10. You fuck me so good that I almost said that I love you

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"Vado a prenderti un asciugamo, stai fermo qua" ordino a Brendon, quando siamo quasi sul bagno asciuga. Lui si limita ad annuire. Io corro in gasa mezzo congelato. Okay che è agosto ma è comunque notte e tira un leggero vento. Apro l'armadio e prendo due asciugamani puliti. Mi metto un paio di mutante e indosso l'asciugamano a mo di mantello. Faccio per uscire ma mi blocco sull'uscio e mi volto per vedere com'è messa la mia camera. Ovviamente un disastro. Il letto è sfatto, ci sono vestiti e foglietti ovunque. Raccatto la roba a terra e butto il tutto nell'armadio, rifaccio velocemente il letto e spruzzo un po' di deodorante per ambienti alla cioccolata.

"Ma che cazzo" mi fermo con il braccio a mezz'aria, una volta realizzato cosa stavo facendo. Stavo sistemando la mia stanza, come se dovesse venire qualcuno a scopare. Il mio subconscio sta cercando di dirmi qualcosa.

"Oh andiamo" borbotto "tutto questo è ridicolo"

Appoggio il deodorante e esco dalla stanza prima che mi vengano altre manie da casalinga disperata. Ma, involtariamente, controllo che sia tutto a posto anche nel corridoio e in soggiorno.
Brendon mi sta aspettando in ginocchio, disegnando figure sul pelo dell'acqua, alza la testa solo quando mi paro dinanzi a lui.

"Oh era ora" esclama alzandosi e prendendo l'asciugamano. Io mi limito ad alzare le spalle e a cercare di non lasciare vagare il mio sguardo ma fallisco. Vedo il suo fisico tutti i giorni in spiaggia ma mai mi è sembrato così bello. È magro ma tonico allo stesso tempo: ha le braccia forti, sulla pancia piatta si vede l'accenno di una tartaruga, non ha il petto eccessivamente ampio è proporzionato ai suoi fianchi stretti da cui parte la famigerata V. In più la luce della luna gli regala curve e spigoli che normalmente non avrebbe.

Rientriamo in casa e Brendon mi chiede di potersi fare una doccia. Volevo farmela anch'io ma naturalmente lascio andare prima lui. Mi siedo sul letto mentre ascolto lo scroscio dell'acqua. Non posso stare qua, sapendo che Brendon è nella stanza a diacente, nudo, il suo corpo sinuoso sotto l'acqua calda e il vapore che si tocca e si strofina per far venire via il sale del mare, le sue mani tra i capelli, il volto rivolto verso il getto, gli occhi chiusi e la bocca socchiusa. E io sto per prendere fuoco. Dannati ormoni.
Scendo velocemente le scale e butto letteralmente la testa sotto il lavdino con l'acqua ghiacciata. Mi strofino la faccia con forza, mi lavo le mani e le braccia. Alla fine, ho buttato in giro talmente tanta acqua che è come se mi avessi fatto la doccia. Appoggo la testa contro il bordo del lavandino e respiro a fondo. "Vai a fare l'uomo" mi direbbe mio padre con il suo tono burbero e poi ti tirerebbe un bel calcio. Però per una volta potrebbe avere ragione.
Sento la porta del bagno aprirsi e mi precipito su per le scale. Brendon ė il piedi nella mia stanza davanti al mio letto con solo un asciugamano attorno alla vita. Ha i capelli umidi e cadono delle goccioline d'acqua da essi che scorrono sul suo collo passando per tutta la schiena, tra le scapole sporgenti e poi giù fino alla lombare. Il mio sguardo si perde sulla sua figura snella e di colpo non ci capisco più un cazzo.
Vado verso di lui, lo afferro per la vita, lo faccio girare e lo bacio. Spingo violentemente le mie labbra contro le sue, lo sento dapprima rigido per la sorpresa ma poi si lascia trasportare dal bacio.
Un bacio sporco, forte e passionale.
Un bacio che se ne fotte di tutto.
Un bacio che dice tutto, che trasmette tutte le emozioni soppresse.
Un bacio che urla desiderio.
Un bacio senza vergogna e pudore.
Brendon si aggrappa ai miei capelli come se non riuscisse a stare in piedi, io ho le mani sulla sua vita sottile, sto stringendo il suo asciugamano, pronto a sfilarglielo via.
Le nostre lingue si stanno intrecciando selvagge, senza nessun controllo, pronte adassapporare ogni minimo dettaglio della bocca dell'altro.
Inizio a camminare in avanti e Brendon è costretto a seguirmi, indietreggiando. Si ribalta sul letto e io sopra di lui in maniera scomposta. Ormai non ci sono più regole.
Sento il suo asciugamano spostarsi fra le mie gambe e la sua erezione premere contro il mio intefno coscia. Sorrido soddifatto tra un bacio e l'altro. È sempre bello far eccitare qualcuno, ti dà la sensazione di essere potente.
Sento le sue mani scorrere lungo la mia schiena, graffiandomi con le unghie. La cosa mi eccita non poco. Gli mordo il labbro inferiore per ricambiare il 'dolore'. Lui mi spinge in avanti con un gemito, facendomi cadere lungo disteso sul pavimento. Gattona verso di me, strusciando il suo corpo fluido contro il mio. Inizia a baciarmi la mascella, passando al collo, mordendo, succhiando, leccando la pelle sottile. Mi lascio sfuggire un gemito, le mie mani tra i suoi capelli umidi, prima di ricordarmi chi sono.

Hurricane | RydenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora