22 - Fine 2

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Io e Toby passammo le tre settimane successive come se non fosse successo nulla. Ognuno, spesso, viveva la sua vita, tranne quando c'erano problemi. Non c'erano più i discordi di prima e sembrava stesse andando tutto bene.
Pur essendo semplici amici, a dirla tutta, ci era capitato svariate volte di ritrovarci in situazioni mettevano entrambe a disagio.
Era tardi e mi stavo preparando per la serata di omicidi. Grazie al mio potere era diventato più facile cambiare città. Molte volte infatti mi ero ritrovata in altri stati, persino altri continenti.
Avevo appena messo i miei jeans neri a vita alta e stavo per mettermi una maglia nera, quando Toby entrò in fretta e furia nella mia stanza borbottando qualcosa che in quel momento non volevo ascoltare.

Io - TOBY, PORCA PUTTANA, ESCI DALLA MIA STANZA IMMEDIATAMENTE.-
Toby - Perché? Che è suc...-

Non appena notò che mi trovavo in reggiseno i mezzo alla stanza, scoppiò in una fragorosa risata.

Toby - Cosa ti staresti coprendo scusa? Tanto non hai nulla lì sopra -

Nel mentre io mi ero avviata verso il cassetto dove tenevo tutte le magliette.
Appena indossata la prima maglietta che avevo trovato, presi il cuscinetto che avevo sulla sedia e gli saltai addosso. Continuavo a riempirlo di colpi in pieno volto ma lui non accennava nemmeno un verso. Spesso mi ritrovavo in situazioni del genere: lui mi faceva arrabbiare come una furia, tentavo di picchiarlo, mi ricordavo che non provava dolore e mi prendeva in braccio come se fossi stata un sacco di patate.

Come da copione, mi ritrovai con il ventre schiacciato sulla spalla di Toby.
Notai che si avvicinava al letto per poi buttarmi sopra di esso mentre io continuavo ad insultarlo come se non ci fosse un domani.
Poi successe tutto nel giro di qualche secondo:
Dato che oltre ad insultarlo cercavo di liberarmi, mentre mi stava lasciando cadere sul letto perse l'equilibrio per poi finire sopra di me, un po' come succede nei film da teenagers.
Inizialmente scoppiammo entrambe in una risata fragorosa, ma quando capimmo la situazione ci fermammo.
Continuavamo a guardarci negli occhi e sembrava che essi parlassero al posto nostro.
Toby si scansò e se ne andò senza dire nemmeno una parola.
Eravamo entrambi stufi di ritrovarci in situazioni del genere.

Nei giorni successivi lo evitai come la peste e lui fece lo stesso con me. Il ché rese le cose leggermente più facili.
Era da un sacco di tempo che volevo prendere tutte le mie cose e andarmene e quello era il momento giusto.
Mi trasportai in un altro stato e non feci più sapere nulla di me.
Di Toby e delle altre creepypasta leggevo solo qualche volta sui giornali americani, ma mi lasciai alle spalle il passato e ricominciai la mia vita sola, senza nessuno che mi stesse vicino. Ero un proxy, o meglio, un mutinoxy e quello era il mio destino.

The Rider of the MidnightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora