Elemen: il potere elementare~IT

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Impressioni

L'indomani, il sole splendé come non mai. Il cielo, alle prime ore del mattino, mostrò le sue sfumature violastre e rosee e le nuvole assunsero una forma ellittica. Fu una delle albe più belle degli ultimi anni e io salii in terrazza ad ammirarla. Fu uno spettacolo, soprattutto perché si sentiva il rumore del silenzio: solo il suono della brezza estiva e il canto dei galli.

Misi la schiena appoggiata al muro, con le mani dietro, e pensai ancora, dopo tutta la notte, a quel dibattito tra fratelli sentito la scorsa sera. Matthew era un Elemen ma le sue capacità sembravano essere quelle di un vampiro cinematografico. Sapeva leggere i pensieri, le emozioni... cos'altro? Quel mondo di magia mi stava sempre più incuriosendo e affascinando e ben presto ne sarei entrata a pieno anch'io.

Guardai l'orizzonte, dove si stendeva la campagna, e poi la bellezza del mio giardino che aveva tutt'altro fascino in quel momento. Il prato inglese, che mio padre curava tutti i giorni, era bagnato dalle goccioline di rugiada e le rose rosse sembravano appena sbocciate ed emanavano un profumo intenso. Era talmente affascinante che decisi di scattare una fotografia con la mia polaroid per immortalare quel momento magnifico.

Andai a prendere la macchinetta in camera e ritornai sul terrazzo nel giro di qualche secondo. Appena iniziai ad inquadrare il bellissimo panorama, notai che, nel giardino di fianco al mio, c'era Matthew che leggeva. Era concentrato nella lettura di un libro di cui non riuscivo a legger il titolo. Era steso sul prato supino con il manoscritto tra le mani che gli nascondeva il viso.

Emanava un senso di quiete e di pace, perfettamente in sintonia con l'ambiente circostante.

Sembrava essere lì da secoli, come se ci fosse stato sin dalla nascita di ogni singolo bocciolo, di ogni singolo fiore. Era così perfetto che feci per prenderlo come soggetto delle mie fotografie.

Sin da piccola amavo l'arte della fotografia, della vera fotografia, dove uno non si sforzava di sorridere, ma era al naturale. La bellezza della fotografia è la verità, la naturalezza. Matthew in quel momento era... "reale" e non potevo perdere l'occasione di fotografare un soggetto che rientrava in pieno nella mia idea di arte e fotografia. Feci solo attenzione a non farmi vedere né a fare rumore per non interrompere quella naturalezza che lo caratterizzava così tanto. Uno scatto dopo l'altro, riuscii ad immortalarlo riuscendo a trasmettere tutte quelle emozioni che suscitava in me.

Quando finii, decisi di restare ancora qualche minuto: mi sedetti e posai la fotocamera accanto a me. Contemplai ancora Matthew, che solo allora si accorse della mia presenza.

Mise il libro da parte e sistemò le proprie braccia dietro la testa. Poi fu lui a guardarmi.

«Buongiorno. Dormito bene?» disse con un sorriso.

«Si, insomma. Tu? Ti sei svegliato ancor prima di me.» risposi, fingendo di averlo notato da poco.

«Splendidamente. Stanotte ho deciso di dormire qui fuori, all'aperto, per guardare le stelle. Sai, si poteva anche ammirare un'eclissi totale del sole.» mi informò.

«Non lo sapevo, comunque non sarei riuscita a vederla, purtroppo, perché sono andata a dormire molto presto. Hai visto che bell'alba c'era oggi? Quella era spettacolare.» mi alzai da terra e mi sporsi sul muretto per vederlo meglio. I gomiti erano appoggiati, sulle mattonelle rosse, con gli avambracci e i polsi che mi sorreggevano la testa.

«Non ci ho fatto granché attenzione. Ho sfruttato le prime ore di luce per leggere.» disse lui, indicandomi con lo sguardo il romanzo che teneva al suo fianco.

«Ho visto. Volevo appunto chiederti, che libro è?» chiesi, curiosa come al solito.

Matthew mise le mani dietro il bacino e si diede una leggera spinta per mettersi a sedere e, dopodiché, pronunciò una citazione del libro. «"Ho sognato nella mia vita, sogni che son rimasti sempre con me, e che hanno cambiato le mie idee; son passati attraverso il tempo e attraverso di me, come il vino attraverso l'acqua, ed hanno alterato il colore della mia mente."»