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Toby's POV
Guardai tutta la lezione di Crystal. Mi stupii il modo in cui riusciva a stare a cavallo senza sella, ma più di tutto mi stupii il modo in cui guardava quella cavallina.
Sembrava le brillassero gli occhi quando le era vicino, come se quella cavallina fosse tutto per lei.

A fine lezione decisi di avvicinarmi. Nel mentre, vidi la sua istruttrice Jennifer (da quel che ho capito) allontanarsi per lasciarci soli.
Gli occhioni di Crys si spalancarono mentre guardava Jennifer, mettendo a risalto quel color zaffiro.
Quando arrivai, feci qualche coccola alla cavallina. A distrarmi fu lei, iniziando a parlare

Crys -Che ci fai qui?-
Io -Volevo dirti che per sta sera dovrai preparare la valigia-
Crys -Slenderman ha accettato!? Non ci credo!-
Io -Tranquilla, urlalo pure. Aspetta che ti vado a prendere un megafono.-
Crys -Non ci sente nessuno, al massimo Jennifer può sentire qualcosa dalla stalla di Bisou-
Io -Si, ma evita di urlare.
Sta sera io e Ben ti verremo a prendere a casa tua, verso le 2:00, così avrai il tempo di fare il tuo solito giretto e di prepararti-
Crys -Okay-

Si era formato un silenzio assordante tra noi due. Gli unici rumori che si potevano sentire erano i nitriti di qualche cavallo.
Decisi di rompere il ghiaccio.

Io -Carina lei. Come si chiama?-

Crys' POV
Toby -Carina lei. Come si chiama?-

Guardai un attimo Castle e risposi a Toby

Io -Castle, è la mia cavallina. Me l'ha presa mia zia due anni fa-
Toby -Ah okay-
Io -Guarda un po'-

Io e Castle iniziammo a giocare. Lui ci guardava come gli avevo chiesto e qualche volta gli scappavano delle risate. Nel mentre, mi venne in mente una cosa.

Io -Toby-
Toby -Si?-
Io -Come faccio con lei? Non posso lasciarla..-
Toby -Si, ho notato come la guardi-

Arrosii per un misero istante. Lui lo notò e fece uno di quei sorrisi che di sicuro avrebbe fatto svenire qualunque ragazza.

Toby -Non dovrebbero esserci problemi. In effetti, abbiamo una sorta di stalla vicino alla casa-

Il mio sorriso diventò più grande grande di quello di Jeff The Killer.
Toby si mise a ridere per la mia reazione, che sembrò quella di un bambino davanti ad una caramella. (Lo ammetto, scappò una risata pure a me. Vederlo ridere, a mia discolpa, ti fa un effetto strano.)
Data la mia felicità, ricominciai a giocare con Castle.
Appena finii, andammo tutti e tre nel paddock per lasciare lì Castle e Toby mi riaccompagnò a casa. Durante il viaggio c'era stato un silenzio assordante, che venne poi spezzato da Toby quando arrivammo davanti a casa mia.

Toby -Ricordati sta sera l'orario. Se non sarai pronta, non esiteremo ad uccidere tua zia come passatempo.-
Io -Okay, ricordati solo che dovrò tornare a prendere Castle e da sola non so se ci riesco-
Toby -A quello ci pensiamo dopo. Inizia a preparare tutto-
Io -Okay-

Dopo di ché, salutai Toby ed entrai in casa. Si erano fatte le 13:00 e mia zia era già tornata. Era in salotto che, come sempre, si trovava in braccio ad un uomo, ubriaca.
Negli ultimi anni, mi ignorava sempre di più, tornava a casa con qualche uomo ed era sempre ubriaca. All'inizio ne facevo un problema, sfogandomi ammazzando gente in più del dovuto, poi iniziai ad abituarmi.

Non salutai nemmeno e mi rifugiai nella mia stanza. Tirai fuori un borsone dove misi tutto ciò di cui avevo bisogno: Vestiti, biancheria, computer, caricabatterie e macchina fotografica.
Dopo aver preparato il borsone, scrissi un bigliettino per mia zia.
Ci misi un sacco di tempo, ma con discreti risultati

Ciao zia
Non so se adesso sarai preoccupata per la mia mancanza o se sarai ubriaca, ma volevo lo stesso ringraziarti per questi anni.
Non devi preoccuparti, sono al sicuro con gente di cui mi fido.
Spero di non farti arrabbiare perché prenderò Castle con me. Se Jennifer chiederà, dille che l'ho dovuta portare via con me e che ne dovevi parlare con lei. Dille pure che mi mancherà un sacco.
Baci, Crystal

Okay, non è il massimo. Per niente, però non me la sono mai cavata con le lettere.
Nel frattempo, si erano fatte le 17:00 e avevo ancora un sacco di tempo.
Mi sdraiai sul letto con l'intento di usare il telefono, ma in poco tempo mi addormentai come un orso in letargo.
Mi svegliai e guardai l'ora. Erano le 19:20, quindi si mangiava. Scesi di corsa le scale perché avevo una fame pazzesca.
Mia zia era già seduta a tavola con tutto pronto. Mi sedetti anch'io e inizia a mangiare.
Aveva preparo le cotolette con le patatine fritte, uno dei miei piatti preferiti.
Mentre mangiavo, sentii la televisione parlare di un omicidio e a quanto pare anche mia zia se l'aveva sentito

Zia -Non so come si faccia a uccidere un giovane coppia. Magari dovevano partire per la luna di miele oppure avevano in mente di tirare su una famiglia.-

Si vede che non sapeva come stavano le cose di quella coppia

Io -Già, chissà come fanno. Avranno una mente malata-
Zia -Di sicuro!-

"Grazie zia, anche se un po' hai ragione" pensai fra me e me
Più che mente malata, io all'inizio lo facevo per vendetta, poi cominciò a piacermi vedere la gente stare male e divenne così un abitudine.
Dopo cena, lei si sdraiò sul divano, mentre io lavai i piatti e spreparai la tavola.
Misi apposto i piatti e corsi nella stanza per mettere apposto le ultime cose per rilassarmi prima della nottata.
Tirai fuori il mio quaderno e inizia a disegnare. Disegnai Ben, colorai solo gli occhi di nero con le iridi rosse e il sangue color rosso scuro.
Il mio colore preferito era il nero, da sempre. Ma fin da quando ero un po' piccolina, il rosso sangue mi aveva sempre attratto. Quando qualcuno si faceva male, io mi mettevo a guardare il sangue come se fosse qualcosa di rosa per le femmine "normali".

Erano ormai le 23:00 e dovevo iniziare a prepararmi.
Misi una maglia nera con sopra una felpa dello stesso colore, tutta graffiata. Dei Jeans neri strappati sulle ginocchia e le Vans nere
Uscii dalla finestra e il resto si può immaginare.
Famiglia di 5 persone uccisa in una notte. Erano dei traditori, tutti e 5, meritavano la morte.
Tornai casa che era l'1:00.
Mi feci una doccia, mi cambiai e per le 2:00 ero pronta. Mi misi una maglia nera e larga che arrivava fino a metà coscia, un paio di pantaloni strappati e le mie Vans adorate. Mi sdraiai sul letto, presi il mio quaderno e cominciai a disegnare. Quando sentii picchiettare alla finestra, mi girai subito. Mi comparve un sorriso sul volto

The Rider of the MidnightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora