2 - Il Mondo di Sam

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New York
1950

Vladi

- Vladimir... puoi... mh... ringraziarmi anche in un altro modo, sai? - aveva detto, facendo saettare la lingua sul labbro inferiore in un chiaro invito.

Quando Sam aveva pronunciato quella frase, guardandomi dritto negli occhi senza alcun dubbio nello sguardo, ogni parte di me aveva preso fuoco.

L'avevo sempre voluto.

Volevo quel maledetto ragazzo solo e soltanto per me, e vederlo finalmente ammettere l'attrazione che fin dall'inizio ci aveva avvolto, era stato bellissimo.

Con desiderio gli strinsi le natiche tra le mani, spingendo il bacino in alto, in modo che le nostre erezioni potessero sfiorarsi per la prima volta, poi racchiusi con forza le sue ciocche castane tra le dita, e tirai.

- A-ah Vladi... o-oddio! -

Quelle furono le uniche sillabe che lasciarono le sue labbra, prima che la mia lingua gli schiudesse con passione la bocca morbida e arrendevole.

Bocca che accolse il mio assalto con un gemito che mi arrivò dritto all'inguine.

Cazzo.

Perso in quel vortice proibito, in cui ero finito da quando avevo incrociato il suo sguardo limpido e trasparente, quando Sam morse il mio labbro inferiore, per poi passarci sopra la lingua umida, rischiai sul serio di impazzire.

A diciannove anni ero fottutamente gay e sexy, e nessuno avrebbe potuto resistermi, lo sapevo bene.

Cambiavo ragazzo almeno una volta al giorno, e una volta ottenuta la scopata che cercavo, tagliavo i ponti. Sempre.

Nessun replay.

Nessun - È stato bellissimo Vladi, ci vediamo anche stasera? -

Anche no, grazie.

Mi piaceva troppo essere libero di fare quello che volevo, infilarmi tra le gambe di uno sconosciuto, farlo godere come non mai in vita sua, soddisfare la brama di controllo che avevo e poi tornare a farmi i cazzi miei.

Inoltre, il fatto che appartenessi a una famiglia russa, la cui principale occupazione era la mafia, rendeva la mia aura intrigante, sensuale e tutta da scoprire.

Ero un asso nel fiutare la mia preda, inseguirla, farla cadere ai miei piedi e farne quello che volevo.

Non fallivo mai.

C'era chi aveva paura di me, chi mi temeva, chi mi sorrideva, e chi invece si faceva scopare.

Spesso avevo rapporti anche con più persone nello stesso momento, perché adoravo fare sesso, ma sempre con sconosciuti che poi non avrei più rivisto.

E sarebbe successa la stessa cosa anche con Sam.

O, almeno, era quello che continuavo a ripetermi mentre gli sbottonavo con frenesia il cappotto e continuavo a sottometterlo alla mia volontà.

Ma quando feci scivolare le dita sulla sua cintura in pelle, per poterlo toccare come avevo sempre desiderato, un affannato
- N-no... a-ah... aspetta - aveva attraversato la mia cortina fatta di eccitazione e lussuria.

- Come dici piccolo? Mh? No? - avevo chiesto leccandogli lascivamente la mandibola, per poi mordere la giugulare che batteva impazzita.

- Io... Cazzo Vladi fermati! - aveva urlato, tirandomi le ciocche bionde, in modo che incastrassi i miei occhi con i suoi - Non farò sesso con te, non stasera almeno! -

Ignorando le sue parole, ma sentendo il disperato bisogno di venire, avevo sorriso e poi preso il suo volto tra le mani.

- Va bene tesoro... - avevo risposto leccandogli le labbra socchiuse, strappandogli un gemito pieno di desiderio.

Oltre "Un Marito é Per Sempre" (Gli Special)❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora