2. Strange meeting

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Spinto da uno strana forza incontrollabile, vado a sedermi proprio vicino a lui. Mentre mi avvicino lui fa un sorriso che mi lascia intendere molte cose, parecchie sbagliate probabilmente, in fondo sono il classico adolescente con gli ormoni a palla, non posso negarlme e giuro che quello è il classico sorriso che viene rivolto a qualcuno che si vuole portare a letto, lo conosco bene. Ma, insomma, questo è impossibile, perché lui dovrebb-

Una voce mi strappa dai miei pensieri riportandomi alla realtà. Il ragazzo mi sta guardando con le sopracciglia alzate, come in attesa di una risposta ma io non ho la minima idea di cosa mi abbia chiesto.

"Scusa stavo pensando. Hai detto qualcosa?" Dico provando a salvare la situazione.

"Hai una sigaretta?" Ripete allora il ragazzo con un leggero sorriso. Io tiro fuori il pacchetto e l'accendino e glieli porgo, stando ben attento a non sfiorare le sue mani nemmeno per sbaglio.

"Vedo che anche te te ne sbatti il cazzo delle regole del Palo" commento guardando prendere una sigaretta dal paccheto mezzo distrutto con le sue dita lunghe e portarsela tra le labbra rosee e carnose, sembrano le labbra di una ragazza, sono troppo esagerate per apoartenere a un ragazzo ma a lui donano.

"Dallon?" Sghignazza e la sigaretta gli balla fra le labbra "lui deve solo starsene zitto e succhiarmi il cazzo" dice con tono serio, troppo serio come se lo intendesse veramente. Dallon si volta verso di noi, come in qualche modo, avesse sentito quello che abbiamo detto e ci sorride, o meglio, gli sorride. Il ragazzo gli risponde emettendo una vampata di fumo e un occhiolino. Okay questo è strano e imbarazzante.

"Sicuro che non lo voglia fare veramente? Succhiarti il cazzo, intendo" specifico, come se non fosse già abbastanza chiaro, facendolo ridere. Si volta di me e avvicina leggermente il suo volto al mio, riesco a sentire il suo alito che puzza di fumo così come il mio.

"Chi non lo vorrebbe?" Sussura e alcuni rivoli di fumo escono dalla sua bocca accarrezzandomi le labbra. Dopo di che scoppia in una risata così contagiosa che fa ridere anche me.

"Sono Brendon, comunque" si presenta, porgendomi la mano con un sorriso, questa volta, sincero.

"Ryan. Ryan Ross" ricambio la stretta con forza. I palmi delle sue mani non sono lisci e delicati come quelli di una ragazza, sono più duri, mi sembra di sentire qualche piccolo callo.
Lui apre bocca per dire qualcosa ma la sua frase viene uccisa sul nascere da qual cazzone di Dallon.

"Giocate ragazzi?"

"No, non credo che lo farò" rispondo io guardandomi le mani con indifferenza. Sento Brendon trattenere una risata vicino a me mentre Dallon sta alzando gli occhi al cielo.

"Tu giochi?" Chiede allora a Brendon. Anch'io mi volto verso di lui, in attesa di una sua risposta. Starai qui con me o a andrai a giocare con Dallon? Sceglierai me o lui? Sembra stupido ed esagerato ma c'è realmente questa tensione nell'aria. Posso sentirla. E Brendon pare averlo capito perché sposta lo sguardo da me a lui, da lui a me, quasi divertito.

"Non ho molta voglia di giocare oggi" ammette alzando le spalle "scusa"

"Tranquillo" e poi mi rivolgeuno sguardo come per dirmi:"Si, per oggi hai vinto moccioso"

Dallon vuole veramente succhiare il cazzo di Brendon. Nel formulare questa affermazione, mi viene da ridere. Insomma, Dallon è così bello e affascinante, perché dovrebbe voler succhiare il cazzo di un maschio? È disgustoso. Credo.

"Perché ridi, Ross?" Mi chiede Brendon, guardandomi storto. Mi piace come ha detto il mio cogmome, quasi con ironia.

"Non me lo vedo Dallon frocio" ammetto, abbassando la voce "non me lo immagino proprio"

"Oh perché ci stavi provando a immaginarlo?" Mi fa notare e io arrosisco di colpo.

"No, no, no ma come ti viene in mente?" Bisbiglio agitato per paura che qualcuno ci abbia sentiti.

"Cosa c'è, ti fa schifo? Secondo me ti piacerebbe" commenta Brendon, avvicinandosi a me con un sorrisino furbo.

"Farmi succhiare il cazzo da un maschio?" Gli domando allora io, leggermente confuso e imbarazzato. Brendon annuisce e il sorriso sul suo volto si allarga sempre di più.

"Tu-tu hai mai provato?" Chiedo titubante, travolto da una curiosità morbosa. Io non avevo mai provato naturalmente, avevo fatto cose solo con ragazze e mi andava bene così. Però non sono sicuro che valga lo stesso per Brendon. Insomma, non voglio andare per pregiudizi ma uno che indossa una camicia hawaiana e fa commenti su un altro maschio è palesemente frocio.

"Non è questo il luogo adatto per parlarne" risponde Brendon ridendo "però se vuoi stasera possiamo andare a fare un giro per, non so, parlare senza tutti questi bambocci"

"Ok, va bene. Ma io non sono gay" specifico subito io sulla difensiva, pentendomi subito dopo. Magari l'ho offeso. Brendon scuote la testa, divertito, almeno non l'ho fatto incazzare.

"Tu sei convinto che io lo sia, vero?"

"Beh un po' me lo hai fatto credere" ammetto e Brendon sembra molto soddisfatto e fiero.

"Ci troviamo davanti al minimarket alle nove" decide lui, dopo un attimo di silenzio.

"Come scusa?" Gli chiedo, tossendo sbigottito. Ma chi si crede? Pensa di poter decidere così?

"Hai capito bene"

"E poi dove andiamo scusa?"

"Lo vedrai. Hai la macchina?"

Annuisco soltanto e Brendon esulta felice.

"Perfetto perché voglio bere"

"Ma sei maggiorenne?"

"Certo! Diciotto fatti ad aprile"

Salta giù dal muretto con un piccolo salto e si gira a guardarmi. Ha il sole che gli arriva dritto in faccia e quindi è costretto a strizzare gli occhi, deformando così il suo viso in una smorfia che mi fa sorridere.

"A stasera, Ross" e scappa via prima che io possa salutarlo.

Che strano incontro.

Hurricane | RydenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora