto quel salone, il tavolino era come sempre sommerso di roba e si vedeva un bello strato di polvere un po' dappertutto, ma la ragazza non sembrò scomporsi, anzi, dette l'impressione di conoscere bene la casa, dato che si avviò verso la cucina, seguita da Alex. La donna posò sul tavolo il vassoio per poi girarsi verso di lei -Io sono Jane, piacere- si presentò levandosi un guanto e porgendole una mano, Alex subito si presentò stringendogliela -Ero passata a portargli una crostata di more, la sua preferita- spiegò la ragazza indicando il vassoio -Non sapevo avesse visite- aggiunse con una punta di amarezza che non sfuggì ad Alex -Ecco, in realtà la mia presenza qui è...- ma venne interrotta dall'arrivo di Jason che comparve dietro le sue spalle, salendo dal seminterrato
-Temporanea- terminò lui, mostrando un sorriso stiracchiato verso la biondina che invece si lasciò andare ad un sorriso radioso. Alex dal canto suo si sentì profondamente ferita dall'intervento di Jason, ma cercò di non darlo a vedere rimanendo in silenzio mentre lui si avvicinò alla nuova arrivata -Che ci fai qui?- le chiese curioso abbozzando un sorriso, lei gli indicò la crostata e Alex si stupì per come il volto dell'uomo si illuminò improvvisamente -Grazie- le disse abbassandosi verso la biondina e regalandole un casto bacio che subito fece cristallizzare Alex sul posto, a stento dovette trattenere il suo mento che stava per schiantarsi al suolo -Sei libera oggi?- gli chiese lui aprendo la copertura della crostata e annusandone il buon profumo -Si, oggi devo fare dei giri e mi sono presa la giornata, ma volevo portartela- disse la ragazza sorridendogli -e volevo sapere che fine avessi fatto, dato che dall'altra notte non ti ho più visto- Jason a quelle parole sembrò irrigidirsi appena, mentre Alex fremette sul posto imbarazzata più che mai
-E' stato un piacere, vi lascio soli- disse girandosi e avviandosi il più velocemente possibile verso il salone dove si sedette sul divano con un tonfo e non seppe spiegarsi perché, ma quella sensazione fastidiosa all'altezza del petto appena aveva visto quella donna non se ne voleva andare, anzi, si tramutò in un misto di tristezza e rabbia
-Chi è?- Jason puntò lo sguardo verde smeraldo di Jane, lo osservava con un misto di curiosità e preoccupazione -E' la figlia di una mia vecchia conoscenza- rispose Jason sedendosi sulla sedia, Jane gli si avvicinò accarezzandogli una guancia, sapeva che non avrebbe avuto altra spiegazione -Ogni volta te ne vai e io non riesco mai a sentirti- disse dispiaciuta, mentre lui accennava un sorriso lasciandosi andare a quel gesto delicato -Vieni con me, oggi?- gli chiese lei sorridendo appena mentre i loro occhi si intrecciavano, Jason levò con delicatezza la mano della ragazza, stringendola leggermente nella sua -Che devi fare?- le chiese invece e lei sospirò girando il volto verso la finestra, la giornata era piuttosto fredda
-Devo andare da mia sorella- ammise la ragazza -non la vedo da un po'- dichiarò ritornando a guardare verso l'uomo -Perché non vieni con me?- gli chiese ancora, ma lui si alzò dalla sedia andando a spegnere il fuoco sotto la pentola che evidentemente aveva messo Alex -Solo per passare una giornata insieme- Jane gli si avvicinò, il viso non più così sereno come pochi istanti prima, lui la guardò impassibile -Perché me lo chiedi?- la sua voce era bassa, ma il suo tono duro -Sai qual è la risposta- lei abbassò la testa -Non intendo certo forzarti, era solo per stare un po' insieme- cercò di giustificarsi la ragazza portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, lui sospirò -Lo sai che non voglio certi coinvolgimenti- le disse schietto e lei lo guardò con gli occhi leggermente umidi -Ti basta avermi nel letto- ribatté visibilmente amareggiata, lui mantenne lo sguardo fisso su di lei -Non ti ho mai obbligato, Jane- le disse piano -se pensi che debba finire per me va bene- aggiunse indifferente, lei lo guardò come se lo vedesse per la prima volta -Non pensavo che mi reputassi così di poco conto- disse profondamente ferita - pensavo che un minimo di affetto nei miei confronti lo provassi, ma devo dedurre che il fatto che ci sia questa figlia di una tua conoscenza, mi abbia ancora di più allontanato da te- e fece per andarsene, ma lui la trattenne per un braccio facendola di nuovo voltare verso di se, era adirato -Jane, non farti strane idee in testa solo perché hai visto una ragazzina in questa casa- lei lo fissò sentendo gli occhi pizzicargli -non ho mai voluto una storia da fidanzatini, te l'ho sempre detto e ti è sempre andato bene, perché ora stai facendo così?- e glielo chiese con una freddezza che la fece tremare, non riuscì a guardare quegli occhi blu cobalto e abbassò la testa
-Non sono venuta qui per discutere- disse semplicemente -ero solo passata a salutarti, Jason- lui sembrò calmarsi e sospirò per poi farle alzare il viso con una mano -Stasera verrò da te a cena- e lei sospirò rasserenandosi, portò le sue braccia intorno al suo collo -Ti aspetterò- disse "Come sempre"pensò godendosi quel bacio.
Quando Alex rivide Jane comparire in salone, aveva un viso improvvisamente stanco, sembrava rattristato, la guardò e le sorrise -Ciao Alex, è stato un piacere- le disse la donna facendole un saluto con una mano mentre si infilava i guanti -Anche per me- rispose alzandosi in piedi e prendendo le sue stampelle
accennando un sorriso mentre la vide scomparire dietro l'uscio, solo allora si decise a spegnere il televisore e ritornare in cucina dove trovò Jason intento a scolare i fagiolini che lei aveva lasciato a bollire minuti prima -Tutto bene?- chiese entrando e avvicinandosi all'uomo che la guardò con un sopracciglio alzato
-Pensi che non sappia capire se la verdura è pronta o meno?- chiese scettico -O pensi che sia distratto come te?- Alex sbuffò alzando gli occhi al soffitto -Parlavo della tua ragazza- rispose spostandosi per permettergli di posare il piatto sul tavolo, lui sorrise appena e iniziò ad apparecchiare -Jane è un'amica- specificò, Alex prese le uova e iniziò a sbatterle in una ciotola
- Un'amica? Sì certo- ripeté ridendo non mascherando il suo scetticismo per quell'affermazione
prese poi una zucchina per affettarla in rondelle sottili -Sei libera di farti i filmini mentali che vuoi- disse lui-Non mi sembrava stesse un granché bene, poco fa- ammise Alex guardandolo di sottecchi facendo attenzione a versare le verdure in una padella calda con un po' di olio, lui non disse nulla sistemando sul tavolo i piatti -Non aveva nulla, ma poi spiegami perché dovrei parlarne con te?- chiese infastidito sedendosi al tavolo mentre lei lo guardava con un sopracciglio alzato -Scusa ma visto che non si aspettava di trovarti con una ragazza a casa, ho pensato che si fosse fatta un'idea sbagliata- spiegò cerando di non arrossire, lui trattenne una risata mentre beveva dalla bottiglia di birra per poi guardarla incredulo -Puoi stare tranquilla, ragazzina, qui nessuno ha pensato niente- disse ridendo, Alex sentì il suo viso incendiarsi, così si girò e terminò di preparare la frittata per poi servirla a tavola. Iniziò a mangiare con una certa rabbia che vibrava sotto pelle e non voleva andarsene -Non avrei mai pensato che un tipo come te potesse avere una ragazza- e lo disse con un tono fin troppo acido anche per le sue orecchie, lui alzò la testa dal piatto e la osservò impassibile -Te l'ho detto Jane è un'amica- disse serio -Sì certamente, un po' come mia madre- ribatté acida e lui serrò la mascella e il suo sguardo si fece più cupo -Che centra tua madre?- chiese e Alex non riuscì a trattenersi -Avanti, non farmi credere che mia madre mi ha spedito qui perché voi due non avevate niente di più oltre che un'amicizia!- non sapeva perché ma non riusciva a fermarsi, sapeva di stare attraversando un campo minato, proprio ora che nonostante tutto si parlavano, ma il conoscere quella Jane l'aveva fatta arrabbiare senza che riuscisse a controllarsi -Non sai nulla- le disse lui freddo come una iceberg -Forse è vero, non so niente, ma è strano che una donna viene qui, vi baciate e poi mi racconti la favoletta che siete amici, anzi, magari che non la conosci poi così bene!- fece sarcastica, lui si alzò di scatto dalla sedia facendo cadere il bicchiere a terra che si frantumò in mille pezzi, Alex si immobilizzò sgranando gli occhi -Non so come ragiona la tua testolina, ma non sei nella posizione di giudicare le persone, oltre tutto non sai un cazzo di quello che c'era tra tua madre e me!- disse rabbioso - Non devo certo giustificarmi con te di chi conosco o meno, nè raccontarti le mie scopate!- Alex sbiancò a quelle parole che la colpirono peggio di uno schiaffo -Fammi un favore- le disse dopo un attimo di silenzio, si abbassò leggermente sul tavolo verso di lei, era furente -Vedi di farti trovare al 100% al controllo, perché ti voglio fuori dai piedi!- detto questo uscì dalla cucina per poi sbattere violentemente la porta di casa. Alex era rimasta di sasso, guardava ancora avanti a sé sconvolta -Che ho fatto?!- disse ad alta voce, mentre alcune lacrime iniziarono a rigarle il volto.
Dopo quella ennesima discussione, Alex non aveva visto Jason per tutto il giorno, né per quello dopo né per quello successivo, praticamente era rientrato di notte quando lei dormiva, per riuscire la mattina prestissimo, quando lei riusciva solo a percepire il motore dell'auto. Era il quarto giorno che andava avanti questa sorta di distacco e lei si sentiva profondamente in colpa per ciò che era riuscita a dire, si era comportata in un modo irrazionale che non si spiegava e non trovava giustificazione. Sospirò ancora una volta, mentre cercava di mettere in freezer la parmigiana che aveva preparato la sera prima, ma che era stata appena toccata da lei.
-Ciao bellezza!- la voce di Liz la fece trasalire, vedendola entrare in cucina -Allora come stai?- le chiese la moretta avvicinandosi e dandole un bacio su una guancia, Alex le sorrise -Bene- ammise -faccio praticamente tutto da sola- rispose facendole vedere come aveva preso dimestichezza con le stampelle
-Anche le scale non sono più così spaventose, inoltre il mio ginocchio sta molto meglio!- rise sedendosi, mentre Liz prendeva due tazze e preparava un po' di caffè -Sono felice!- le rispose contenta -Sarei voluta passare in questi giorni, ma tra il sistemare l'hotel e il pub, non ho avuto un attimo- ammise Liz sedendosi a sua volta intorno al tavolo -E con il troglodita?- chiese passando al Alex una tazza, la ragazza abbozzò un sorriso di circostanza che impensierì subito la moretta -Alex tutto bene?- le chiese vedendo subito il viso dell'amica adombrarsi -Avete di nuovo litigato?-ipotizzò e vide Alex mordersi un labbro e sospirare
-Qualche giorni fa- ammise -mi sono comportata malissimo- ammise portandosi le mani a coprirsi il viso, si vergognava come una ladra colta in flagrante -Alex, ma che è successo?- chiese Liz toccandole un braccio. Dopo alcuni istanti, Alex gli raccontò cosa era successo e Liz si trovò ad ascoltare in silenzio -Mi dispiace- disse infine -Jason è così riservato che a stento in paese qualcuno sa di più del suo nome e cognome, tutti sanno ben poco di lui, a parte Mike- disse Liz guardando l'amica -a dire il vero mi sono sempre chiesta perché abbia deciso di tornare qui, dal momento che nel suo campo è piuttosto ammirato e conosciuto, avrebbe potuto rimanere a vivere a Londra, dove so che ha diversi clienti e la sua famiglia- Liz sospirò -ma alla fine penso che abbia scelto di tornare in questo buco di posto, solo perché è un tipo solitario, non è abituato ad avere molti contatti con le persone - Alex sentì di nuovo le lacrime inumidirle gli occhi -Jane è la sua ragazza?- chiese e Liz rimase un po' stupita da quella domanda -Beh, non ne so poi molto, loro due con mio fratello si conoscono da ragazzini e da quello che mi ha raccontato Mike, Jane è sempre stata innamorata di Jason, ma non credo che lo stesso valga per lui- ammise con una punta di amarezza che non sfuggì ad Alex -Come mai lo odi tanto?- le chiese e per la prima volta vide Liz imbarazzarsi, arrossendo leggermente -Ma non lo odio- disse sorridendo per poi sospirare sotto lo sguardo indagatore di Alex -Ok, lo ammetto a volte sono acida con lui, ma non riesco a non farlo!- ammise facendo ridacchiare l'amica -Vi battibeccate come una coppia di anziani- le disse Alex facendola ridere e arrossire allo stesso tempo, seguirono attimi di silenzio prima che Liz iniziasse a parlare
- Ho conosciuto Jason quando è tornato a vivere qui intorno ai 20 anni, più o meno, io ne avevo circa 6 quindi si può dire che mi conosce da sempre, sono un pò anche la sua sorella minore e lui per me un altro fratello visto che con Mike sono sempre stati inseparabili- sorrise divertita - Fin da piccola ero piuttosto scalmanata, mi comportavo come un maschiaccio e una volta, avevo circa 12 anni, con dei miei amici decidemmo di fare una sorta di prova di coraggio- si fermò lasciando che la mente vagasse a quel ricordo
- dovevamo arrampicarci su un albero e chi fosse riuscito ad arrivare più in alto avrebbe vinto, ovviamente io non volevo perdere, così mi spinsi parecchio su- rise a quel ricordo -ma persi l'equilibrio e caddi malamente a terra rompendomi un braccio e una caviglia- Alex la guardò stupita, non le sembrava che Liz potesse essere stata così da ragazzina -fortuna volle che passò Jason e quando ci vide mi aiutò portandomi prima in ospedale e poi a casa- a quel ricordo le sue guance si imporporarono -beh non so cosa accadde, ma da quel momento si trasformò in una sorta di principe azzurro e tutto per me cambiò; quando si vedeva con mio fratello io lo guardavo con occhi diversi da come avevo sempre fatto, immagino che avessero anche la forma a cuore quando era nei paraggi, fu la mia prima cotta- entrambe le ragazze risero -poi un giorno lo vidi proprio con Jane, erano al bar e si baciarono, per me fu un vero tuffo al cuore, mi ricordo che corsi via e quando tornai a casa dopo aver pianto decisi che dovevo fare di tutto per lasciare i panni da maschiaccio e trasformarmi in una ragazza, pensavo che così gli sarei piaciuta- un sorriso amaro colorì il volto di Liz - Ma tutto cambiò radicalmente una sera, quando mio fratello ed io litigammo perché volevo andare con loro ad una festa e ovviamente non volevano portarmi, ma io mi ero impuntata e l'idea che Jason avesse potuto incontrare altre ragazze mi spiazzava e non volevo- quel ricordo solcò sul volto di Liz un'espressione addolorata -anche perché in quei mesi ero cambiata, mi ricordo che avevo iniziato ad essere più femminile, a vestirmi più carina, ma lui ovviamente non mi considerava molto, ero una ragazzina di 12 13 anni- le uscì una risata- solo una volta mi disse che sembravo una bambola perché ero vestita con un abito rosa e avevo legato i capelli- la moretta incontrò lo sguardo di Alex e le sorrise -ho la foto di quella giornata, ero davvero carina- ma poi si incupì -ma tornando a quella sera, vedendo che loro non mi volevano, per dispetto presi uno dei dischi che più amava mio fratello e glielo ruppi davanti agli occhi- Alex ascoltava in silenzio -lui si arrabbiò all'inverosimile, se non ci fosse stato Jason a fermarlo, credo che mi avrebbe ucciso letteralmente e per ferirmi disse a Jason che io gli andavo dietro, che ero innamorata di lui e non facevo altro che scrivere il suo nome su ogni quaderno e sul diario, che ogni giorno passavo ore a pensare a cosa mettermi solo per lui- Liz sospirò abbassando lo sguardo -mi sentii uno schifo, lui mi guardava sbalordito mentre mio fratello stava sbandierando ai quattro venti il mio lato da innamorata e quando si sentì soddisfatto se ne andarono lasciandomi a piangere per ore intere- Alex allungò una mano verso l'amica -Liz mi dispiace!- le disse e lei le sorrise -Da quel momento non sono riuscita più a comportarmi normalmente con entrambi, anche se mio fratello ed io abbiamo poi fatto pace, ma c'è voluto parecchio tempo e, a dire il vero ancora oggi non credo di averlo del tutto perdonato per quella storia- prese un respiro prima di continuare - ma con Jason è stato diverso, mi vergognavo troppo per quello che aveva saputo, lo evitai per giorni come la peste- il suo sguardo era ancora ferito per quella storia, a quei ricordi -Diciamo che le cose migliorarono quando iniziai a frequentare la scuola superiore e lui l'accademia per cui entrambi ci vedevamo sempre meno, lui spesso era a Londra e con il tempo quel fatto non venne più preso in considerazione da entrambi, ma con lui non riesco più a comportarmi normalmente, mi sono sentita troppo esposta nei suoi confronti - ammise- comunque ora è acqua passata! E poi questo suo caratteraccio chi lo sopporterebbe? A pensarci oggi credo di essere stata davvero una bambina per essermi presa una cotta per un troglodita come lui- e lo disse con un movimento della mano come a voler scacciar via quel passato e quel racconto e fissò di nuovo Alex -Cambiando discorso- esordì dopo qualche attimo -il controllo è domani, pensi che ti accompagnerà?- Alex sospirò mordendosi poi un labbro -Non lo so e non ho neanche il coraggio di chiederglielo- ammise triste, Liz batté le mani facendola sobbalzare -Beh, ti accompagnerò io e visto che stai con me, domani andiamo ad una festa a casa di un amico di college di Jessica- disse entusiasta -Jessica?- chiese Alex non capendo -Si, ci conosciamo da piccole, non è una migliore amica, ma in una cittadina piccola come questa le amicizie non si scelgono, spesso usciamo insieme e mi ha invitato alla festa di un suo amico poco fuori città- Alex sembrò non molto convinta -Non fare quella faccia- le disse Liz muovendole un dito davanti al viso -Non ti permetto di rifiutare! Ci divertiremo e conosceremo altri ragazzi e verrà sicuramente Mark e forse anche Thomas- Alex rise all'espressione fintamente seria di Liz e alla fine si trovò ad accettare accordandosi per il giorno dopo quando la moretta sarebbe passata a prenderla per andare prima al controllo per poi passare il pomeriggio insieme e andare alla festa.
Quando sentì l'arrivo del pick-up quella sera, nonostante avesse passato tutto il restante pomeriggio a convincersi di lasciar perdere di capire un tipo come Jason, sotto consiglio dell'amica, si irrigidì all'istante, cercò di dirottare i suoi pensieri sul fatto che forse dal giorno successivo la loro convivenza sarebbe finita, con l'esito positivo del controllo, così da non dover subire più l'atteggiamento lunatico dell'uomo, ma i suoi pensieri vennero interrotti dall'entrata in cucina del diretto interessato che posò un faldone pieno di fogli sul tavolo della cucina, mentre Alex stava finendo di cuocere le polpette che aveva deciso di preparare.
-Ciao- azzardò Alex guardandolo di sottecchi, Jason dal canto suo sbuffò e aprì il frigo per prendersi da bere, Alex notò il viso stanco dell'uomo, sembrava più cupo del solito e la cosa la inquietò non poco, ma cercò di occupare la sua mente nel finire di cucinare, mentre lui si sedette su una sedia
-Tutto..tutto bene?- si ritrovò a chiedere la ragazza vedendolo distrutto, lui a quel punto la guardò e i suoi occhi erano leggermente arrossati così come le sue guance -Si - disse con voce bassa, sembrava stesse faticando anche a stare seduto -Non mi sembri stare bene- ammise Alex ma lui distolse lo sguardo e sospirò -Sono solo stanco- rispose, così la ragazza decise di lasciar perdere e riprendere a cucinare, quel giorno era riuscita a fare tutto con una stampella sola e anche ora ci si muoveva con una certa dimestichezza; in breve tempo mise i piatti a tavola iniziando a mangiare -Domani mi accompagna Liz al controllo- esordì spezzando quel silenzio che le stava mettendo solo ansia, lui mugugnò un "ok" disinteressato mentre continuava a guardare il suo piatto, Alex tossì un poco -E dopo andrò con lei ad una festa di alcuni suoi amici- a quel punto lo sguardo di Jason si posò su di lei che cercò di mantenere la calma, ma quegli occhi ogni volta la destabilizzavano -E chi sarebbero?- chiese assottigliando lo sguardo -Non so, sembra un amico di una certa Jessica- a quel nome Jason alzò gli occhi al cielo, ma non disse nulla -ci sarà anche Mark e forse Thomas gli amici di Liz che ho conosciuto la sera dell'incidente- spiegò, lui la fissò finendo di mangiare -Conosco Liz, ma non capisco come possa frequentare una tipa come Jessica, per non parlare di che razza di amici si tira dietro- disse freddo, Alex in qualche modo si sentì ferita dalle parole di Jason così pronto a giudicare gli altri -Thomas e Mark sono bravi ragazzi- affermò decisa facendo spuntare un sorrisetto sarcastico sul volto di Jason -Ah si? Da cosa l'hai capito da come bevono o perché ti basta passare un'ora con loro per sapere che tipi siano?- le chiese facendola arrabbiare
-Non mi serve un tuo commento o un tuo permesso- disse seria- era solo per informarti che domani non ti starò fra i piedi!- lui sospirò e si alzò dal tavolo per iniziare a sistemare senza dire più nulla, mentre Alex si alzò piano per poi portare il suo piatto al lavandino -Finisco io, vai pure in salone- la liquidò lui senza neanche guardarla, Alex sentì di nuovo una rabbia che l'assalì nel pensare che comunque poteva degnarsi di comportarsi da persona civile, non certo da grande amico, ma almeno quel minimo che permettesse ad entrambi una convivenza serena, invece ogni volta quel modo di fare, di parlare, di guardarla le facevano mettere in discussione tutto. Sbuffò sonoramente e si allontanò dalla cucina lasciandolo solo, per poi salire le scale con enorme fatica, ma non gli avrebbe dato la soddisfazione di farsi aiutare, chiudendosi nella sua stanza.
Dire che si sentisse a pezzi, era davvero un eufemismo, non c'era parte del corpo che non gli facesse male, per non parlare della testa che pulsava malamente da almeno due ore; alla fine decise di prendersi un'aspirina, sospettava di avere la febbre ma pensare di stare a casa, con lei, era fuori discussione. Quella bocca che a guardarla ricordava una ciliegia, l'aveva fatto andare davvero su tutte le furie soprattutto per il modo di parlargli. Lei non sapeva un tubo del rapporto speciale che lui ed Emma avevano avuto e non avrebbe permesso a nessuno, tanto meno a lei, di parlar male o fare allusioni. Con rabbia chiuse l'acqua e spense la luce andando in salone dove sistemò il fuoco per poi sprofondare sul divano, erano due giorni che sicuramente la febbre lo aveva beccato in pieno, ma pensare di dover stare a casa con Alex, l'avevano invogliato ad andare addirittura a Londra a parlare con un paio di clienti che da tempo volevano vederlo per commissionargli altri lavori. Neanche la chiacchierata con Mike la sera prima era riuscita a rabbonirlo, ancora si chiedeva che diavolo le fosse saltato in mente di alludere a quella ragazzina che a mala pena riusciva a non farsi fregare un osso da un cane; posò un braccio sugli occhi distendendo le gambe, nonostante il divano fosse ampio, aveva gran parte delle gambe che uscivano dalla parte opposta, ma ora tutto quello che chiedeva era poter stare lì e rilassarsi, aspettare almeno che il mal di testa si placasse, per poi andarsene a letto. Gli tornarono in mente le parole di Alex, sospirò pensando che avrebbe passato una serata con quel tipetto di Jessica e i suoi amici, la cosa non l'aveva entusiasmato per niente, conosceva Liz, ma quei tipi che ogni tanto gli apparivano al fianco non gli piacevano per niente, ancora ricordava le moine che quella svitata di Jessica elargiva sia a lui che a Mike ogni volta che entrava nel pub. Senza pensarci tanto tirò fuori dalla tasca dei jeans il cell.

22.03 Jason: Ho saputo della festa a cui parteciperanno Liz e Alex domani, ne sai niente?
22.12 Mike: Liz non mi ha detto nulla, di che si tratta? Siamo invitati? ;)
22.20 Jason: La festa è di un amico di Jessica ..vuoi davvero fare il baby-sitter?! Cmq informati su dove la faranno, fatti dare il nome del tipo della festa e l'indirizzo
22.27 Mike: Perché?
22.29 Jason: Fallo!
22.31 Mike: Signorsì!!
22.34 Jason: Sei un idiota..Liz accompagnerà Alex al controllo e resteranno insieme, almeno ho un riferimento
22.46 Mike: deduco che state ancora come ieri...

Jason sospirò per poi tirarsi faticosamente in piedi e andare in camera sua, ma quando arrivò sopra le scale, si fermò ad osservare la porta socchiusa della stanza di Alex da cui filtrava della luce, si maledì perché non riuscì a non avvicinarsi e osservare cosa stesse facendo. Sbirciando la vide nel letto, il volto corrucciato, mentre leggeva un libro dalla copertina rossa e nera, si vedeva chiaramente che la sua mente era da tutt'altra parte mentre, cocciuta, cercava di continuare la lettura di quel libro. Con la massima cautela Jason girò sui tacchi ed entrò in camera sua, solo quando si sdraiò sul letto, si accorse di sorridere.

Note:

Può sembrarvi lento il modo di interagire fra i due, in realtà è voluto.
Dipende dal fatto che sono molto lontani come età ed esperienze, per non parlare del passato che in qualche modo li unisce sotto il nome di Emma e crea questa sorta di amicizia forzata, mi piaceva creare un rapporto che si costruisse anche con piccoli cambiamenti, sfumature, scontrando i due caratteri...spero di riuscire nell'intento.

Grazie a chiunque continui a leggere questa storia e ovviamente ogni commento è ben accetto! Grazie davvero!!

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