3. Sunset Lover

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Dato che Brendon se n'è andato chissà dove, non ho più motivo di starmene qui in mezzo a questa marmaglia, me ne torno al mio ombrellone dove mio padre sta allegramente conversando con una donna. O meglio, lui sta facendo il simpaticone e lei ride come una oca piena di plastica qual è. Un classico.

"Già di ritorno? Non hai giocato immagino" mio padre fa per cingermi le spalle ma io mi scosto. Mi dà fastidio il contatto fisico, soprattutto il suo.

"No, ho conosciuto una ragazza. Esco con lei stasera" mento, così almeno sarà contento e fiero di me.

"Eccolo il mio donnaiolo" urla euforico, scompigliandomi i capelli "sei proprio come tuo padre" e fa l'occhiolino alla tipa che ridacchia.

"Vado a casa" mormora cercando di non vomitare davanti a quella scena pietosa. Raccatto le mie cose, sento mio padre urlarmi dietro ma sono già lontano o almeno con la testa.

Torno a casa a passo svelto, voglio essere fuori di casa prima che arrivi papà. Tanto probabilmente sarà a scoparsi quella milf nel bagno della spiaggia. Che schifo.
Mi butto subito sotto l'acqua fredda per cancellare quell'immagine dalla mia mente. Guardo le goccioline scendere lungo la mia pancia, il mio inguine, le mie gambe, quasi incantato.
Il mio migliore amico, Spencer, una volta, mi ha detto che prima di un appuntamento bisognerebbe farsi una sega così si dura di più nel rapporro. Non so perché mi sia venuto in mente, insomma, io e Brendon non faremo sesso, questo è palese. Non so nemmeno dove mi porterà. "Dove mi porterà" sembro io la ragazza adesso. Capisco come si sentono.

"Basta Ryan" mi dico ed esco dalla doccia, incontrando il mio riflesso allo specchio. Ho il naso rosso a causa del sole, i capelli umidi mi ricadono sulla fronte e sulle guance donandomi un'insopportabile aria da cucciolo. Li strofino con forza con un asciugamano pulito, poi ne prendo un altro e me lo avvolgo attorno alla vita troppo stretta e vado in camera mia. Mi piace questa stanza: ha una parete con dei mattoni bianchi grezzi, mentre un'altra è formata da un'ampia vetrata che dà su un olmo. Quando ero piccolo mi ci arrampicavo sempre ma irrimediabilmente cadevo e mi facevo male, facendo preoccupare mia madre ogni volta che puntualmente mi fasciava le ferite e mi portava il succo alla pera, il mio preferito.
Mi lascio cadere sul letto a due piazze, preso dai dolorosi ricordi mentro osservo il soffitto che ho dipinto io stesso: è azzurro chiaro con le nuvolette bianche. Prendo il cellulare per distrarmi e tra le varie notifiche noto una che attira la mia attenzione.

brendonurie ha iniziati a seguirti

Apro il profilo e boom è proprio Brendon. Mi lascio sfuggire un sorriso, mi fa piacere che mi abbia cercato su Instagram.
Ha un paio di foto: in una sta suonando il piano, in un'altra la batteria: è molto concentrato. In una è con un tizio che è almeno il doppio di lui e indicano la fotocamera con una faccia stupida. Poi c'è un video dove fa backflip a petto nudo, è incredibile. La sua schiena si piega senza difficoltà, il suo corpo in movimento swmbra una piuma è molto aggraziato, persibo quando atterra perfettamente in piedi è leggero.
E l'ultimo post sono due sue foto fatte con la luce del tramonto: in una ha un sorriso da un orecchio all'altro, mentre nell'altra gurda l'orizzonte serio con aria sognante, i capelli mossi dal vento. Li porta un po' più lunghi dei miei con il ciuffo, gli sta bene questo taglio.
Ho anche un suo messaggio in direct:"Ryan Ross: spotted"

Scuoto la testa, divertito e decido di rispondergli:"Sei un piccolo stalker"

Non passano nemmeno dieci secondi che mi arriva un altro messaggio:"Ah ah spiritoso. Ti stai preparando per dopo vero?"

D'istinto apro la fotocamera e mi faccio una foto allo specchio proprio davanti al letto per dirgli di sì. L'unico problema è che sono nudo e bagnato con solo un asciugamano addosso ma, ops, ormai l'ho inviata.

"Sono bagnato anch'io adesso. Cazzo, Ryan, non puoi mandarmi foto così e aspettarti che io me ne stia calmo" è la sua risposta.

"Mi salterai addosso dopo?" Gli domando, il mio cuore inizia a battere più forte. Non posso credere di star filtrando con un uomo.

"No (o almeno ci proverò) ma non posso dirti la stessa cosa per i sogni di stanotte probabilmente"

Mi mordo il labbro e mi impongo di non chiedergli nient'altro... mi sto veramente comportando da gay.

Finisco di asciugarmi e indosso una semplice camicia bianca con un gilet marrone e dei pantaloni neri. Metto un fascia nei capelli che Spencer definisce sempre "da hippie" e li lascio asciugare da soli mentre mi gusto dell'insalata di riso in veranda, guardando il sole che tramonta, donando al mare un bellissima sfumatura color arancione, mi tornano in mente il post di Brendon. Mi perdo per qualche minuto a osservare ogni minimo dettaglio e appunto un paio di frasi sul mio fidato taccuino che porto sempre con me e torno dentro per fare i piatti. No, fanculo, li farà mio padre, così impara a tornare sempre a casa tardi.

Corro in camera per prendere il telefono e il portafoglio e mentre frugo nel cassetto alla ricerca delle chiavi della macchina, mi capita sotto mano dei preservativi sfusi. Ne prendo in mano uno, tendendolo fra l'indice e il pollice, osservandolo come se non ne avessi mai visto uno. Di solito, me ne porto sempre un paio quando vado in giro, insomma, non si sa mai, ma questa volta lo lascio cadere nel cassetto ed esco di casa prima di cambiare idea. Tanto non succederà nulla, parleremo e basta.

Hurricane | RydenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora