7. What's In Your Head?

66 9 13
                                    

Mi sveglio per la seconda volta di soprassalto quando mi accorgo che c'è un'altra persona nel mio letto. Per un secondo mi ero dimenticato di Brendon; sta dormendo tranquillamente rannicchiato su un fianco. Esco dalla camera in punta di piedi senza far rumore e faccio un giro per vedere se mio padre è in casa. Non c'è. Bene. Se sapesse che ho dormito con un maschio non immagino i suoi commenti, non la finirebbe più di prendermi per il culo. In realtà, io non mi vergogno di questo, mi vergogno più del fatto che ho avuto una ricaduta. Vorrei cancellarmi la memoria. E cancellarla a Brendon ovviamente, non posso sopportare il fatto che mi abbia visto così.
Mentre Brendon dorme, vado a farmi la doccia, ho proprio bisogno di una bella rinfrescata. Esco e torno in camera sempre in punta di piedi per prendermi dei vestiti puliti. Ma proprio mentre sto frugando nell'armadio sento Brendon mugugnare e muoversi nel letto.
Afferro i primi vestiti che trovo e provo a correre via ma ecco che una voce delicata e addormentata mi chiama.

"Ryan? Perché sei nudo?" Brendon si sta stropicciando gli occhi, confuso. È diventato rosso.

"Non sono nudo, stupido, anche se so che ti piacerebbe" scherzo appoggiandomi sullo stipite della porta a braccia conserte. Brendon mi fissa per un po' con quei suoi penetranti occhi castani che ora sono leggermente arrossati e gonfi dal sonno. Apre la bocca e io temo per quello che potrebbe uscirne (Brendon è imprevedibile) ma fortunatamente la richiude.

Mo sento in imbarazzo. Mi sento nudo davanti a lui. E non perché effettivamente lo sono ma perché gli ho raccontato tutto il mio passato, mi sono aperto con lui, mi sono mostrato così vulnerabile, la mia corazza è andata in frantumi e non la posso più ricostruire. Ma va bene così, immagino.

"Dai vieni qua con me" mi prega Brendon sbattendo le sue lunghe ciglia che gli conferiscono un'aria da cerbiatto al quale non si può assolutamente dire di no.

"No, dobbiamo andare. Dai alzati" gli ordino, avvicinandomi al letto. Lui sorride e scuote la testa contro il cuscino e i suoi capelli si scomigliano ancora di più, allora, lo afferro per un polso e provo a tirarlo fuori a forza. Lui si dimena ridendo, afferrandosi alla tastiera del letto per opporsi. Gli prendo allora anche l'altro porso, ridendo anche io, e lo butto finalmente fuori dal letto. Io indietreggio e inciampo sulle sue scarpe finendo a terra come un sacco di patate e lui mi segue a ruota perché era ancora nella mia stretta. Mi cade sopra e ridiamo entrambi come due coglioni. Ma l'ilarità sparisce e io mi rendo conto della situazione: il suo corpo è completamente a contatto con il mio, mezzo nudo.

"Sei arrossito" mi dice sghignazzando. Si sta appoggiando sui gomiti per evitare che le nostre facce (e in particolare le nostre labbra) entrino in collisione "e il tuo cuore batte più velocemente"

Degluitisco rumorosamente e distolgo lo sguardo, non posso incontrare i suoi occhi, morirei per l'imbarazzo.

"Dai togliti coglione" scherzo, nascondendo il nervosismo della voce con una risata. Sento Brendon appoggiarmi una mano sulla guancia e costringermi a guardarlo.

"Sei sicuro? A me sembra ti stia piacendo" sghignazza con aria di sfida. Oh il bimbo sta giocando col fuoco.

"Potrei dire lo stesso io" sussurro, morendomi le labbra e ora è Brendon quello ad arrossire. Io sorrido soddisfatto mentre sento la sua erezione contra la mia. Alla fine, Brendon si alza con un sorriso imbarazzato, tirando in giù la sua maglietta e si risiede sul letto a gambe incrociate. Mi piego per poter puntare i miei occhi nei suoi e, usando il mio tono più caldo e sudente, sussurro:"Non sei tu che comandi qui, baby" per scoppiare a ridere vedendo la faccia sconvolta di Brendon: ha la bocca spalancata e pende letteralmente dalle mie labbra. Faccio un ultimo sorriso, mi volto e me ne vado in bagno. Mi lavo con la faccia con l'acqua ghiacciata, nonostante mi sia fatto la doccia dieci minuti fa, sta andando a fuco e mi cambio rapidamente. Quando torno in camera, trovo Brendon con i vestiti della sera prima ad aspettarmi.

"Dai, facciamo colazione e poi ti riaccompagno in hotel" gli propongo, fcendogli segno di seguirmi.

"I miei zii staranno morendo di preoccupazione" sghignazza Brendon come se ne andasse fiero.

"I tuoi zii? Non sei in vacanza con i tuoi genitori?" Gli domando allora curioso. Lui scuote il capo e basta.

"Perché?" Chiedo allora sempre più curioso. Intanto inizio a prepare dei pancake.

"Non mi piace parlarne" dice semplicemente, alzando le spalle. Sono un po' deluso e offeso: insomma, io gli avevo raccontato praticamente tutto il mio passato, dovrebbe ricambiare ma rispetto questa sua esigenza. Noto invece che si sta guardando molto in giro.

"Ti piace la casa?" Gli domando allora servendogli dei pancake e un bicchiere di latte. Lui annuisce convinto, con lo sguardo rapito da qualcosa dietro di me. Mi giro anch'io per vedere cosa ha attirato la sua attenzione e il mio sorriso si spegne. Sta guardando il dipinto di mia madre. Mio padre lo aveva voluto fare aplena aveva scoperto che era malata. Stava bene, aveva ancora i suoi capelli ramati, le sue guance rosee, il suo sorriso radioso.

"È tua madre?"

Io annuisco soltanto, abbassando lo sguardo. Non riesco a guardarla.

Brendon mi prende la mano e me la stringe.  Non ho mai voluto la compassione altrui ma stranamente non lo scosto.

"M-mi dispiace, io non volevo"

"Tranquillo"

Cala un silenzio imbarazzante,  scandito dal ticchettio del orologio a parete. Tic tac, tic tac.

"Che facciamo stasera?" Chiedo a Brendon mentre si gusta la sua colazione.

"Non ho voglia di andare in discoteca" ammetto, chiudendosi nelle spalle "facciamo qualcosa insieme? Solo noi due?"

Io resto a bocca aperta. Insomma, Brendon mi rompeva sempre il cazzo perché voleva andare a ballare e ora mi dice che non ha voglia. Quello che è successo ieri deve averlo segnato.

"Ti va di venire qua? Mio padre non c'è, possiamo fare quello che ci pare"

Lui mi fa un sorriso furbo e poi annuisce. Cosa ha in mente questa piccola peste?

Hurricane | RydenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora